Kamala è cresciuta circondata da terroristi

venerdì 25 ottobre 2024


La storia mai raccontata del nonno di Kamala e della sua infanzia in Africa

Nell’ultima tappa del suo tour africano, la vicepresidente Kamala Harris si è recata in Zambia in un edificio adibito a uffici altrimenti anonimo. Il suo staff e il personale dell’ambasciata locale avevano trascorso molto tempo a cercarlo e tutti speravano che fosse il posto giusto.

Kamala, con le sue radici giamaicane e indiane, aveva bisogno di un legame tangibile con l’Africa per conquistare gli elettori afroamericani e convincerli che lei era una di loro. E tutti hanno scelto quell’edificio come la soluzione migliore, perché in passato vi aveva soggiornato da bambina con la madre indiana in visita al nonno.

Il presidente Hakainde Hichilema l’ha accolta come “una figlia del nostro Paese, una che ha trascorso qui i suoi primi anni di vita”.

Kamala ha replicato raccontando di aver visitato “lo Zambia, signor Presidente, da bambina, quando mio nonno lavorava qui” come “consigliere del primo presidente dello Zambia, Kenneth Kaunda” per “svolgere le funzioni di direttore delle misure di soccorso e per i rifugiati”.

Il vicepresidente ha poi iniziato a tessere le lodi di Kaunda, un brutale dittatore socialista alleato dell’Unione Sovietica, che aveva messo al bando i partiti politici avversari e si era candidato come unico presidente fino a quando finì per essere estromesso, e ha elogiato la “democrazia” dello Zambia. Kenneth Kaunda, di cui Kamala ha ricordato con commozione gli incontri da lui avuti con Jfk (John F. Kennedy) e Mlk (Martin Luther King) “per discutere di forme pacifiche di protesta”, aveva chiesto armi nucleari a Lbj (Lyndon Baines Johnson). Hichilema, che era sopravvissuto per un pelo all’arresto da parte di un precedente regime, non ha avuto nulla da dire in merito ai bei ricordi di Kamala della democrazia in Zambia. E nemmeno sulle “forme pacifiche di protesta” portate avanti con missili nucleari e terrorismo.

Ma dietro l’infanzia di Kamala in Zambia e il lavoro di suo nonno si nasconde molto sangue, insieme a una storia orribile e per lo più dimenticata di terrorismo, atrocità e omicidi di massa.

P.V. Gopalan, il nonno materno di Kamala, era stato membro del Congress Socialist  Party indiano, che era allineato con l’Urss. Quali “rifugiati” stava aiutando in Zambia?

Gopalan fu inviato in Zambia dal 1966 al 1969. Un tempo nota come Rhodesia Settentrionale, lo Zambia ebbe un ruolo chiave nella campagna terroristica genocida contro quella che era nota come Rhodesia prima che cadesse sotto una brutale dittatura e diventasse nota in seguito come Zimbabwe.

Prima che Robert Mugabe trascorresse quasi quattro decenni al governo dello Zimbabwe, il criminale comunista guidava un’organizzazione terroristica nota come Zanu, alleata con un altro gruppo terroristico omologo: lo Zapu di Joshua Nkomo. Spesso furono erroneamente descritti come gruppi di guerriglia dai loro sostenitori occidentali e le loro tattiche di combattimento si concentravano principalmente su massacri di civili e sul piazzamento di bombe nelle strade.

Lo Zambia sotto Kaunda ospitava basi Zapu e Zanu oltre confine dove i terroristi sostenuti dai sovietici gestivano campi di addestramento con il pretesto di fornire rifugio ai “profughi”. Alcuni dei rifugiati erano civili che sostenevano i terroristi. Altri erano terroristi loro stessi. I campi “profughi” erano gestiti da Zapu e Zanu che indottrinavano i civili, li punivano brutalmente anche per reati lievi e si prefiggevano l’obiettivo di trasformarli in terroristi.

Nel 1965, la Rhodesia dichiarò l’indipendenza dal governo laburista al potere nel Regno Unito, che era determinato a consegnare il Paese alle organizzazioni terroristiche marxiste. Nel 1966, quando il nonno di Kamala arrivò in Zambia, la guerra per la Rhodesia era realmente in corso.

I terroristi marxisti avevano molte armi fornite dall’Urss e dalla Cina comunista, ma preferivano attaccare i civili della Rhodesia piuttosto che cercare di combattere l’esercito volontario del coraggioso piccolo Paese. I tipici attacchi dello Zanu e dello Zapu prevedevano di sparare con lanciarazzi alle case dei civili e lanciare granate contro le bambine. I missionari venivano trucidati e gli avventori degli esercizi commerciali uccisi a colpi di arma da fuoco.

Tra i bersagli più facili c’erano i missionari americani e britannici che fornivano istruzione e assistenza medica alla popolazione nera. Alla missione Elim, i terroristi marxisti stupravano le donne per poi picchiarle e ucciderle a colpi di ascia insieme ai loro figli. Le vittime erano cittadini britannici.

Il New York Times ha descritto così una scena: “Una donna, in accappatoio e con i bigodini in testa, aveva un’ascia conficcata nel collo. Quattro bambini, un maschio di 4 anni, due sorelle di 4 e 8 anni e un’altra femmina di 5 anni, giacevano rannicchiati vicini. Indossavano tutti il pigiama e, come le altre vittime, erano stati colpiti alla testa con dei manganelli. Alcuni avevano anche ferite da taglio. Una delle bambine aveva l’impronta di uno stivale sul lato del viso”.

“Lì vicino giaceva il corpo di una donna, il suo braccio stringeva la figlia morta di 3 settimane. Accanto a loro c’era un grosso pezzo di legno con del sangue sopra.”

La madre era la signora Joyce Gracesua figlia si chiamava Pamela Grace.

I terroristi marxisti ebbero fortuna e colpirono il volo 825 dell’Air Rhodesia, alla fine degli anni Settanta. I passeggeri sopravvissuti furono radunati, vennero loro promessi acqua e aiuto, e poi furono fucilati.

Tutto questo accadde dopo che il nonno di Kamala era ritornato in India e Kaunda aveva deciso che sostenere i terroristi era troppo pericoloso, una volta che questi avevano minacciato il suo regime.

Ci sono pochi dettagli sul ruolo esatto svolto da P.V. Gopalan, a parte il fatto che era consigliere per i “rifugiati” per conto del regime di Kaunda. I campi profughi erano basi terroristiche. Non si sa quale complicità suo nonno potesse aver avuto con loro, ma era stato inviato in Zambia l’anno in cui Indira Gandhi prese il potere. E la Gandhi non era un’umanitaria.

Indira Gandhi avvicinò l’India all’Urss e ai suoi movimenti comunisti, compresi quelli operanti in Africa. Negli anni Settanta, mentre si verificava il peggio della violenza, Gandhi si recò in visita in Zambia sostenendo l’appello di Kaunda per la presa del controllo della Rhodesia da parte dei gruppi terroristici marxisti. All’epoca, manifestò la sua gioia per essere “tornata nell’entroterra africano quando stava per iniziare lo scontro finale” per la pulizia etnica definitiva della popolazione bianca della Rhodesia.

Se P.v. Gopalan fosse stato in Zambia per aiutare a sostenere i gruppi terroristici marxisti, non sarebbe stato affatto in contrasto con la politica del regime della Gandhi. Indira aveva incontrato sia Mugabe che Nkomo: terroristi responsabili del massacro di donne e bambini rhodesiani.

Mugabe e Nkomo frequentavano casa Gopalan?

Kamala, che aveva 5 anni quando il padre marxista e la madre radicale di Sinistra la portarono in Africa, non sapeva nulla di tutto questo. Come ha scritto il La Times, “la giovane Kamala era ignara dell’intrigo che le turbinava intorno, con l’auto blu di Gopalan che lo conduceva di corsa agli incontri informali con funzionari e diplomatici zambiani”.

Ma negli anni successivi, Kamala o non è riuscita a informarsi sui reali fatti passati oppure sa esattamente cosa è successo e ha scelto di stare dalla parte di Kaunda e dei suoi crimini.

Secondo Voice of America, un’emittente radiofonica governativa statunitense, “lo Zambia era una faccenda personale e il lavoro di suo nonno (il quale fu consigliere di Kenneth Kaunda, il primo presidente dello Zambia, negli anni Sessanta) influenzò il suo percorso verso la carica più alta”.

E quindi potrebbe non esserci modo di separare i crimini di quei giorni dalla carriera politica di Kamala. Soprattutto perché è a capo di un partito che è stato direttamente complice delle atrocità marxiste.

Lo stesso anno in cui il volo 825 fu abbattuto, l’ambasciatore di Carter all’Onu Andrew Young disse con entusiasmo che Mugabe era un “uomo molto gentile. Non riesco a immaginare Joshua Nkomo o Robert Mugabe che premono il grilletto di una pistola per uccidere qualcuno. Dubito che lo abbiano mai fatto”.

Nkomo non solo si era assunto la responsabilità dell’aereo precipitato, ma aveva riso dell’accaduto.

La famiglia radicale del Terzo Mondo di Kamala è molto simile alla famiglia radicale del Terzo Mondo di Obama. Nessuna delle loro esperienze è radicata nella comunità nera, ma nel globalismo sovietico degli anni Sessanta.

“Sono figlia del movimento per i diritti civili”, ha affermato Kamala Harris. I suoi genitori sono stati descritti come “attivisti per i diritti civili”. Questi tentativi di farla sembrare afroamericana sono altamente fuorvianti. Kamala non proviene da un movimento cristiano nero del sud. La sua famiglia non era afroamericana, erano intellettuali radicali del Terzo Mondo che utilizzavano parti dell’America e altri luoghi del mondo come basi per il loro attivismo militante.

I legami di Kamala con l’Africa non sono razziali, ma politici. La famiglia indiana radicale di sua madre era lì come parte di un programma allineato al blocco sovietico. Mentre a Kamala piaceva stare in un posto esotico, a 60 miglia dal confine, la gente combatteva e moriva per la supremazia del comunismo.

Il regime di Kaunda, oggetto di orrore per i rifugiati di Zambia, Zimbabwe e Rhodesia, è un ricordo nostalgico per la vicepresidente Kamala Harris. E per molti nel suo movimento politico.

Kamala e Obama provengono entrambi da famiglie radicali del Terzo Mondo che detestavano l’America e la civiltà occidentale. La famiglia di Obama ha avuto un ruolo nei massacri islamisti in Indonesia e Kenya, mentre la famiglia di Kamala sembra aver avuto un ruolo nella guerra comunista contro la Rhodesia.

Le persone non sono prigioniere del loro passato, ma il modo in cui sono stati cresciuti Obama e Kamala fornisce spunti importanti sulla loro visione del mondo, sulla loro politica e sui loro progetti per l'America.

(*) Tratto da frontpagemag

(**) Traduzione a cura di Angelita La Spada


di Daniel Greenfield (*)