Arresti e procedimenti giudiziari, a Cuba sale il numero di prigionieri politici

lunedì 26 agosto 2024


La libertà di espressione a Cuba continua ad essere repressa. In occasione del terzo anniversario delle manifestazioni dell’11 luglio (11J), l’Istituto cubano per la libertà di espressione e di stampa (Iclep) ha denunciato un’allarmante aumento delle violazioni della libertà di stampa. Il Regime ha lanciato una forte escalation repressiva contro giornalisti e attivisti, utilizzando i suoi soliti metodi coercitivi, per mettere a tacere le voci dei cittadini e impedire che il ricordo di questa data serva a dimostrare che il popolo “ha ancora le stesse ragioni per scendere in piazza in una protesta legittima come nel 2021”, ha spiegato l’Iclep.

Con la chiusura dei dati del 31 luglio 2024, la lista degli incarcerati a Cuba contiene un totale di 1.119 prigionieri politici e di coscienza condannati da procuratori o da disposizioni che limitano la loro libertà, senza alcuna supervisione giudiziaria, senza un giusto processo o una difesa efficace. Tutto questo, in flagrante violazione del diritto internazionale. La lista, è resa pubblica ogni mese da Prisoners defenders e diffusa in tutti gli ambiti politici, diplomatici e di difesa dei diritti umani. Negli ultimi 12 mesi (dal 1 agosto 2023 al 31 luglio 2024) la lista dei prigionieri politici a Cuba ha aggiunto un totale di 160 nuovi incarcerati (una media di oltre 13 nuovi prigionieri ogni mese). Ciò significa che nell’ultimo anno sono stati presenti nella lista un totale di 1.193 prigionieri politici, ricordiamo ancora una volta, tutti torturati.

Dei 1.119 reclusi, 30 in totale sono di minore età. 29 ragazzi e una ragazza si trovano nell’elenco dei detenuti. 28 stanno già scontando una pena mentre due di loro sono ancora in procedimenti penali con misure cautelari, senza alcuna protezione giudiziaria. Nell’ultimo rapporto di Cuba alle Nazioni unite, il Paese ha riconosciuto la veridicità dei dati di Prisoners defenders. C’è da aggiungere che le “Scuole di formazione comprensiva”, ovvero le strutture carcerarie per minori, sono delle vere e proprie prigioni, che non fanno capo al Ministero dell’Educazione ma al Ministero dell’Interno. Ogni anno, a Cuba, almeno 150 bambini sotto i 16 anni sono rinchiusi in questi autentici centri penitenziari con celle. Ogni anno, a Cuba, circa 260 bambini di 16 e 17 anni sono privati della libertà in carceri convenzionali. Lo conferma l’Onu.

Poi, le donne incarcerate sono al momento 119, comprese le minorenni e due transgender. Sì, perché tutte le donne trans incarcerate per motivi di coscienza sono costrette a vivere il penitenziario tra gli uomini – cosa che accade per tutte le detenute trans, anche quelle comuni – subendo situazioni indescrivibili per la loro condizione sessuale. Infine, l’Associazione ha identificato tra i prigionieri politici 324 reclusi con gravi patologie mediche senza adeguate cure mediche. Prisoners defenders ha potuto confermare che la causa di queste grazi situazioni di salute è dovuta alla mancanza di cibo, ai maltrattamenti, all’ambiente repressivo e al suo aggravamento per la mancanza di adeguate cure e medicinali.

A questi numeri, va aggiunto un dato stazionario di circa 11mila condannati – per la maggior parte afro-cubani – per “disobbedienza penale precriminale”. Questo particolare tipo di reclusione avviene spesso per soggetti che già stanno scontando una pena, spesso giovani, che vengono considerati persone “con tendenza a commettere reati in futuro a causa del comportamento che osservano in manifesta contraddizione con le norme della morale socialista”, come spiega il codice penale cubano.


di Zaccaria Trevi