giovedì 3 ottobre 2024
Mentre la guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina continua, vengono svelate sempre più frequentemente le campagne di disinformazione orchestrate dal Cremlino in tutta Europa. A settembre, un consorzio di media europei ha fatto trapelare le registrazioni delle operazioni della Social design agency, una società con sede a Mosca che avrebbe guidato la propaganda della Russia. La Federazione conduce campagne di disinformazione attraverso vari mezzi, principalmente sui social media attraverso meme, account falsi e contenuti falsificati. La Russia rimane la minaccia più significativa per quanto riguarda la diffusione della disinformazione anti-Ue, principalmente attraverso la manipolazione delle informazioni. Poiché la Russia percepisce l’Unione europea come politicamente e socialmente divisa, economicamente stagnante e una debole entità militare, Mosca continuerà, e persino rafforzerà, la sua campagna di disinformazione anti-Ue nel prossimo futuro. Mentre la guerra su vasta scala continua, gli europei mostrano stanchezza per il conflitto prolungato e sono quindi più suscettibili alla disinformazione proveniente dalla Russia.
Essere un obiettivo di una campagna di disinformazione russa non è una novità per l’Unione europea. Dal 2015, funzionari dell’Ue ed esperti di disinformazione hanno rintracciato oltre 17mila casi di propaganda anti-Ue generati dalla Russia. Di questi, ben 1500 si sono verificati nella prima metà del 2024. Secondo i funzionari dell’Ue, l’attuale campagna di disinformazione della Russia ruota attorno a tre idee chiave: la diffusione di contenuti anti-ucraini; temi e narrazioni anti-Ue; e la glorificazione della Russia, con particolare riferimento alla sua diplomazia (sic!), leadership politico-militare e gli “strabilianti risultati” economici. Nel 2014, la disinformazione anti-Ue è aumentata in seguito all’annessione illegale della Crimea da parte della Russia e alla diffusione della violenza nel Donbas. A quel tempo, la Russia ha iniziato a utilizzare attivamente temi come la migrazione, il cambiamento climatico e il crescente spopolamento e impoverimento nell’Unione europea. Inoltre, la guerra dell’informazione della Russia ha tentato di rappresentare gli Stati baltici come gli eredi politici in Europa della Germania nazista.
Secondo Josep Borrell, l’alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, fino al 2021, la disinformazione della Russia – principalmente quella relativa alla pandemia di Covid-19 – aveva raggiunto livelli da “scala industriale”, coinvolgendo sempre più “attori” alla sua diffusione. In seguito allo scoppio dell’aggressione russa contro l’Ucraina nel 2022, l’uso della disinformazione contro l’Unione europea e i singoli Stati membri è aumentato vertiginosamente. I meccanismi generali della strategia della campagna di disinformazione della Russia non sono cambiati. Gli organi di disinformazione russi trovano un fatto che è vero e, decontestualizzandolo o divulgandolo in un contesto diverso, ne stravolgono il significato. Più frequentemente, inglobano una notizia in una fitta coltre di bugie. Purtroppo, questo genere di “informazioni”, sempre più spesso, vengono usate anche da politici europei filorussi.
Dopo il febbraio 2022, l’Ucraina è arrivata a occupare un posto centrale nelle narrazioni della disinformazione russa. Le campagne di disinformazione della Russia mirano non solo a fomentare il sentimento anti-ucraino all’interno dell’Unione europea, ma anche a dipingere la leadership dell’Ue come debole. La narrazione russa propone la guerra in Ucraina come un conflitto iniziato per interessi e pregiudizi occidentali. Sostengono che gli europei siano stanchi dei rifugiati ucraini e che stiano pianificando di deportarli nel loro Paese. Riformula il sostegno dell’Unione europea all’Ucraina come derivante dall’odio dell’Unione nei confronti della Russia e dalla continuazione delle opinioni filo-neo-naziste. Inoltre, la retorica sostiene che gli Stati Uniti sostengono l’Ucraina solo per il desiderio di controllare le risorse naturali del Paese. La Russia sostiene inoltre che la sua guerra contro l’Ucraina era di natura difensiva, con la cosiddetta “Operazione militare speciale” intrapresa solo perché gli Stati Uniti, l’Unione europea e l'Organizzazione del Trattato del nord atlantico (Nato) stavano progettando di attaccare la Russia dal territorio ucraino.
Oltre all’Ucraina, anche la Germania continua ad essere un target della disinformazione russa. Uno studio di Der Spiegel ha affermato che una rete presente sul social network X, composta da almeno 50.000 account falsi, ha generato più di un milione di tweet specificamente mirati al sostegno dei tedeschi all’Ucraina, con l'obiettivo di screditare il governo tedesco e distorcere le sue vere intenzioni. La campagna di disinformazione ha generato il malcontento pubblico per gli aiuti all’Ucraina, sostenendo che rappresentava una spesa eccessiva e dispendiosa da parte del governo tedesco in un momento di difficoltà economiche. Il messaggio più comune diffuso dalla propaganda russa è l’idea che il governo tedesco stia danneggiando i propri cittadini, sacrificando il loro benessere per sostenere l’Ucraina.
Un’altra caratteristica della propaganda russa post-2022 potrebbe essere sintetizzata nella frase: “La migliore difesa è un buon attacco”. Invece di cercare di contrastare le accuse di disinformazione dell’Unione europea, la Russia accusa l’Unione europea di lanciare le proprie campagne di disinformazione contro la Russia. Gli esperti russi cercano anche di creare paralleli tra la preparazione dell’Unione europea per una guerra dell’informazione con la Russia con la preparazione di “Adolf Hitler per il suo attacco contro l’Unione sovietica”. Gli esperti russi sostengono anche che l’Unione europea “si è effettivamente evoluta nel Quarto Reich”, il cui obiettivo primario è quello di cercare di trovare una giustificazione ideologica per un’ulteriore aggressione contro la Russia, suggerendo allo stesso modo che l’Ucraina sia diventata il banco di prova dell’Unione europea per una guerra futura. Non importa quante volte la campagna di disinformazione della Russia si ristrutturi, i semi del dubbio che ha seminato verso i funzionari dell’Ue e il concetto che, in fondo, “tutti mentono” sarà difficile da combattere.
Per frenare efficacemente la disinformazione russa saranno necessarie varie azioni. In primo luogo, come ha recentemente suggerito la Polonia, sarebbe opportuno creare un’alleanza transatlantica per combattere la disinformazione russa. In secondo luogo, l’Unione europea deve affrontare i problemi presenti all’interno della società europea, adottando politiche efficaci. In caso contrario, a Mosca basterà solo una leggera spinta per stimolare il malcontento. In terzo luogo, l’Unione europea deve fornire all'Ucraina gli aiuti necessari per vincere la guerra, altrimenti, laddove la guerra si prolungherà, gli europei risulteranno più suscettibili alla disinformazione russa.
(*) Docente universitario di Diritto internazionale e normative per la sicurezza
di Renato Caputo (*)