martedì 19 novembre 2024
Una delle più grandi proteste della storia recente. In Inghilterra, migliaia di agricoltori hanno occupato con i loro trattori il cuore pulsante delle istituzioni del Regno Unito. Westminster e Whitehall sono state bloccate dagli operatori del settore primario, che hanno voluto dire la loro sulla manovra finanziaria voluta dal premier laburista Keir Starmer. La legge di bilancio del nuovo governo britannico ha gettato nella disperazione gli agricoltori, che già sono svantaggiati rispetto ai colleghi dell’Eurozona per via della Brexit. La manovra – che di per sé ha alzato un polverone, anche per via degli aumenti fiscali previsti di circa 50 miliardi di euro – ha presentato una modifica alla tassa di successione, percepita dal settore rurale come l’ennesima minaccia.
La cancelliera dello Scacchiere – ovvero il ministro delle Finanze inglese – ha annunciato che l’esenzione totale sulla tassa di successione sarà limitata a un milione di sterline. La norma presentata da Rachel Reeves entrerà in vigore nell’aprile del 2026. Di lì in poi, ogni valore eccedente sarà soggetto a un’imposta del 20 per cento. Come già detto, un provvedimento del genere rischia di imporre ulteriori pesanti esborsi a una categoria segnata dai controlli doganali post Brexit e dal caro-produzione del settore agricolo. Ed è per questo motivo che la National Farmers’ union (Nfu) ha lanciato l’accusa di “tradimento” a un governo che, almeno teoricamente e politicamente, dovrebbe essere vicino agli operai e ai lavoratori. Ecco perché gli agricoltori sono scesi a Londra per protestare contro la Finanziaria promulgata dal Governo Starmer. Il sindacato ha ricordato al capo del Governo come il suo partito, in campagna elettorale, avesse promesso di non toccare la tassa di successione. Insomma, l’infrazione spudorata delle promesse laburiste ha gettato nello sconforto la comunità rurale. Neanche Reeves è riuscita a mettere una pezza sulla decisione dello Scacchiere, ribadendo con fermezza che la nuova misura sarebbe necessaria per sostenere servizi pubblici essenziali come la Sanità. “Non possiamo permetterci di ignorare le esigenze della nostra sanità pubblica”, ha dichiarato, tentando di giustificare la scelta fiscale controversa.
Il Governo Starmer quindi rimane sotto osservazione degli attori internazionali, che sono curiosi di scoprire se il primo ministro sia laburista solo di nome, o anche di fatto. Per il momento, il dubbio rimane.
di Eugenio Vittorio