giovedì 7 novembre 2024
A chi intestare il cappello da somarello con le orecchie a punta? Ai soliti sondaggisti, con il cuore e con la tasca perpetuamente a sinistra. Ora, sarebbe bastato un po’ di buon senso per prevedere l’esito del voto presidenziale in America osservando come si è o meno orientata la Silicon Valley (per lo più silente) e il suo outsider geniale, Elon Musk. Questi i fatti preliminari: Jeff Bezos per la prima volta non schiera il suo Washington Post per l’endorsement scontato a Kamala Harris; Mark Zuckerberg e il suo social hanno assunto una posizione neutrale, mentre Musk ha sposato in pieno la causa trumpiana. Due giorni prima del voto, Wall Street ha iniziato a salire e non si è più fermata. Perché? Semplice e complicato, allo stesso tempo. Se voi foste i guru dell’Intelligenza artificiale e aveste a disposizione la famosa corazzata dei G.a.f.a.X (Google, Apple, Facebook, Amazon e X) che raccoglie ogni giorno miliardi di dati dai propri utenti, non avreste per caso realizzato anche voi il sogno dei sondaggisti di sapere come la pensano davvero in tempo reale “tutti” gli elettori il giorno prima dell’Election Day? Pertanto, saranno gli algoritmi i killer finali della fumisteria sondaggista.
Ma, la vittoria Maga chiama alla reiterazione del suo successo (tipo “Mega”) anche qui in Europa, più ricca e più potente dell’America, se non marciasse perennemente disunita. Allora, niente di meglio che partire da Trump, per enunciare un vero e proprio manifesto della rivoluzione conservatrice (un ossimoro solo apparente), fondato sui seguenti punti.
1) Sconfiggere l’immigrazione illegale di massa. Facile, se la democrazia riscopre la forza. Ovvero, poiché gli istituti internazionali legalitari per l’accoglienza umanitaria e l’asilo sono la Convenzione di Ginevra sui rifugiati e il Diritto del mare, entrambi abusati da trafficanti e da centinaia di milioni di profughi economici, che nessuno può ragionevolmente pensare di accogliere, allora è sufficiente sospendere a tempo indeterminato le relative norme internazionali, per distruggere dalle fondamenta il fenomeno dell’immigrazione illegale. Senza stare a fare le anime belle: le autocrazie (Russia e Cina, prime tra tutte) non hanno problemi di immigrazione, perché le loro frontiere sono ermeticamente chiuse. Per di più i migranti che trovano a milioni accoglienza e lavoro in Occidente non rientrano più a casa loro, smettendo così di lottare per un regime change dal basso, di cui la maggior parte dei governi sudamericani e africani avrebbero estremamente bisogno, dato che sottomettono i loro popoli all’ingiustizia della miseria dilagante, depredandoli delle relative ricchezze naturali, senza che nessuno possa fermarli.
2) Disfarsi delle Nazioni unite e delle sue Agenzie il più rapidamente possibile, preso atto della morte cerebrale e decisionale dell’Organismo. La paralisi in Consiglio di sicurezza grida vendetta, mentre l’Occidente è considerato come un nemico dalla maggior parte dei Paesi non occidentali aderenti, che contano tutti assieme ben più dei due terzi dell’umanità. Basta per questo sospendere tutte le nostre contribuzioni a un’istituzione pletorica e inutile, vista la sua incapacità di assicurare una risoluzione pacifica dei conflitti e il rispetto del diritto internazionale. Contemporaneamente, va avviato un processo per la costituzione di una Onu 2.0, con la regola che si accettano solo membri che hanno costituzioni democratiche e istituzioni funzionanti indipendenti.
3) La dipendenza energetica. Per decenni, la Ue è stata palese ostaggio della Germania e del suo rapporto privilegiato con la Russia per le forniture di gas (Nord Stream 1 e 2 arrivano negli hub dei porti tedeschi, per ridistribuire il gas agli altri Paesi europei), mentre la conversione green rende per la seconda volta schiavi gli europei, stavolta rispetto alla produzione cinese di batterie solari e di autoveicoli elettrici. E chi fa i maggiori affari con Pechino, in tutti i sensi (soprattutto con le fabbriche dell’automotive tedesca delocalizzate)? La Germania, sempre lei. È ora di spezzare questa catena, dicendo chiaro e forte che l’unica fonte di energia green che ci rende liberi e autonomi è quella nucleare. Se proprio c’è un problema di scorie anche per la quarta e quinta generazione di mini-reattori sicuri, allora si chieda a Elon Musk di progettare razzi cargo che trasportino al centro del Sole il materiale radioattivo esausto, visto che la nostra stella è il più formidabile riciclatore che esita in natura. Ma si faccia presto ad avere di qui a 10 anni tutta l’energia nucleare autonoma che serve, gettando a mare la retorica green.
4) La difesa e l’Ia. Poiché la migliore industria degli armamenti è americana, come pure l’Intelligenza artificiale e i semiconduttori, conviene pensare a un accordo strategico con gli Usa (l’India lo ha fatto, costruendo su brevetti americani un’industria avanzata degli armamenti nuova di zecca), mettendo nell’impresa qualche trilione di euro per le joint-venture, senza stare ancora a “combattere” con gli egoismi individualistici dei mancati campioni nazionali, che sono semplicemente ridicoli come dimensioni e capacità produttiva dinnanzi a colossi militari come Cina, Russia e India. Poi, facciamoci noi europei promotori di un trattato internazionale per la sicurezza, contenente un patto di non aggressione e di mutua cooperazione contro le minacce comuni (vedi guerre ibride, droga, grande criminalità e terrorismo), con a latere un accordo di non proliferazione nucleare nell’interesse di tutta l’umanità. Morale: si cercano adesioni al suddetto manifesto per la rivoluzione conservatrice.
di Maurizio Guaitoli