martedì 29 ottobre 2024
Ogni qualvolta si avvicinano o si svolgono delle elezioni elettorali all’interno di nazioni vicino alla Russia si rischia sempre di veder reiterare le accuse di brogli elettorali a favore dei partiti filorussi.
Ogni partito che promuove politiche per l’integrazione della propria nazione all’interno dell’Unione europea addebita la propria sconfitta a dei brogli.
Come nessuno può escludere certi condizionamenti da parte della Russia nelle dinamiche elettorali dei paesi a lei limitrofi, allo stesso modo non si deve esagerare definendo questi condizionamenti brogli elettorali, solo perché i partiti sconfitti sono filo Unione Europea.
Invero, urge dimostrare moderazione e cum grano salis si dovrebbe cercare di capire come aiutare i paesi soggetti a liberarsi da questi condizionamenti e con costruttiva diplomazia far sì che il buon senso prevalga sulla faziosità di qualsiasi schieramento, anche se attualmente è molto difficile che ciò possa accadere.
Infatti, è in atto una dura guerra tra la Russia e l’Ucraina e nessuna nazione sembra seriamente intenzionata a risolverla con una vera pace, tramite la diplomazia.
La stessa narrazione che l’Unione Europea e gli Usa danno delle cause che hanno generato la suddetta guerra risponde più a faziosa propaganda, tanto quanto quella dell’avversa Russia.
Come ho già avuto modo di rammentare altre volte, la più realistica disamina storica dei fatti e degli antefatti storici è quella del compianto giornalista internazionale Giulietto Chiesa, che in tempi non sospetti aveva previsto la succitata guerra come reazione di Putin a ciò che in modo surrettizio e invadente continuava ad attuare la Nato nelle nazioni vicine alla Russia, a cominciare dall’Ucraina.
Dopo questa lunga premessa, per tornare al merito del pericolo di brogli elettorali nelle elezioni dei paesi vicini alla Russia, è rilevante citare il rapporto dell’Osce (Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa) sulle recenti elezioni parlamentari in Georgia, il quale presenta una valutazione dettagliata della situazione politica ed elettorale del Paese, mettendo in luce sia gli aspetti positivi che le criticità che compromettono l’integrità del processo democratico.
Da un lato, il documento riconosce la presenza di un’ampia gamma di opzioni politiche e un’attiva partecipazione degli elettori, con una campagna elettorale relativamente libera. Tuttavia, dall’altro lato, l’Osce sottolinea problemi significativi come l’intimidazione degli elettori, la pressione sui membri delle commissioni elettorali e le violenze nei seggi. Questi episodi, sebbene non siano stati considerati come segno di frodi sistematiche su larga scala, sollevano serie preoccupazioni sulla libertà e sicurezza del voto.
Un aspetto controverso è rappresentato dalla legge sugli agenti stranieri, che l’Osce segnala come un elemento di stigmatizzazione delle opposizioni politiche, oltre a danneggiare il pluralismo e impedire una reale partecipazione democratica. Questa legge è vista come uno strumento di controllo che facilita la marginalizzazione di forze politiche avverse al governo.
In aggiunta, viene messa in evidenza una disparità nelle risorse finanziarie tra il partito di governo “Sogno Georgiano” e l’opposizione, che ha compromesso l’equità della campagna elettorale. Questo squilibrio ha portato a un contesto in cui il partito dominante ha potuto sfruttare le proprie risorse molto più efficacemente, rendendo difficile per l’opposizione competere in condizioni paritarie.
Eoghan Murphy, capo della missione Odihr, ha osservato che, nonostante la varietà di scelte offerte agli elettori, il processo non ha rispettato pienamente i principi democratici internazionali. Questo indica una distanza tra la possibilità di scegliere e la qualità effettiva del processo democratico.
Il rapporto conclude con l’allerta di un “ritiro dalla democrazia” in Georgia, sottolineando l’importanza di implementare riforme che possano riportare il Paese su un percorso di trasparenza e libertà politica, garantendo un contesto elettorale in cui tutte le forze politiche possano competere equamente. Questo richiamo all’azione per quanto evidenzi la necessità di affrontare e risolvere le attuali sfide per garantire la salute e la vitalità della democrazia in Georgia, non evidenzia e non denuncia alcun broglio o frode elettorali.
Virtus est medium vitiorum et utrimque reductum
La virtù è il punto medio tra due difetti, da entrambi equidistante
Orazio
di Fabrizio Valerio Bonanni Saraceno