La falsa diplomazia di Mosca

giovedì 21 novembre 2024


È conveniente viaggiare facendosi passare per diplomatico anche se non lo si è. A Mosca questo lo sanno bene. Come è stato recentemente svelato da un’inchiesta giornalistica, i passaporti diplomatici in Russia sono stati rilasciati ai generali dell’Fsb, ai figli di politici di alto rango, al patriarca Kirill, ai top manager delle società statali e ad alcuni miliardari amici di Vladimir Putin. Nella notte del 26 maggio 2023, la Russia ha lanciato 17 missili e 31 droni contro l’Ucraina. Gli edifici residenziali e una clinica sono stati danneggiati; ci sono stati morti e feriti, compresi alcuni bambini. Quella stessa notte, un business jet Dassault Falcon 7X, in volo da Dubai, è atterrato all’aeroporto Vnukovo di Mosca. Pochi minuti dopo l’atterraggio, Ksenia Shoigu, la figlia dell’allora ministro della Difesa Sergei Shoigu, lasciava il velivolo appena giunto a Mosca. Era accompagnata da Andrei Bokarev, un oligarca con interessi nel settore della difesa. La figlia di Shoigu nel suo viaggio a Dubai aveva utilizzato il passaporto internazionale numero 1001***24. La serie 10 indica che questo passaporto è diplomatico.

L’elenco delle persone aventi diritto in Russia al passaporto diplomatico è determinato dalla legge. Oltre ai dipendenti del Ministero degli Affari Esteri, lo ricevono i ministri, i parlamentari. Tra i potenziali titolari di questo particolare documento non figurano i figli adulti di alti funzionari dello Stato. Tuttavia, i passaporti diplomatici possono essere rilasciati anche ad altre persone “per decisione del presidente della Federazione Russa”. Ed ecco spiegato come mai Ksenia Shoigu ne possegga uno. Il primo passaporto diplomatico le è stato rilasciato nel 2017, quello attuale nel 2021. Con questi passaporti diplomatici la figlia di Shoigu, oltre che negli Emirati Arabi Uniti, si è recata in Cina, Paesi Bassi, Italia, Svizzera, Turchia, Austria, Francia, Germania, Gran Bretagna, Finlandia, Qatar, Israele, Azerbaigian e Spagna. Ma il suo non è un caso isolato.

Anche il figlio del vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, Ilya Medvedev, ha ricevuto il passaporto diplomatico nel 2012 e lo ha rinnovato nel 2017. Li ha usati per viaggiare in Italia, Croazia, Svizzera, Israele e Francia. Il figlio del primo ministro, Alexander Mishustin, ha ricevuto il passaporto verde (questa è la colorazione della copertina dei passaporti diplomatici russi) il 27 gennaio 2020, pochi giorni dopo la conferma alla carica di suo padre. Il nuovo diplomatico, a quel tempo, aveva appena 19 anni. La lista dei titolari di questi passaporti è davvero lunga e non si limita ai giovani rampolli delle figure di vertice della Federazione Russa. Anche il miliardario Igor Yusufov è titolare di un passaporto diplomatico. È considerato il “bancomat” di Dmitry Medvedev, padre di Ilya. Quest’anno Yusufov è stato tra i russi con i maggiori dividendi. Ha ricevuto 12,8 miliardi di rubli da Yargeo, una joint venture con Novatek per sviluppare il giacimento petrolifero di Yarudeyskoye. Il ceo di Rosneft, Igor Sechin, utilizza passaporti diplomatici almeno dal 2013. Durante questo periodo ha approfittato dello status speciale per viaggiare a Singapore, Francia, Germania, Italia, Egitto, Iran, Indonesia, Cina, India, Svizzera, Gran Bretagna, Giappone, Spagna, Portogallo, Croazia, Finlandia, Norvegia, Qatar, Emirati Arabi Uniti e Maldive.

Inoltre, passaporti diplomatici sono stati rilasciati anche al capo della Rostec, Sergei Chemezov e al direttore generale delle Ferrovie russe, Oleg Belozerov. Anche il patriarca della Chiesa ortodossa russa gode ingiustificatamente di privilegi diplomatici. Il patriarca Kirill (al secolo Vladimir Gundyaev), prima dell’interruzione dei voli diretti con i Paesi occidentali, volava regolarmente – con il suo passaporto diplomatico – in Germania, Austria e Finlandia. Ovviamente in questa lunga lista di “non diplomatici”, figurano anche i vertici dei servizi segreti russi. Sono titolari di Passaporto diplomatico i generali dell’Fsb: Alexander Bortnikov, Sergei Beseda, Sergei Korolev e Alexei Sedov. È comprovato che, prima dell’invasione su vasta scala dell’Ucraina, questi alti esponenti del principale servizio segreto russo abbiano viaggiato in Francia e Svizzera. Anche Viktor Zubkov, attualmente presidente della Gazprom, gode di privilegi diplomatici. Collabora con Putin sin dal 1992 quando era presidente del Comitato di relazioni esterne dell’Ufficio del sindaco di San Pietroburgo. Zubkov per i suoi spostamenti utilizza jet aziendali di proprietà statale. Ad esempio, la scorsa primavera, è andato a Baku su un Dassault Falcon 7X. “Formalmente il passaporto diplomatico è un documento ufficiale. I dipendenti pubblici possono utilizzarlo solo durante i viaggi istituzionali e al ritorno dovrebbero riconsegnarlo al dipartimento del personale. Ma questa regola, ovviamente, non vale per tutti. I viaggi dei vip con passaporto diplomatico verso qualche località della Costa Azzurra sono sempre stati trascurati”, afferma un ex funzionario del governo russo.

Ovviamente, i passaporti diplomatici non sono destinati ad essere distribuiti ad amici o parenti di funzionari, ma le norme esistenti non consentono di fermare tali abusi. Perché fermare questo malcostume, quando è evidente che è Putin in persona a disporre tali rilasci? Formalmente, lo Stato ha il diritto di rilasciare un passaporto diplomatico a chiunque, spiega l’ex diplomatico Boris Bondarev: “Un passaporto diplomatico è una carta d’identità di un agente diplomatico, cioè di una persona autorizzata dallo Stato a rappresentarlo all’estero: potrebbe essere un diplomatico, potrebbe essere un corriere diplomatico, magari semplicemente un membro di una delegazione in occasione di qualche evento importante. Ad esempio, i passaporti diplomatici vengono rilasciati ai ministri o ai governatori se si recano da qualche parte in visita ufficiale”.

Come tali vicende dimostrano, questi passaporti vengono utilizzati impropriamente da due diverse tipologie di personaggi russi che tutto sono, meno che diplomatici. Da una parte, è evidente che i membri dell’élite governativa ed economica russa e le loro famiglie li stiano utilizzando per eludere le sanzioni occidentali nei propri viaggi internazionali. Dall’altra, i dipendenti delle varie agenzie d’intelligence russe li utilizzano per operare all’estero sotto la cosiddetta “copertura diplomatica”. C’è un numero, trapelato due anni fa, che la dice lunga su quanto vasto sia il fenomeno dell’uso improprio, da parte della Federazione Russa, di questi particolari passaporti. Il Ministero degli Affari Esteri di Mosca, nel solo 2022, spese quasi 3,8 milioni di euro per stampare 175mila passaporti diplomatici quando i dipendenti del proprio ministero non sono più di 15mila e soltanto un terzo di essi lavora stabilmente all’estero e ne ha dunque bisogno. Proprio a seguito della scoperta di questi abusi, l’ingresso senza visto per i titolari di passaporto diplomatico russo nell’area Schengen è stato sospeso. Tuttavia, forse è giunto il momento di prendere in seria considerazione una riduzione del numero di russi che circolano nel nostro Paese, con passaporto ordinario e diplomatico. Solo nel 2023, l’Italia ha rilasciato 134.141 visti Schengen a cittadini russi.

(*) Docente universitario di Diritto internazionale e normative per la sicurezza


di Renato Caputo (*)