martedì 3 settembre 2024
Ahmed Wadiyya è stato eliminato dalle Forze di difesa israeliane. Il comandante delle forze d’élite di Hamas è colui che ha guidato l’invasione del Moshav Nevi Ha’asara il 7 ottobre scorso. Il miliziano era stato filmato mentre beveva una Coca Cola nella casa di un uomo che aveva appena assassinato con una granata, mentre la vittima provava a difendere i suoi bambini. Wadiyya è stato ucciso in un attacco aereo in cui sono stati neutralizzati otto membri di Hamas, nei pressi dell’Ospedale di Gaza City. Il terrorista aveva assaltato la comunità israeliana e supervisionato il massacro di almeno 21 residenti, e il rapimento di uno di loro. Inoltre, “le forze militari israeliane hanno scoperto e distrutto un tunnel di Hamas lungo un chilometro nel nord della Striscia di Gaza”, ha dichiarato un portavoce dell’Idf, che ha aggiunto: “dentro la galleria sono state trovate armi, infrastrutture elettriche e un binario utilizzato per il trasporto delle attrezzature”.
Nel frattempo, in Israele non cessano le manifestazioni contro Benjamin Netanyahu e la sua gestione del caso ostaggi. Sono attese oggi, in decine di località dello Stato ebraico, diverse dimostrazioni indette dal Forum delle famiglie degli ostaggi e dei dispersi. A Tel Aviv, l’appuntamento è per le 19 per un “raduno enorme” guidato dai parenti delle persone rapite il 7 ottobre scorso nell’attacco in Israele, e tuttora tenute prigioniere nella Striscia di Gaza. L’opinione pubblica chiede al governo israeliano un accordo con Hamas, per liberare gli ostaggi rimasti. Sarebbero 97 gli israeliani rimasti nelle mani dei terroristi e di altre fazioni palestinesi a seguito dell’attacco ai kibbutz del 7 ottobre. Dei 251 rapiti totali, almeno 33 sono stati confermati morti dalle Idf durante i quasi 11 mesi di prigionia. Altri 35, tra cui 10 soldati, erano stati già trasportati morti a Gaza dai miliziani di Hamas. Secondo il governo di Tel Aviv, gli ostaggi ancora vivi sono 64: 57 israeliani, alcuni dei quali con più di una nazionalità, sei thailandesi e un nepalese. Tra loro si contano 52 uomini, 10 donne e due minori. 11 sono membri dell’esercito, incluse cinque donne.
di Redazione