Il parlamento ucraino ha accettato le dimissioni di Kuleba, proposto Sybiha

giovedì 5 settembre 2024


Il parlamento ucraino si è espresso a favore. Dmytro Kuleba si è visto accettare le dimissioni dalla Verkhovna Rada. Le votazioni sono avvenute in mattinata, visto che ieri non erano presenti abbastanza parlamentari per far valere un eventuale decisione. Dopo che il presidente Volodymyr Zelensky ha ordinato un importante “rimpasto di governo”, visto che l’Ucraina “ha bisogno di nuove energie” in un momento cruciale della guerra, il capo di Stato ha proposto al parlamento la nomina di Andrii Sybiha. L’uomo è attualmente uno dei vice capi dell’ufficio di Zelensky, e approderebbe al Ministero degli Affari esteri in sostituzione di Dmytro Kuleba.

Negli ultimi giorni l’esercito ucraino, nella sua offensiva a Kursk, ha impegnato una gran quantità delle sue forze migliori. Ciò potrebbe portare al collasso delle linee di difesa di Kiev in altre aree, in particolare nel Donbass ucraino. E questo viene considerato un obbiettivo di massima priorità dal Cremlino. Secondo Vladimir Putin “la liberazione del Donbass è un compito prioritario per la Russia”, e assicura anche che il suo esercito sta respingendo le forze ucraine nella regione al confine di Kursk. Lo ha confermato il presidente russo, parlando alla sessione plenaria del Forum economico orientale a Vladivostok. “E dalla nostra intelligence avevamo appreso che la Federazione russa stava progettando di creare questa zona cuscinetto”, ha aggiunto Zelensky. “Anche apertamente, Putin e il suo entourage hanno dichiarato di voler costruire una zona cuscinetto lungo il nostro confine, ad un certo numero di chilometri di profondità nel nostro Paese. E abbiamo capito che non si sarebbero fermati”, ha chiosato il capo di Kiev in un’intervista riportata da Abc news.

Stando alle parole di Mosca, la Russia preferirebbe raggiungere con mezzi pacifici gli obbiettivi dell’invasione militare. “Ma né gli Stati Uniti né l’Europa, né l’Ucraina, da loro guidata, sono ora inclini a risolvere il conflitto con mezzi diplomatici”, ha detto il portavoce della presidenza russa Dmitry Peskov. Mezzi diplomatici, ovvero, la resa incondizionata del Paese aggredito. “Fin dall’inizio, il presidente Putin ha ribadito che siamo pronti per una soluzione politica e diplomatica, poiché l’operazione militare speciale è una misura estrema”, ha aggiunto l’uomo. Sarebbe da aggiungere: posterdàti, per due, anche un pochino antani in prefettura.


di Eugenio Vittorio