Ucraina: intervista all’ambasciatore Melnyk

venerdì 27 settembre 2024


Abbiamo avuto modo di incontrare Yaroslav Melnyk, ambasciatore straordinario e plenipotenziario d’Ucraina in Italia, e porgli alcune domande sulla situazione nel suo Paese e sullo stato dei rapporti tra Roma e Kyiv.

In che modo l’Ucraina prevede di attrarre il sostegno internazionale, inclusa l'assistenza militare ed economica? A suo parere quali sono le aspettative dai partner internazionali, tra cui l’Italia?

Il sostegno internazionale parte dal consenso politico multilaterale sia sull’inaccettabilità dell’uso degli strumenti di guerra per la soluzione di qualsiasi controversia nei rapporti tra i Paesi, che sulla necessità di adottare tutte le misure possibili per arrivare quanto prima a una pace giusta e duratura. Questo consenso già esiste e lo abbiamo visto durante il Primo vertice globale per la pace in Ucraina che si è tenuto in Svizzera. Purtroppo, la guerra non finisce solo per effetto di un vertice di alto livello, ma questo genere di eventi internazionali rappresentano dei milestone per andare avanti con impegni concreti, fattibili e condivisi, basati sui principi fondamentali della convivenza pacifica tra i popoli. Siamo certi che la maggioranza assoluta dei Paesi sono interessati nel ritorno della pace nel continente europeo; perciò, contiamo anche sul loro continuo sostegno, indispensabile per raggiungere questo obiettivo. E tra le priorità, in questo contesto rimangono l’assistenza politica e militare, ma anche finanziaria, umanitaria e certamente di ricostruzione. Un’importante tappa sarà la conferenza di ricostruzione prevista per l’estate prossima ospitata dall’Italia. Questo evento vedrà la partecipazione di rappresentanti di governi, imprese e organizzazioni finanziarie che discuteranno delle opportunità di investimento e dei progetti specifici per la ricostruzione d’Ucraina.

Come saranno ricostruite, dopo la guerra, le infrastrutture, gli edifici e l'economia distrutti?

La ricostruzione dell’Ucraina è stata iniziata con lo scoppio della guerra su larga scala e continua parallelamente alle nuove distruzioni causate dalla Russia. Questo processo è necessario perché permette alle persone di rimanere nel Paese e di sopravvivere anche nelle condizioni di guerra. Si tratta, prima di tutto, del ripristino delle strutture energetiche e infrastrutturali distrutte, senza le quali la popolazione non avrebbe elettricità, acqua o riscaldamento. Della ricostruzione di ospedali e scuole, della costruzione di case per gli sfollati interni, dei lavori per sistemare case e tetti danneggiati. Al contempo, uno dei principi fondamentali è build back better, cioè “ricostruire meglio di prima”. Secondo le stime della Banca mondiale, il fabbisogno dell’Ucraina per la ricostruzione e la ripresa ammonta a una cifra senza precedenti: 486 miliardi di dollari. Ovviamente, il fabbisogno di finanziamenti è di gran lunga superiore alla capacità delle attuali fonti di finanziamento dell’Ucraina.

L’Ucraina si aspetta sostegno da parte delle organizzazioni internazionali. Inoltre, verrà dato un grande rilievo al coinvolgimento del capitale privato attraverso partenariati pubblico-privati. Le aziende straniere avranno l’opportunità di partecipare a grandi progetti di ricostruzione dei beni danneggiati dagli attacchi russi. Un elemento importante di questa strategia sarà la realizzazione di riforme e l’assicurazione della trasparenza dei processi di ricostruzione, che sono condizioni essenziali per attrarre investimenti e guadagnare la fiducia della comunità internazionale. In questo modo, la ricostruzione d’Ucraina dopo la guerra diventerà un progetto globale che coinvolgerà la comunità internazionale, permettendo di creare un Paese moderno, resiliente e sviluppato, pronto ad affrontare nuove sfide e opportunità. Un altro elemento di questo approccio è il coinvolgimento delle regioni dei Paesi partner per stabilire legami diretti con le regioni ucraine e fornire assistenza mirata alla ricostruzione.

La propaganda russa non esce dallo spazio informativo europeo. Quali piattaforme o risorse mediatiche in Italia stanno attivamente diffondendo narrazioni filo-russe?

La propaganda e la disinformazione russa continuano a diffondersi attivamente in Italia. Uno dei recenti esempi è l’affissione di cartelloni propagandistici nelle città italiane. Il cinismo e l’immoralità della macchina propagandistica del Cremlino sciocca ogni volta, mettendo a rischio la sicurezza informativa. Queste sono operazioni di guerra psicologica e informativa mirate a imporre la propria narrazione e a frammentare l'unità della comunità europea nel supporto all’Ucraina. Piattaforme online e altri canali dove l’informazione viene diffusa senza un’accurata verifica diventano luoghi attivi per la diffusione di fake news. Pertanto, rinnovo il mio appello a giornalisti, politici e cittadini italiani a prendere informazioni solo da fonti ufficiali, per non diffondere inconsapevolmente menzogne pro-russe. Dobbiamo essere uniti nella nostra risposta alla propaganda russa sui territori europei e proteggere noi stessi dalle sue conseguenze velenose.

Quali speranze ripone l'Ucraina per il Secondo Summit di pace annunciato dal presidente Zelenskyy?

L’Ucraina si aspetta che il secondo summit per la pace rappresenti un passo significativo nel promuovere gli sforzi diplomatici per porre fine a questa cruenta guerra in condizioni giuste per il nostro Paese e nel rispetto dei principi del diritto internazionale. Il principale focus del Summit sarà la promozione del Piano della Vittoria ucraino del Presidente Volodymyr Zelenskyy, che definisce le condizioni concrete per raggiungere una pace duratura in Ucraina. Nonostante i numerosi “piani di pace” proposti da diversi leader mondiali, la formula ucraina rimane per noi quella principale. Essa propone condizioni specifiche per garantire una pace lunga e giusta, che risponde agli interessi sia del nostro Stato che della comunità internazionale. Il summit mira anche a rafforzare il sostegno alla politica di sanzioni contro la Russia e a intensificare la pressione economica e diplomatica sull’aggressore. Speriamo che questo summit produca risultati concreti e fruttuosi per rafforzare il sostegno militare al nostro Paese e garantire ulteriori aiuti finanziari per la ricostruzione post-bellica.

(*) Docente universitario di Diritto internazionale e normative per la sicurezza


di Renato Caputo (*)