giovedì 21 novembre 2024
La Corte penale internazionale ha deciso di emettere dei mandati di arresto per il premier israeliano Benjamin Netanyahu e per l’ex ministro della Difesa Yoav Gallant, con l’accusa di aver commesso crimini di guerra e crimini contro l’umanità dall’8 ottobre 2023 fino ad almeno il 20 maggio 2024, giorno in cui la Procura ha depositato le richieste di mandato di arresto. Fino ad oggi, al fine di proteggere i testimoni e salvaguardare lo svolgimento delle indagini, tali mandati erano stati classificati come “segreti”. Oggi la Camera ha deciso di divulgare le informazioni perché ritiene che sia nell'interesse delle vittime e delle loro famiglie essere informate dell'esistenza dei mandati.
La Corte ha anche emesso un mandato di cattura per il capo militare di Hamas Mohammed Deif, che Israele afferma sia stato ucciso da un attacco dell'Idf a Gaza a luglio.
Dopo aver respinto le istanze di Israele con le quali si chiedeva la sospensione del procedimento, per i giudici Netanyahu e Gallant hanno la “responsabilità penale per crimini” tra cui il crimine di guerra di usare la “fame come metodo di guerra” e “i crimini contro l’umanità di omicidio, persecuzione e altri atti disumani”. In una nota i giudici sostengono anche che ci siano “fondati motivi di ritenere che entrambi gli individui abbiano intenzionalmente e consapevolmente privato la popolazione civile di Gaza di beni indispensabili alla loro sopravvivenza”.
Da oggi, quindi, sia Netanyahu che Gallant saranno passibili di arresto se si recheranno in uno degli oltre 120 Paesi che fanno parte della Cpi e l’Olanda si è già detta pronta ad agire (come riportato dall’agenzia di stampa olandese Anp che cita il ministro degli Esteri del Paese Caspar Veldkamp).
E mentre Israele sta valutando la possibilità di ricorrere in appello contro la decisione della Corte Penale Internazionale, il primo ministro israeliano, tramite una nota, ha commentato: “La decisione antisemita della Corte penale internazionale equivale al moderno processo Dreyfus, e finirà anche così. Israele respinge con disgusto le azioni e le accuse assurde e false contro di lui da parte della Corte Penale Internazionale, che è un organismo politico parziale e discriminatorio. Non c'è niente di più giusto della guerra che Israele conduce a Gaza dal 7 ottobre 2023, dopo che l'organizzazione terroristica Hamas ha lanciato un attacco contro di esso e ha compiuto il più grande massacro commesso contro il popolo ebraico dai tempi dell'Olocausto”.
Giubilanti, invece, i commenti di Hamas: “Questa decisione, che l’amministrazione statunitense – complice dei crimini di guerra sionisti – ha cercato di bloccare per mesi intimidendo la Corte e i suoi giudici per dissuaderli dal ritenere l’occupazione responsabile dei suoi incessanti crimini nella Striscia di Gaza, costituisce un importante precedente storico”.
Ed è proprio questo precedente storico che fa paura. Purtroppo, però, non c’è peggior cieco di chi non vuol vedere.
di Claudia Diaconale