Nexus, il silenzioso macello dell’opinione pubblica

lunedì 14 ottobre 2024


Donald Trump ha subìto il terzo tentativo di omicidio politico. Non si tratta di un complotto dem, è peggio. La causa va trovata nella carica di odio diffusa a mezzo stampa, che ormai è così impattante per le persone poco dotate di cervello autopensante, una massa che viene impregnate di volontà di potenza e di effetto Dunning-Kruger a mezzo stampa.

Poi succede che negli Stati Uniti si fa la fila a sparare a Trump, e parliamo di gente comune, ipocriti “per bene” ma potenziali assassini a fin di bene (e di potenziali Gaetano Bresci ve ne sono anche in Italia). Altri in Italia agiscono con intrusioni illegali nelle banche dati riservate, o sono dei curiosi che scrutano i conti correnti della premier Giorgia Meloni (e quanti di questi Striano sono già sfuggiti al controllo?). Quanti ficcanaso “per diletto” navigano nel dark web, protetti anche da una tolleranza a senso unico? Ipotizzo che se ci fossero state simili illegalità ai danni di leader conte-schleiniani, saremmo di fronte a una insurrezione con barricate sulle strade e fabbriche in sciopero selvaggio.

Anche Kamala Harris ed Elly Schlein subiscono i fulmini di Fox tv e Rete 4, ma quelli sembrerebbero fulmini da 1,5 volt, visto che sortiscono indifferenza giudiziaria e di quella parte di opinione pubblica che viene infiammata dai lanciafiamme di una rete progressista molto brava a infiammare i “cuori semplici” ad usum delphini. Così, se legalmente un po’ di deputati dem italiani vengono finanziato da una fondazione legata a Barack Obama e all’ex candidato presidente Bernie Sanders, un radicale in stile Bonelli-Fratoianni il quale propone gli Stati Uniti Socialisti d’America, tutto si risolve in un paio di articoli e sul quasi silenzio delle mega petroliere dei media e dei protestatari da bar. Epperò la questione su quel finanziamento resta politica: perché mai Obama e Sanders hanno finanziato sconosciuti deputati eletti in cittadine di provincia? Non sarebbe meglio dedicarsi alla carità?

Nell’introduzione al fondamentale saggio “Nexus” di Yuval Noah Harari (Bompiani 2024), dedicato alle reti dell’informazione, c’è un utile diagramma:

Purtroppo quanto più cresce l’ignoranza, tanto più sale l’impatto delle notizie modulate in campagne che producono incendi là dove ha colpito il corto circuito intellettivo. Nasce l’odio di massa, e non solo per colpa dell’ultradestra tedesca. Se i giornali scrivono che Israele attacca Unifil, senza poi riferire che Unifil ha le sue basi praticamente a pochi metri dalle basi di lancio di razzi e missili di Hezbollah (cosa che non doveva essere permessa), si deforma la percezione dei fatti. Il che avviene anche quando ipocritamente poi si precisa soltanto in un rigo a fine articolo che Unifil ha tollerato che Hezbollah costruisse roccaforti e depositi di armi che uccidono civili e colpiscono fattorie e militari in Galilea. Così non si è rispettosi della verità, perché i troppi lettori con cilindrata ridotta non riescono ad andare oltre i titoli di prima pagina.
Così in tanti si convertono all’antisemitismo, confortati in ciò dalla pessima informazione del governo Netanyahu. Abbiamo un serio problema a Houston, Roma, Egitto, Parigi etc..

Sia chiaro che questo problema non danneggia solo il Governo, ma anche l’opposizione e la società italiana, a partire dai soggetti più giovani nelle scuole. Invece di leggere notizie montate ad arte sarebbe bello -ancorché fantascientifico- dare in pasto al popolo Nexus di Yuval N. Harari, invece del Domani.

Anche il silenzio delle scuole, piazze, televisioni più o bene gruberizzate, sulla mala educacion informativa rispetto alle invasioni e repressioni in Tibet, Ucraina, dell’autoinvasione di Iran e Russia, o del pranzo di gala del Sudan e dell’Africa intera nel quale banchettano i sinorussi e i loro affiliati, o del Venezuela soffocato da un regime nazicomunista, è il frutto marcio dello sviamento della sinistra e maldestra opinione pubblica là dove si vuole. Perché ovunque la maggioranza silenziata si giri è circondata da personaggi altrettanto sinistri e maldestri, annidati nei partiti, mass media e nel mondo dell’imprenditoria.

Così rischiamo di avere una parte dell’opinione pubblica agitata in maniera monodirezionale contro quella che viene dipinta come “classe politica trumpiana” o “fascio-sionista” (definizione abominevole). Quella parte dell’opinione pubblica e della sua rete informativa reagisce, ma senza avere impatto sui circuiti informativi, essendo in ritardo di un secolo quanto a gramscismo ed egemonia culturale-informativa. Vai a parlare di studi semiotici o di dark web o di social media a un conservatore. Ti risponderà che lui i voti li ha presi. Sì, ma vincere non basta. Servirebbe un’ala laico-liberale più forte, nonostante il suicidio di +Europa, Azione e Italia Viva. La buona politica dovrebbe convincere senza trucchi retorici, senza regalie a una categoria sociale a danno delle altri, senza massacrare Giustizia e Verità, e pensiamo al rapporto tra politicizzazione e corpi importanti come la Magistratura.

L’informazione è il campo di battaglia di chi impugna bandiere pacifiste. Ma quella non è pace, è guerriglia.
Così, se in America si fa la fila per sparare su Trump, in Italia si fa la fila per diffondere odio in maniera pacifinta. Per non parlare dei segreti trasmessi con la promessa di bisbigli di immortalità politica e gloria mediatica da quelli che il poeta Thomas S. Eliot chiamava “Uomini vuoti”.

Di fronte a guerre ibride

La guerra ibrida o “di quinta generazione” è una strategia che supera il modello delle guerre asimmetriche utilizzando insieme la politica, la guerra economica, il terrorismo, la guerra psicologica, gli attacchi cibernetici, le fake news e l’ingerenza in elezioni politiche di altri Paesi. In questo modo l’aggressore può presentarsi come aggredito evitando ogni attribuzione di responsabilità.

In questo modo si accusa Israele persino quando il suo governo e l’Idf avvisano la popolazione libanese e Unifil di “sloggiare” per loro tutela, perché si trovano in prima linea. Quindi: se non avvisi sei criminale; ma se avvisi lo sei lo stesso. Se reagisci sei un criminale; ma se non reagisci vieni comunque considerato tale. Tutto viene rovesciato: Golia diventa Davide e David diventa Golia. Siccome siamo diventati tutti degli spettatori, in questi anni di lunghi serial stiamo sempre come 60 anni fa dalla parte dei Sioux, ma senza chiederci quale sia la parte dei Sioux. Non sembra che Hezbollah, Hamas e l’Iran siano armati di arco e frecce e vivano solo di caccia ai bisonti, e non -come sembra- di quella caccia all’ebreo che è un continuum da duemila anni a questa parte.

Intanto in Iran si amputano mani e piedi dei ladri. Silenzio da parte di un’opposizione a senso unico, che non è neanche andata in Sinagoga per il ricordo del 7 ottobre 2023 col presidente Sergio Mattarella.


di Paolo Della Sala