Raid dell’Idf a Beirut, Hezbollah: “È solo il primo round”

giovedì 3 ottobre 2024


Sarebbero almeno sei le vittime del raid israeliano nella capitale del Libano. Le Forze di difesa hanno colpito un palazzo che ospitava un centro di soccorso di Hezbollah, nel cuore di Beirut. Oltre alle vittime, sarebbero sette le persone rimaste ferite nell’attacco. In seguito, l’esercito israeliano ha emesso un ordine di evacuazione per altri cinque edifici nella periferia della città. “Siete vicini a installazioni e interessi legati a Hezbollah, contro i quali l’esercito israeliano agirà nel prossimo futuro”, ha notificato l’Idf con un comunicato. Inoltre, le Forze di difesa hanno reso noto che stanotte un attacco con droni ha fatto scattare le difese antiaeree a Bat Yam, una città a sud di Tel Aviv. Uno dei due Uav è stato intercettato, mentre l’altro è caduto in un’area aperta. Non si sono registrati né danni né feriti. Nelle battaglie di ieri, secondo giorno di offensiva di terra dell’Idf, hanno perso la vita nello scontro con Hezbollah almeno otto militari israeliani. “Siamo nel mezzo di una dura guerra contro l’asse del male dell’Iran, che cerca di distruggerci. Questo non accadrà perché saremo uniti e, con l’aiuto di Dio, vinceremo insieme”, ha scritto Benjamin Netanyahu nel suo messaggio di condoglianze alle famiglie dei soldati rimasti uccisi nell’offensiva di terra. “Vorrei inviare le mie più sentite condoglianze alle famiglie dei nostri eroi caduti oggi in Libano, che Dio li vendichi e che il loro ricordo sia una benedizione”, ha concluso il premier.

Le milizie libanesi sostenute dall’Iran avrebbero rassicurato Teheran e messo in guardia l’Occidente sul fatto che i paramilitari hanno abbastanza combattenti, armi e munizioni per respingere Israele. Lo ha dichiarato il capo dell’ufficio stampa di Hezbollah Mohammad Afif, secondo quanto riportato da Al Jazeera. “Assicuriamo al nemico che questo è solo il primo round”, ha affermato il portavoce ai giornalisti nel sud del Libano, aggiungendo che il Partito di Dio è pronto a “sacrificare il proprio sangue e la propria anima per la nostra patria per la grazia di Dio”. E ancora: “Quello che è successo a Maroun el Ras e in altre zone, inclusa Odaisseh, non è stato altro che la punta dell’iceberg”, ha chiosato Afif. Secondo i media iraniani, i funerali di Hassan Nasrallah avverranno domani. Per motivi di sicurezza, non vengono citati l’ora del funerale e neppure il luogo della sepoltura dell’ex leader di Hezbollah, ucciso venerdì scorso in un raid aereo israeliano a Beirut.

Negli attacchi su Beirut di oggi, avrebbe perso la vita anche un cittadino americano, Kamel Ahmad Jawad. Lo ha reso noto la figlia della vittima di concerto con una deputata al Congresso degli Stati Uniti, con un post su Instagram. Tutto questo, quando il giorno prima il presidente Joe Biden ha affermato di non approvare in nessun caso un attacco israeliano agli impianti nucleari iraniani. “La risposta è no”, ha detto Biden ai giornalisti quando gli è stato chiesto se avrebbe sostenuto un simile attacco. “Noi del G7 siamo d’accordo sul fatto che hanno il diritto di rispondere, ma devono farlo in modo proporzionato”, ha aggiunto l’inquilino della Casa Bianca. L’Idf ha esortato i libanesi che vivono nel sud del Paese a non tornare alle loro case, il giorno dopo che almeno 46 persone sarebbero state uccise e altre 85 sono rimaste ferite nei bombardamenti, secondo quanto riferito dal Ministero della sanità di Beirut, nella regione di Al Nabatiye, nella valle della Beqaa e a Baalbek, nel nord-est del Paese.

L’esercito ufficiale del Libano ha risposto al fuoco delle Forze di difesa israeliane. Questo non accadeva da più di un anno, ma alla notizia della probabile morte di un secondo soldato di Beirut, i militari hanno contrattaccato Israele. Lo hanno confermato le forze armate del Paese. “Un soldato è stato ucciso dopo che il nemico israeliano ha preso di mira una postazione dell'’esercito nella zona di Bint Jbeil, nel sud, e il personale della postazione ha risposto alle fonti di fuoco”, si legge nel comunicato militare.

“Netanyahu ritiene di giovarsi di un conflitto più ampio e non manca chi all’interno lo spinge verso una resa dei conti con Teheran”, ha spiegato Giampiero Massolo, l’ex segretario della Farnesina intervistato dall’Agi. “Questa però non sarebbe priva di rischi perché comprometterebbe la situazione degli ostaggi a Gaza e provocherebbe reazioni asimmetriche dell'Iran piuttosto rilevanti”, ha aggiunto l’ambasciatore. “Gli iraniani un conflitto globale e complessivo non lo vogliono perché ritengono che metterebbe a rischio la sopravvivenza del regime”, ha sottolineato il diplomatico. Comunque sia, Teheran doveva a tutti i costi rispondere all'operazione di terra delle Forze di difesa in Libano. “Rispetto all’attacco precedente di metà aprile sono stati usati missili balistici, più veloci e precisi di quelli da crociera e dei droni, con bersagli asseritamente militari ma con il rischio di danni collaterali”, ha aggiunto Massolo.

Nel frattempo, l’esercito di Tel Aviv continua a colpire le scorte di Hezbollah. In Siria, nella città portuale di Lattakia è stato distrutto un deposito di armi delle milizie filo-iraniane. Secondo i media del governo, le difese aeree del Paese avrebbero ingaggiato “obbiettivi” sul mare vicino alla città, mentre i vigili del fuoco sarebbero impegnati a spegnere “un incendio” nell’area di Jableh, poco più a sud di Lattakia. L’opposizione siriana, invece, ha confermato che l’obiettivo dell’attacco era un deposito di armi e sui social sono apparsi video che documenterebbero le conseguenze dell’attacco. Le forze israeliane hanno di recente annunciato di essere impegnate a impedire le spedizioni di armi dall’Iran a Hezbollah in Libano, che spesso vengono consegnate attraverso la Siria.


di Eugenio Vittorio