Iran-Israele: quando i Servizi segreti fanno la differenza

mercoledì 2 ottobre 2024


La Guida suprema della Repubblica islamica dell’Iran, Ali Khamenei, sotto pressione dalle continue eliminazioni di leader aderenti all’asse della Resistenza (Iran, Hamas, Hezbollah, Houthi, milizie sciite siriane ed irachene), passa da una promessa di vendetta ad attese dichiarate ragionate. Ma da questi suoi atteggiamenti quello che emerge è soprattutto il dilemma su come agire o reagire. Certamente il governo degli Ayatollah si era preparato all’ennesimo annichilimento di un leader “dell’Asse”; infatti molte ore prima che l’esercito israeliano dichiarasse l’uccisione, il 28 settembre, di Hassan Nasrallah capo di Hezbollah, Ahmad Vahidi, ex ministro degli Interni e comandante delle Guardie rivoluzionarie, ovvero l’esercito ideologico del regime, e Ali Larijani ex capo del Parlamento iraniano, avevano indugiato, con dichiarazioni separate, sul fatto che ogni figura appartenente all’Asse della resistenza, può essere sostituita da altre personalità. Facendo intuire di voler assicurare la massa degli “affezionati”, che se anche Nasrallah fosse stato eliminato non ci sarebbero state conseguenze per il movimento e per il “partito di Dio”.

La realtà è che da diversi mesi Teheran subisce una serie azioni che devastano i punti cardine dell’Asse della resistenza. Eliminazioni inferte dallo Stato ebraico, ma che non producono da parte dell’Iran che reazioni scontate, come il recente lancio di missili contro Israele, o minacce, come quella di poter ricorrere all’uso del nucleare, non si sa bene tramite quale tipologia di ordigno. La Guida Suprema, ha poi dichiarato sul social network X, che “i criminali sionisti” non sono all’altezza di causare danni significativi a Hezbollah. E subito dopo la morte di Hassan Nasrallah ha assicurato che “l’organizzazione sciita” da lui fondata in Libano, non solo non scomparirà, ma sarà ancora più solida.

Comunque, dopo aver subito negli ultimi mesi una serie di colpi da parte di Israele, il Governo iraniano appare quasi messo all’angolo. Ricordo l’attacco al consolato iraniano di Damasco, in Siria, avvenuto il 1 aprile. Il 13 aprile, quando il regime ha cercato di rispondere, la quasi totalità delle centinaia di missili lanciati dall’Iran contro Israele furono intercettati, fallendo la plateale reazione. Così anche a luglio, quando Ismaïl Haniyeh, leader di Hamas, fu ucciso a Teheran, da una operazione attribuita ai Servizi israeliani, dopo avere presenziato all'insediamento del nuovo presidente, Massoud Pezeshkian. Da quel momento gli agenti israeliani hanno portato a termine una serie di eliminazioni mirate su alti dirigenti di Hezbollah, e distrutto infrastrutture militari che il movimento sciita libanese aveva costruito, con l’aiuto dell’Iran, negli ultimi venti anni.

Ad oggi il governo degli Ayatollah, che non rappresenta la volontà del popolo iraniano decisamente contrario al regime, non ha molte scelte, anche alla luce degli ultimi avvenimenti. Infatti anche se l’Iran nella serata del primo ottobre ha reagito agli attacchi israeliani, Gerusalemme-Tel Aviv andrà sempre oltre, per fiaccare l’asse della Resistenza, senza considerare le conseguenze delle sue azioni, come sta dimostrando soprattutto da un anno a questa parte: 7 ottobre 2023. Ma va anche sottolineato che tutto il “sistema guerra” ha meandri dove è difficile scrutare, come evidenziato anche dal media saudita Al-Hadath. Fonti, sembra libanesi, hanno riferito al media che Nasrallah ha incontrato un “uomo iraniano” a Dahiyeh, un quartiere musulmano a maggioranza sciita nel sud di Beirut, e che dopo questo incontro il capo di Hezbollah è stato sotto controllo da parte dei Servizi israeliani. Sempre Al-Hadath riporta che durante l’incontro, l’uomo iraniano, probabilmente agente del Mossad, è riuscito ad applicare sul palmo della mano di Nasrallah una sostanza invisibile a occhio nudo, forse radioattiva, consentendo agli agenti dei Servizi segreti israeliani di seguire i suoi spostamenti. Da quel momento agenti israeliani presenti in loco hanno potuto monitorare l’arrivo di Nasrallah al quartier generale di Hezbollah.

Quindi, secondo quanto riferito, i Servizi di intelligence israeliani hanno identificato la presenza degli altri capi di Hezbollah nello stesso luogo, che sicuramente erano stati precedentemente anche loro “marchiati” tramite lo stesso sistema. Così al momento che è stata appurata la presenza dei diversi leader nella sede e verificato l’arrivo di Nasrallah, è scattato l’attacco aereo sul luogo dell’incontro. Secondo il rapporto seguito al bombardamento, i sei appartamenti sopra il quartier generale di Hezbollah erano mezzi vuoti, il che spiegherebbe il numero relativamente basso di vittime. L’ennesimo successo dei Servizi segreti israeliani che anche con questa operazione e con la precedente sui cercapersone e ricetrasmittentiminati”, mettono la Guida suprema nella necessità di avere un atteggiamento prudente e apparentemente timoroso, insomma “temporeggiatore”. In attesa di cosa? Forse del solito attacco missilistico, realizzato poche ore fa, preavvisato ampiamente e intercettato da Israele?

Certamente il profilo di Khamenei è lontano da quello del generale romano Quinto Fabio Massimo, passato alla storia con il soprannome di “temporeggiatore”, ma piuttosto appare come una Guida suprema, con limiti sempre più evidenti, sottolineati anche dalla inefficacia dell’ultimo attacco missilistico contro Israele, anche questo quasi totalmente annullato dalla contraerea israeliana. Un improbabile confronto con Israele, anche a livello di intelligence.


di Fabio Marco Fabbri