martedì 12 novembre 2024
Lo scorso 9 novembre il quotidiano Daily Mail ha pubblicato alcune immagini rilasciate dall’esercito israeliano che mostrano il livello di torture che Hamas ha perpetuato ai danni dei cittadini. Si tratta di palestinesi e non di ebrei dato che le immagini, catturate da una telecamera dentro una sede dell’organizzazione nel nord di Gaza, risalgono al periodo tra il 2018 e il 2020.
Si vedono persone appese al soffitto a testa in giù o per la testa, le membra distorte senza poter toccare il pavimento, con la testa in un sacco, mentre aguzzini li colpiscono in varie parti del corpo e sulle piante dei piedi, con le braccia legate dietro la schiena. Le torture comprendono anche elettrodi, bruciature, tagli, oggetti introdotti dentro il corpo, nonché la sepoltura da vivi.
Tutto questo viene effettuato contro tutti i cittadini considerati nemici politici, chiunque sia sospettato di ribellione o di critica nei confronti del regime, di connivenza con Israele, ma anche i gay, gli adulteri, i ladri, e chiunque metta a repentaglio l’ordine sociale che, è bene ribadirlo, coincide con quello religioso.
Le testimonianze dei sopravvissuti scappati dal proprio Paese sono strazianti. Hamza Howidy, una vittima che è riuscita a fuggire in Egitto, ha dichiarato: “Ti torturano finché devi per forza confessare qualsiasi cosa vogliano”. Oppure Rami Aiman, che ha spiegato che chi ha la “fortuna” di sopravvivere, vive nel terrore perché i terroristi tornano per torturare ciclicamente le stesse persone.
Un altro sopravvissuto ha dichiarato: “Le persone fuori da Gaza chiamano Hamas ‘combattenti per la libertà’, quando stanno uccidendo palestinesi innocenti per niente. Hamas sta tenendo la gente di Gaza in ostaggio” (“People outside of Gaza call Hamas freedom fighters when they are killing innocent Palestinians for nothing. Hamas is holding the people of Gaza hostage”, tratto dall’articolo del Daily Mail, ndr).
Dal 7 ottobre 2023 si assiste al tentativo di minimizzare se non addirittura negare del tutto le brutalità vissute degli ebrei. E ora che quelle stesse testimonianze arrivano dai palestinesi come la mettiamo? Continuiamo a negare? A fare manifestazioni, con il sostegno anche del mondo Lbgtqi+, contro Israele a sostegno di Hamas?
Qui non si tratta della lotta tra due Stati, tra due popoli. Qui si tratta del mondo intero che dovrebbe schierarsi senza remore contro i torturatori. Contro l’orrore.
E anche contro la strisciante ipocrisia di quella parte benestante del mondo che può sparare balle al sicuro nel proprio Paese, inneggiando ai terroristi sulla pelle di poveri innocenti. Palestinesi o israeliani che siano.
di Claudia Diaconale