I raid in Libano, la situazione tesa nel nord di Israele

martedì 24 settembre 2024


La guerra contro Hezbollah si fa sempre più intensa. Le Forze di difesa israeliane hanno lanciato l’attacco più massiccio dall’inizio della guerra. Nel Libano, Tel Aviv ha colpito nel giro di 24 ore 1.300 obbiettivi, con i raid che hanno distrutto almeno 1.600 obbiettivi negli ultimi giorni. Il confine nord di Israele è dove si stanno concentrando i raid dell’Idf, che sotto la direzione Comando settentrionale ha effettuato diverse ondate di attacchi nel sud del Libano e nella nord-orientale Valle della Beqa, come spiegano le Forze citate dai media israeliani. “Gli obiettivi distrutti – viene specificato – includevano lanciatori, centri di comando e strutture militari del movimento sciita appoggiato dall’Iran”. Secondo le Idf, nella giornata di ieri sono state sganciate 2.000 munizioni sul territorio del Libano.

Di tutta risposta, Hezbollah ha lanciato questa notte e stamattina circa 65 razzi verso il nord dello Stato ebraico. La maggior parte di questi, sono stati neutralizzati dai sistemi antimissilistici di Tel Aviv, mentre altri sono esplosi in aree aperte. È stato registrato solamente un ferito, una donna di 58 anni come affermano i medici. Inoltre, Una raffica di 50 razzi è stata lanciata contro l’area di Kiryat Shmona – che da tempo è passata da essere una delle città più importanti di Israele a un villaggio fantasma – causando danni ma nessun ferito. Lo riporta il Times of Israel. E i media libanesi hanno specificato come la giornata di ieri, con almeno 558 morti di cui almeno 50 bambini e 58 donne – e oltre 1.600 feriti – sotto i raid continui di Israele contro Hezbollah, è stata la singola giornata più sanguinosa per il Libano dalla fine della lunga guerra civile del 1975-1990.

Il presidente dell’Iran, Masoud Pezeshkian, interpellato dalla Cnn ha asserito che Hezbollah non rimarrà solo nella guerra contro Israele. “Non dobbiamo permettere che il Libano diventi un’altra Gaza”, ha aggiunto mentre si trova a New York per l’assemblea generale delle Nazioni unite. Riunione a cui parteciperà anche il premier Benjamin Netanyahu, che al momento ha ritardato il suo volo verso la Grande Mela. In un videomessaggio, Bibi ha intimato ai civili del sud del Libano a lasciare le loro case, dicendo di “prendere sul serio questo avvertimento”. Israele ha ordinato evacuazioni ai residenti delle aree prese di mira prima degli attacchi aerei, ma senza troppo successo. l’Esecutivo di Tel Aviv, inoltre, è sicuro che Hezbollah usi le aree civili per nascondere le armi. “Per favore, allontanatevi subito dal pericolo – ha detto Netanyahu – Una volta terminata la nostra operazione, potrete tornare in sicurezza nelle vostre case”.

Al momento, il botta e risposta tra Hezbollah e le Idf non conosce tregua. “Sono ripresi gli attacchi aerei su Baalbek e le aree circostanti, prendendo di mira il distretto di Al-Tal Al-Abyad, la città di Talia e la periferia di Shamstar”, ha affermato un’agenzia libanese, ripresa dalla Cnn. Israele, secondo alcune fonti, aveva preso di mira un ponte nel Libano meridionale: “Al-Mahmoudiya, vicino ad Al-Aishiya nell’area di Jezzin, è sottoposta a diversi attacchi aerei, in particolare prendono di mira il ponte che separa le regioni di Jezzin e Marjayoun”, ha specificato la National news agency di Beirut.

Inoltre, a causa dell’escalation tra Israele ed Hezbollah, 16 compagnie aeree hanno cancellato i voli in entrata e in uscita da Tel Aviv. I vettori ad aver messo in stand-by il loro servizio sono Iberia, British Airways, Lufthansa, United Airlines, Delta Airline, Wizz Air, Austrian Airlines, Ryanair, EasyJet, Vueling, Air India e Croatia Airlines. E il portavoce per la Sicurezza nazionale della Casa Bianca, John Kirby, ha chiesto a tutti gli americani che si trovano in Libano di “andarsene ora, finché ci sono ancora voli disponibili”.


di Eugenio Vittorio