Venezuela, Maduro espelle i giornalisti italiani

venerdì 2 agosto 2024


Giusto il tempo di atterrare. Il Governo dell’occupante Nicolás Maduro ha espulso dal Venezuela Marco Bariletti e il suo cameraman Ivo Bonato, due giornalisti del Tg1. I due inviati della Rai erano appena atterrati all’aeroporto Simón Bolívar di Maiquetía, nello stato di Vargas al nord del Paese. La notizia è arrivata con la denuncia del sindacato venezuelano dei lavoratori della stampa (Sntp). I due giornalisti sono arrivati da Lisbona alle 12.41 (ora locale). Poi, giusto il tempo di farsi controllare i documenti dalle autorità governative, sono stati separati dagli altri passeggeri e informati dell’espulsione. Il Venezuela li ha “immediatamente imbarcati sul volo di ritorno”, ha spiegato il sindacato del Paese. Ma a Caracas, gli attacchi contro la stampa locale e internazionale – come informa Reporter senza frontiere – sono aumentati a dismisura da quanto è stato confermato illegittimamente il terzo mandato di Maduro, domenica 28 luglio. Rsf continuerà a monitorare e denunciare “i casi di attacchi ai giornalisti e di ostruzione al lavoro della stampa”, ha dichiarato l’Ong.

Ma la libertà di espressione, di riunione e di protesta pacifica non hanno più posto in Venezuela. Il divorzio dalle istituzioni democratiche è stato sancito anche dalla forte repressione – che avrebbe causato fin ora 12 vittime – delle proteste post elettorali. 11 Organizzazioni non governative per i diritti umani hanno chiesto alla comunità internazionale di denunciare e sollecitare il rispetto dei diritti fondamentali dell’uomo in tutto il Paese, e di trasmettere una documentazione dettagliata sulle eventuali violazioni del Venezuela alla Missione di accertamento delle Nazioni unite e alla Corte penale internazionale. Tutto ciò, com’è successo anche in passato, è servito fin ora a poco e nulla, testimone l’espulsione lampo da Maiquetía dei giornalisti italiani.

IL MONDO PRETENDE CHIAREZZA

Nel frattempo sarebbero arrivate prove schiaccianti della vittoria di Edmundo González Urrutia, il candidato dell’opposizione sconfitto, secondo il Comitato elettorale, da Maduro. Lo ha dichiarato il segretario di Stato Usa Antony Bliken. Adesso il mondo intero pretende chiarezza. Perfino il governo decisamente “a sinistra” di Luiz Inácio da Silva, la Colombia e il Messico hanno chiesto una “verifica imparziale dei risultati” delle contestatissime elezioni di domenica scorsa, in una dichiarazione congiunta. “Stiamo seguendo il processo di conteggio dei voti con grande attenzione e facciamo appello alle autorità elettorali del Venezuela affinché procedano rapidamente e pubblichino i risultati dettagliati dai seggi elettorali”, si legge nel testo firmato anche dal Brasile. “Il principio fondamentale della sovranità popolare deve essere rispettato attraverso la verifica imparziale dei risultati”, hanno aggiunto i tre Paesi.

“L’Italia sostiene il popolo venezuelano che ha espresso la sua volontà”, ha aggiunto il vicepremier Antonio Tajani. “I risultati elettorali sono stati manipolati, secondo osservatori elettorali indipendenti, soprattutto nella trasmissione dati. Come abbiamo detto nella dichiarazione del G7: dobbiamo rispettare il voto democratico”, ha scritto sul suo profilo X il ministro degli Esteri italiano. Infine, la leader dell’opposizione María Corina Machado ha indetto, per la giornata di domani, mobilitazioni contro il Governo venezuelano, per chiedere chiarezza sul voto delle Presidenziali. Sono state prefissate manifestazioni in “tutte le città” del Paese, per protestare contro i presunti brogli elettorali di Nicolás Maduro. “Dobbiamo rimanere fermi, organizzati e mobilitati con l’orgoglio di aver ottenuto una vittoria storica il 28 luglio e la consapevolezza che per raccoglierla andremo fino alla fine”, ha spiegato Machado in un video sui social. “Il mondo vedrà la forza e la determinazione di una società decisa a vivere in libertà”, ha aggiunto l’ex deputata. Venerdì, i venezuelani isseranno la bandiera nazionale in segno di protesta.


di Zaccaria Trevi