Un tribunale russo ordina l’arresto di due giornalisti italiani

martedì 8 ottobre 2024


Il Cremlino continua la sua “guerra parallela” contro i giornalisti. Sono stati una dozzina gli operatori dell’informazione indagati dalla Russia per aver varcato il confine insieme all’esercito ucraino durante l’avanzata nella regione di Kursk in agosto. Adesso, è il turno di due giornalisti italiani. Un tribunale del regime di Mosca ha ordinato l’arresto di Simone Traini e Stefania Battistini, del Tg1 della Rai, che attualmente si trovano fuori dalla Russia. L’accusa, appunto, è di aver attraversato illegalmente il confine, poiché si trovavano insieme alla missione di Kiev che ha sfondato la linea nemica in una zona occidentale. Qui, i due professionisti dell’informazione stavano ultimando un reportage per conto dell’emittente pubblico italiano.

Il tribunale dell’Oblast di Kursk ha chiesto al Bel Paese l’estradizione di Traini e Battistini, i due giornalisti della Rai, per aver “attraversato illegalmente il confine con la Russia”, mentre viaggiavano “a bordo di un veicolo delle forze armate ucraine fino alla città di Soudja”, ha scritto l’organo giudiziario sul suo canale Telegram. La cittadina citata dai giudici della regione, si trova a soli 10 chilometri dal confine, ed è al momento sotto il controllo dell’esercito di Kiev. Quindi, stamattina, i due professionisti sono finiti ufficialmente nella lista dei giornalisti “ricercati” del Cremlino, e saranno eventualmente tenuti in custodia cautelare prima di un eventuale processo, ha aggiunto il tribunale. Tutto questo, chiaramente, solo in caso di estradizione.

Secondo il codice penale di Mosca, Simone Traini e Stefania Battistini rischiano fino a cinque anni di carcere. “Il mandato d’ arresto russo contro due giornalisti del Tg1 Rai è una ulteriore forma di persecuzione nei confronti della libertà di stampa”, ha scritto sul suo profilo X il ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani. “Il governo italiano – ha aggiunto il titolare della Farnesina – sarà sempre schierato a difesa del diritto d’informazione indipendente”. Inoltre, è proprio la presenza dei giornalisti e degli operatori umanitari uno dei maggiori deterrenti per gli eserciti, che sentendosi “sotto osservazione” evitano di commettere le atrocità e i crimini di guerra a cui siamo, purtroppo, abituati.


di Zaccaria Trevi