mercoledì 24 luglio 2024
Da mesi Israele smentisce le affermazioni diffamatorie sulla carestia a Gaza, mentre le organizzazioni internazionali (in particolare l’Onu e l’Ue, la Corte internazionale di giustizia e i media tradizionali insieme a Ong come Human Rights Watch) hanno promosso la falsa e malevola narrazione secondo cui Israele è responsabile della fame degli abitanti di Gaza e addirittura la sta usando come “arma di guerra”. Israele avrebbe potuto risparmiarsi lo sforzo. Nessuno lo ha ascoltato.
“La fame ‒ ha affermato l’alto rappresentante Ue per la Politica estera Josep Borrell ‒ è usata come arma di guerra”. Le sue parole sono arrivate dopo che un organismo affiliato all’Onu, l’Integrated Food Security Phase Classification (Icp), ha pubblicato nel marzo scorso un rapporto speciale da cui emerge che centinaia di migliaia di persone a Gaza stavano già affrontando la carestia ed entro luglio la cifra sarebbe salita a più di un milione.
Secondo l’Ipc, a Gaza: “La carestia è imminente, e 1,1 milioni di persone, metà della popolazione, stanno affrontando una situazione di insicurezza alimentare catastrofica”. L’ordinanza emessa il 28 marzo scorso dalla Corte Internazionale di Giustizia, che ha imposto a Israele di consentire la fornitura di aiuti umanitari a Gaza, si è basata sul rapporto dell’Ipc. Lo Stato ebraico è stato quindi travolto da una caterva di odio e di reazioni di indignazione da parte della comunità internazionale per aver presumibilmente causato questa “carestia”. A maggio scorso, il Programma alimentare mondiale (Pam), l’Agenzia delle Nazioni Unite impegnata nella lotta per sradicare la fame e la malnutrizione nel mondo, ha affermato senza la minima prova che Gaza si trovava a dover affrontare “una vera e propria carestia”. Ora, si scopre che era tutto una grande menzogna. Non c’era e non c’è alcuna carestia e Israele non ha usato la fame come “arma di guerra”.
Nel suo report pubblicato il 4 giugno, l’Ipc ha concluso che la carestia non era più nemmeno “plausibile” e non c’erano nemmeno “prove a sostegno”. Le Nazioni Unite hanno inoltre ammesso che fino ad ora sono stati registrati a Gaza soltanto 32 decessi per malnutrizione, 28 dei quali riguardavano bambini sotto i 5 anni di età. Tuttavia, nessuno (né le Nazioni Unite né la Corte Internazionale di Giustizia, né tantomeno le Ong e i media che hanno amplificato e diffuso le menzogne) ha ammesso di essersi sbagliato. Al contrario, il 18 giugno il New York Times asserendo che la popolazione di Gaza “sta affrontando livelli estremi di fame”, ha continuato a diffondere la menzogna. Il più recente rapporto dell’Ipc, pubblicato il 25 giugno, ha concluso che negli ultimi mesi, la fornitura di cibo a Gaza è, di fatto, aumentata, non diminuita, e che “in questo contesto, le prove disponibili non indicano che sia in atto una carestia”.
Per contro, più di tre milioni di bambini in Sudan soffrono di malnutrizione acuta, e un quarto di milione rischia di morire nei prossimi mesi. Per ammissione delle stesse Nazioni Unite, la guerra in Sudan è “la guerra che il mondo ha dimenticato o ignorato”. Il paradosso di questa affermazione è chiaramente sfuggito all’Onu, paradosso che è probabilmente la ragione principale per cui il Sudan (e altri luoghi di conflitto) viene ignorato: le Nazioni Unite concentrano quasi tutte le loro risorse su Israele e Gaza.
“Circa 222mila bambini gravemente malnutriti e più di 7mila neomamme rischiano di morire nei prossimi mesi se le loro esigenze nutrizionali e sanitarie non saranno soddisfatte”, ha di recente affermato il Sudan Nutrition Cluster, una partnership di organizzazioni tra cui le Nazioni Unite, il Federal Ministry of Health, e altre Ong, compresa Save the Children. Complessivamente, 18 milioni di persone in Sudan rischiano di morire di fame. Evidentemente, a nessuno importa. La carestia “inventata” è solo l’ultima di una lunga serie di invenzioni che demonizzano le operazioni militari di Israele a Gaza, che negli ultimi mesi sono state smascherate come menzogne, ma non hanno ricevuto alcuna copertura mediatica. Come prevedibile, nessuna delle rivelazioni è stata ampiamente pubblicata sui media tradizionali o riconosciuta da organizzazioni come l’Ue o le numerose Ong che hanno diffuso le menzogne, come Human Rights Watch.
Ecco un elenco selezionato di alcune delle bugie più esorbitanti:
Israele non consente l’ingresso di sufficienti aiuti umanitari a Gaza
Questa affermazione, basata su una menzogna, è stata la ragione apparente per cui il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha costruito un molo temporaneo a Gaza. Secondo Un Watch: “I dati pubblicati sia dall’Onu che dal Cogat mostrano che al 4 aprile 2024, circa sei mesi dopo l’inizio della guerra, circa 13 mila camion carichi di aiuti alimentari sono entrati a Gaza, il che equivale a 272 mila tonnellate di cibo, più del doppio della quantità richiesta, secondo il Wfp. Inoltre, se il numero complessivo di camion entrati a Gaza prima del 7 ottobre è diminuito complessivamente, quello di camion carichi di aiuti alimentari entrati a Gaza dopo il 7 ottobre è raddoppiato. Allo stesso tempo, sembra che l’Onu non abbia la capacità logistica per distribuire il volume di aiuti in entrata. Il Cogat ha ripetutamente criticato le Nazioni Unite per non aver appurato il numero di camion che entravano nella Striscia in un dato giorno”. Nonostante questa situazione, non creata da Israele, il 18 giugno, l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti umani Volker Türk ha rilanciato l’accusa diffamatoria secondo cui Israele impedisce l’ingresso degli aiuti umanitari a Gaza. “La negazione arbitraria e l’ostruzione degli aiuti umanitari sono continuati ‒ ha mentito spudoratamente Türk ‒ Tutto ciò deve finire”.
Israele ha ucciso più di 37 mila persone a Gaza, principalmente donne e bambini
Per mesi i media hanno riportato le cifre delle vittime traendo direttamente i dati dalla macchina di propaganda di Hamas, nota anche come ministero della Salute di Gaza, che l’Ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli Affari umanitari (Ocha) pubblica di buon grado e senza riflettere sul suo sito web ogni giorno. Il motivo per cui l’Onu funge da portavoce di Hamas è interessante, almeno ufficialmente, ma, nonostante ciò, sembra la fonte principale per i giornalisti che parlano delle vittime di Gaza. Tali cifre sono state dichiarate estremamente elevate fin dall’inizio, attualmente si dice che ammontino a più di 37 mila, ed è stato quasi sempre affermato, secondo Honest Reporting, che la stragrande maggioranza delle vittime, circa il 70 per cento, erano donne e bambini. Questi numeri sono stati ripetuti indiscutibilmente a pappagallo da tutti, nessuno escluso, inclusi altri organismi delle Nazioni Unite, l’Ue, i media e le sedicenti Ong per i diritti umani.
Poi, all’inizio di aprile, Hamas ha ammesso che i suoi numeri erano “errati”. La Foundation for the Defense of Democracies ha scritto: “Il ministero della Salute di Gaza, gestito da Hamas, ha dichiarato il 6 aprile di avere dati incompleti riguardanti 11.371 morti sul complessivo numero di 33.091 vittime palestinesi che tale dicastero sostiene di aver documentato. In un rapporto statistico, il ministero rileva che, a suo avviso, una scheda individuale è incompleta se mancano i seguenti punti chiave: il numero di documento di identità, il nome completo, la data di nascita o quella di morte”. All’inizio di maggio, l’Onu ha di fatto ammesso che le cifre delle vittime fornite da Hamas non erano affidabili, abbassando il numero di morti da circa 34mila a circa 24mila, riducendo la presunta cifra delle vittime identificate tra i bambini da 14 mila a circa 7.800. Secondo l’Idf, 14 mila di quei 24mila erano terroristi di Hamas, il che significa che il numero effettivo di morti civili in quel momento era più vicino a 10mila.
Il termine “civili”, in un contesto palestinese, in ogni caso, è una questione complicata. Per prima cosa, molti dei cosiddetti “civili” hanno preso parte ai massacri del 7 ottobre insieme a terroristi di Hamas addestrati, il che li rende di fatto uguali ai miliziani di Hamas. Inoltre, Hamas e la Jihad islamica palestinese sono noti per il reclutamento di bambini terroristi. Nel 2021, il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha esortato “l’ala militare” di Hamas a smettere di ricorrere impropriamente all’utilizzo dei bambini nelle proprie attività terroristiche: “Invito le Brigate al-Qassam a cessare il reclutamento e l’impiego dei bambini e a rispettare i loro obblighi giuridici nazionali e internazionali. Esorto tutti i gruppi armati palestinesi a proteggere i minori, anche impedendo loro di essere esposti al rischio di violenza o di essere sfruttati per scopi politici”.
Hamas arruola da decenni minori di età inferiore ai 15 anni. Hamas gestisce altresì campi estivi militari per bambini, dove questi ultimi vengono addestrati con le Brigate al-Qassam. Secondo Daniel Pérez-García, ricercatore che si occupa di Radicalizzazione, Prevenzione e Sicurezza, in seno al Research and Projects Department dell'Euro-Arab Foundation for Higher Studies: “Oltre all’addestramento nell’uso di armi come il noto AK-47, (questi minori) vengono addestrati allo stesso modo delle forze armate di un esercito convenzionale e in tattiche irregolari. (...) Tra gli altri addestramenti speciali nella guerra asimmetrica e irregolare, le fazioni armate di Hamas e della Jihad islamica palestinese insegnano ai loro membri più giovani a rapire i soldati dell'Idf. (...) Nelle pubblicazioni di propaganda di entrambi i gruppi, si può vedere come gli individui in questione siano minorenni e come questi metodi siano diffusi su canali digitali come Telegram...”.
Infine, i civili svolgono un ruolo attivo nelle atrocità di guerra di Hamas, non da ultimo come custodi degli ostaggi. I quattro ostaggi liberati di recente dalle forze israeliane sono stati tenuti prigionieri in abitazioni private, una delle quali di proprietà di un “giornalista” di Al Jazeera.
Israele sta perpetrando “massacri”
Ripetutamente, durante la guerra, Israele è stato accusato di aver commesso “massacri”. Una di queste accuse è stata rivolta a Israele alla fine di maggio, dopo che le forze israeliane avevano preso di mira importanti terroristi di Hamas in un attacco preciso, innescando però inavvertitamente un incendio in cui sono rimate uccise diverse persone in un vicino campo profughi. L’attacco e il conseguente incendio hanno catalizzato una vasta condanna, con alcuni che lo hanno definito un “massacro” e il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che ha tenuto una riunione di emergenza. Il Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha guidato l'incitamento contro Israele, come fa quasi sempre l’Onu. “Non esiste un posto sicuro a Gaza. Questo orrore deve finire”, ha postato sui social media Guterres. L’Alto Rappresentante UE per la Politica estera Josep si è detto “inorridito dalla notizia” dell’attacco; il presidente francese Emmanuel Macron ha affermato di essere “indignato”.
Le munizioni di precisione avevano preso di mira due terroristi. L’indagine dell'Idf ha riscontrato che le munizioni non avrebbero potuto innescare un incendio di quelle dimensioni nell’accampamento vicino; molto probabilmente munizioni, armi o altro materiale erano immagazzinati nell’area dell'attacco, che ha causato un’esplosione secondaria e infine l’incendio che si è propagato. La lista delle menzogne prosegue, ma le falsità diffamatorie, anche se ammesse da Hamas o dalle Nazioni Unite, continuano a essere diffuse come parte di una narrazione inventata e malevole sui “crimini di guerra” e sul “genocidio” israeliani. Le menzogne continuano a essere escogitate da Hamas e dai sostenitori dell’organizzazione terroristica, e ripetute da media che si rivelano sempre più poco professionali e razzisti. Le menzogne non vengono mai emendate, apparentemente perché farlo distruggerebbe completamente ciò che i media verosimilmente vogliono che si sappia su Israele.
Gran parte delle élite della comunità internazionale, tra cui l’Onu, l’Ue, i media e innumerevoli Ong per i “diritti umani”, sembrano intenzionate ad aiutare l’Iran e i suoi proxies nella loro ambizione di distruggere l’unico Stato ebraico al mondo perpetuando le menzogne e le false narrazioni. Poi fingono di essere sconcertate quando l’antisemitismo raggiunge picchi sempre più elevati, come, più di recente nell’episodio dello stupro di gruppo di una dodicenne in Francia perché ebrea. Le tattiche di Hamas ora vengono evidentemente copiate da ragazzi adolescenti nelle strade europee. Evidentemente, a nessuno importa.
(*) Tratto dal Gatestone Institute
(**) Traduzione a cura di Angelita La Spada
di Robert Williams (*)