martedì 6 agosto 2024
Il bombardamento russo delle infrastrutture energetiche civili dell’Ucraina ha costretto milioni di cittadini a trascorrere i mesi estivi adattandosi ai continui blackout elettrici, con temperature record che si aggiungono alle sfide pratiche di vivere senza corrente. La risposta ucraina a quest’ultima tipologia di avversità bellica è stata caratterizzata dalla sua tipica combattività, intraprendenza e forza d’animo. Tuttavia, è ormai diffusa la consapevolezza che il Paese sta per affrontare quello che potrebbe essere l’inverno più duro della sua storia moderna. Dall’inizio dell’invasione su vasta scala da parte della Russia nel febbraio 2022, Mosca ha distrutto, danneggiato od occupato circa l’80 per cento delle infrastrutture elettriche dell’Ucraina. La situazione è peggiorata drasticamente dal marzo 2024 a seguito di un’ondata di attacchi alle centrali elettriche del Paese che hanno devastato la capacità termica di Kyiv.
I funzionari del settore energetico ucraino ritengono che durante la prossima stagione invernale, il picco della domanda potrebbe superare i 18 gigawatt, con un consumo medio che probabilmente si aggirerà intorno ai 15 gigawatt. Tuttavia, la capacità rimanente è di poco superiore a 10 gigawatt. A meno che non si possano garantire nuove fonti significative, gli ucraini dovranno fare i conti con prolungati blackout in mezzo a temperature sotto lo zero. Ciò potrebbe portare a una catastrofe umanitaria e creare nuove ondate di rifugiati in fuga verso l’Unione europea. Guardando al futuro, non vi è alcun sostituto per le difese aeree tanto necessarie per proteggere la rimanente capacità di produzione energetica dell’Ucraina. Tuttavia, ulteriori passi da parte delle autorità e dei partner di Kyiv potrebbero aiutare a preparare il Paese alla prossima stagione invernale.
Un rapporto di luglio 2024, finanziato dal Ministero federale tedesco per l’Istruzione e la ricerca ha individuato una serie di misure a breve termine che potrebbero essere adottate rapidamente per colmare, almeno in parte, le attuali carenze. Una rapida riparazione degli impianti termici e idroelettrici, insieme all’implementazione di turbine a gas e pannelli solari su piccola scala, potrebbero mettere in funzione circa 3,4 gigawatt di capacità aggiuntiva prima che le temperature inizino a scendere. Anche le donazioni di attrezzature di ricambio sono assolutamente vitali, mentre l’Ucraina dovrebbe intensificare il lavoro con i partner per costituire scorte di componenti per ricostruire la capacità di generazione.
Una delle iniziative più promettenti riguarderebbe l’aumento della capacità transfrontaliera con i Paesi vicini dell’Ue che operano sotto l’egida della Rete europea dei gestori dei sistemi di trasmissione dell’elettricità (Entso-e). L’Ucraina si è sincronizzata con la rete Entso-e nel marzo 2022. Da allora, Kyiv ha aumentato significativamente la capacità transfrontaliera, ma c’è ancora spazio per un’ulteriore espansione dell’interconnessione, per circa 0,3 gigawatt, prima della prossima stagione invernale. Tuttavia, questo potrebbe essere più facile a dirsi che a farsi. Ungheria e Slovacchia sono i principali esportatori di elettricità verso l’Ucraina, ma attualmente minacciano di tagliare i flussi dopo che Kyiv ha introdotto un divieto parziale sul transito del petrolio russo verso le raffinerie dei due Paesi dell’Ue. Budapest e Bratislava beneficiano da tempo delle importazioni di energia russa a basso costo e sono state accusate di aver agito negli interessi del Cremlino bloccando il sostegno finanziario e militare dell’Ue all’Ucraina. Entrambi i Paesi potrebbero ora compromettere gli sforzi volti ad aumentare le esportazioni di energia verso l’Ucraina.
(*) Docente universitario di Diritto internazionale e normative per la sicurezza
di Renato Caputo (*)