giovedì 17 ottobre 2024
C’è un brusio nella capitale della Moldova mentre si prepara per quelle che potrebbero essere le elezioni più importanti nella sua storia post Guerra fredda. Nel primo turno di votazioni del 20 ottobre, i moldavi eleggeranno il loro presidente e determineranno se il Paese sancirà l’adesione all’Unione europea come obiettivo strategico nella sua costituzione. Se nessuno degli 11 candidati presidenziali otterrà più della metà dei voti, le elezioni andranno al secondo turno il 3 novembre. Le elezioni sono un momento critico per la democrazia della Moldova e per il suo corso occidentale. Il governo pro-europeo rimane popolare, ma deve affrontare i massicci tentativi russi di destabilizzare il Paese e influenzare le elezioni. Mentre la guerra su vasta scala della Russia in Ucraina infuria oltre confine, il Cremlino si concentra anche sulla Moldova. Mosca sta incrementando le sue tattiche di guerra ibrida, le attività di disinformazione ed i palesi tentativi di interferenza, il tutto allo scopo di minare le prossime elezioni e far deragliare la traiettoria pro-europea della Moldova.
La scorsa settimana, le autorità moldave hanno scoperto un piano, orchestrato dalla Russia, finalizzato all’acquisizione di voti su larga scala nel Paese. La polizia moldava ha accusato l’oligarca filorusso Ilan Shor di essere dietro l’operazione. Secondo quanto riferito, il piano prevedeva la corruzione di almeno 130mila elettori moldavi, utilizzando circa 15 milioni di dollari. L’obiettivo era quello di osteggiare la rielezione dell’attuale presidente della Moldova, Maia Sandu, e di impedire l’approvazione del referendum sull’Ue. Shor risiede attualmente in Russia, essendo stato condannato l’anno scorso in Moldova in contumacia per frode e riciclaggio di denaro. Sandu ha portato avanti il processo di integrazione europea del suo Paese. Nel 2022 la Moldova ha ottenuto lo status di candidata dell’Ue e da allora ha avviato i negoziati di adesione. La sconfitta del referendum potrebbe minacciare la legittimità delle forze pro-europee a Chişinău e lasciare spazio alle forze filo-russe.
Come parte della sua campagna di influenza, il Cremlino sta diffondendo ad arte voci per seminare il timore che un voto verso l’Ue possa mettere la Moldova sulla stessa strada dell’Ucraina. Come ha dichiarato l’Alto rappresentante dell’Unione Josep Borrell in un discorso pronunciato al Parlamento europeo questa settimana, “l’obiettivo di Mosca rimane invariato: far deragliare gli sforzi della Moldova verso l'integrazione dell’Unione europea e riportare il Paese nella sua sfera di influenza”. La Russia sta cercando di soffocare la democrazia della Moldova e di schiacciare le sue aspirazioni attraverso la coercizione, non solo per interferire con il futuro della Nazione, ma anche per ottenere un governo amico della Russia per circondare ulteriormente l’Ucraina, poiché il confine del Paese con l’Ucraina si estende per più di 950 chilometri.
La Russia si preoccupa della Moldova in questo momento perché è vicina all’Ucraina. I leader europeisti della Moldova lo sanno, ma sottolineano anche che non sono l’unico Paese in Europa che la Russia vuole destabilizzare. La Moldova ha indubbiamente affrontato un periodo difficile da quando la Russia ha aggredito l’Ucraina, ma i funzionari di Chişinău sono certi che questo periodo elettorale sia il momento più difficile. Lo “stile mafioso” delle forze russe che cercano di corrompere gli elettori assieme ai massicci livelli di disinformazione, spingono Chişinău a chiedere maggiore attenzione e sostegno per difendersi da questa minaccia alla propria democrazia.
Di fronte agli attacchi ibridi e alle ingerenze della Russia, il sostegno occidentale alla Moldova è stato accolto calorosamente dal governo di Chişinău. Lo stesso vale per il sostegno occidentale all’Ucraina, che la Moldova considera fondamentale per la propria sopravvivenza. A Chişinău, sono in tanti a credere che il mondo democratico debba aiutare l’Ucraina, perché se ciò non dovesse accadere, occorrerà prepararsi a sfide ben più grandi. La Moldova è un chiaro banco di prova per testare come le democrazie debbano rafforzare i propri anticorpi. Il Cremlino seguirà da vicino le prossime elezioni in Moldova e anche il mondo democratico dovrebbe fare altrettanto. Eppure, a prescindere dal risultato, la lotta non finirà qui. La Russia probabilmente continuerà la sua “guerra ibrida” nel Paese, anche in vista delle elezioni parlamentari del prossimo anno. Mosca continuerà anche la sua guerra in Ucraina. Sono, in fondo, le due facce del medesimo progetto imperialistico russo. Gli alleati occidentali dell’Ucraina devono rimanere forti nel loro sostegno al percorso pro-europeo e filo-occidentale della Moldova e continuare ad assistere sia l’Ucraina che la Moldova nei loro sforzi per difendere i loro cittadini e le libertà democratiche dai progetti russi.
(*) Docente universitario di Diritto internazionale e normative per la sicurezza
di Renato Caputo (*)