La Turchia fa un passo indietro nella guerra ai randagi

mercoledì 24 luglio 2024


Il Parlamento di Ankara ha modificato il disegno di legge. Una lunga discussione con la Commissione per l’Agricoltura e le Foreste turca ha portato l’Esecutivo a cambiare il testo del decreto che prevedeva l’eutanasia per quattro milioni di cani randagi. In primis l’organo statale ha sostituito il termine “eutanasia” con la frase “trattamenti medici scientifici sotto la supervisione di un veterinario”, cui saranno sottoposti cani malati, aggressivi o affetti da malattie infettive come la rabbia in stadi non curabili. L’opposizione in Turchia ha anche ottenuto che venisse specificato che si trattasse di cani e non “animali”, in modo da rendere chiaro che i trattamenti per i randagi non riguardassero anche i tanti gatti liberi del Paese. Felini per cui gran parte della Nazione stravede.

Gli attivisti, gli animalisti e soprattutto l’opposizione turca ha iniziato una vera e propria battaglia contro il dl presentato dal partito Akp del presidente Recep Tayyip Erdoğan. Anche l’opinione pubblica ha cavalcato le proteste dei contrari, che sono scesi in piazza nelle scorse settimane in molte città del Paese. Il Governo, quindi, ha rivisto alcuni punti del disegno di legge, che avrebbe consentito in potenza il massacro di milioni di animali. All’inizio era prevista la cattura dei cani, la chiusura in canili e altre strutture. Qui, sarebbero stati disponibili per l’adozione per non più di 30 giorni, prima di essere soppressi. Ora, l’eutanasia è prevista solo per gli esemplari aggressivi, pericolosi ed affetti da malattie infettive incurabili. Per quelli docili, scatterà la sterilizzazione, e poi il proseguo della vita in canile.

Anche se queste misure sembrano estreme e, talvolta, troppo “barbare”, c’è da specificare per onor di cronaca che la Turchia è per la sanità un Paese “ad alto rischio di contrazione della rabbia”. Inoltre, dal 2022 ad oggi, sono state 65 le aggressioni verso i cittadini, e negli ultimi 5 anni sono stati 3.500 gli incidenti stradali, costati la vita a 55 persone, causati da cani randagi.


di Zaccaria Trevi