giovedì 18 luglio 2024
Tra le tentacolari modalità di fare guerra, la battaglia mediatica è una di quelle più insidiose e metodicamente utilizzate. Nella storia la disinformazione a mezzo stampa ha sempre avuto grandi effetti sul popolo, anche se spesso effimeri. Ricordo il Corriere della Sera del 7 giugno 1944, il giorno dopo lo sbarco in Normandia – il cui esito era già tracciato, nonostante vari imprevisti a metà giornata del 6 giugno – quando aprì con la notizia: La massa di fuoco della difesa germanica batte le unità alleate, sulla costa della Normandia. Oppure il quotidiano Il Secolo-La Sera, dello stesso 7 giugno, che scrive: Il tentativo di occupare la Normandia appare ormai destinato al totale fallimento. I giornali erano una delle due fonti di informazione insieme alla radio. Quindi agivano su una massa devota e dogmatica alla notizia, ma che difronte alla realtà dei fatti spesso restava sconcertata.
La guerra mediatica ha influenzato la massa anche sulle dichiarazioni di guerra, come quella ordita dagli Usa e dagli alleati contro l’Iraq, nel primo e secondo Conflitto del Golfo (1990-91, 2003) dove i media, soprattutto statunitensi, affermavano la pericolosità geopolitica del presidente Saddam Hussein (già invasore del Kuwait, il 2 agosto del 1990), possessore di armi di distruzione di massa, quindi una minaccia per l’Occidente e il mondo intero. Perciò andava abbattuto. E così fu fatto, anche a costo di una destabilizzazione del Vicino Oriente ancora in atto. La lista è lunga, come la questione libica del presidente Muammar Gheddafi o il più recente pantano informatico relativo alla guerra in Israele. Quindi, il conflitto mediatico è un’arma che negli scontri bellici o nelle crisi assume sempre quel ruolo manipolatorio, che supporta le azioni politiche e militari tradizionali.
Ora la guerra della Russia contro l’Ucraina, che sta delineando in questi ultimi giorni connotati seriamente preoccupanti a causa della annunciata fornitura ufficiale a Kiev di missili a lungo raggio da parte di Polonia, Italia, Francia, Germania – armamenti già parzialmente in dotazione all’esercito ucraino – conclama quella tipologia di guerra di disinformazione che sta mietendo verità a livello globale. Il sistema oggi al centro dell’attenzione circa la disinformazione strategica è il Doppelgänger, che rappresenta lo strumento principale della campagna di disinformazione russa; questo “gemello maligno” sta agendo da circa due anni – inizio dell’invasione dell’Ucraina – in modo crescente sulla macchinazione dell’informazione.
Ma da dove opera Doppelgänger? Si potrebbe immaginare una base fortificata nascosta in una remota regione siberiana, coperta da segreto militare. Invece lo troviamo in provider russi di nuova generazione che operano all’interno dei più grandi data center europei. La modalità operativa di questo sofisticato strumento manipolatorio si sta diffondendo con operazioni di propaganda basate sulla creazione di falsi siti ufficiali, etichettati come fossero comunicazioni istituzionali provenienti da varie nazioni occidentali, tra cui Italia, Francia, Germania. Qui vengono pubblicati falsi articoli con nette posizioni filorusse e anti-ucraine. Questa propaganda ha enormi margini di azione e l’evoluzione del Doppelgänger, tramite una vasta campagna online, ha ormai contaminato numerosi siti ufficiali in Europa, in Ucraina, negli Stati Uniti ma anche in Israele.
La peculiarità del Doppelgänger, oltre che essere lo strumento di una vasta campagna di disinformazione di matrice Cremlino, è che rappresenta pure un sistema apprezzato dai gruppi criminali informatici. Infatti, l’11 luglio l’Ong Qurium, che si occupa della difesa dei media investigativi, indipendenti e delle organizzazioni per i diritti umani, ha rivelato che la campagna di disinformazione russa, strutturata su Doppelgänger, si appoggia alle stesse infrastrutture tecniche dei gruppi criminali informatici. Qurium non sta operando da solo. Non a caso, sta cooperando con una rete di media investigativi come la tedesca Correctiv, Eu DisinfoLab e Antibot4Navalny, che è un gruppo anonimo di ricercatori di disinformazione che lavora per sabotare i tentativi del Cremlino di diffondere notizie e dati fraudolenti. L’evoluzione di Doppelgänger comprende soprattutto reti di disinformazione che non vengono solo utilizzate per ripubblicare articoli falsi di note testate giornalistiche europee, ma anche per maggiorare l’audience di articoli e video creati da altri attori con oscuri legami con le autorità russe.
Qurium ha analizzato in questo ultimo anno il complesso meccanismo utilizzato da Doppelgänger e ha rivelato che alcune società di marketing russe, apparentemente autonome, hanno operato sotto la guida del Cremlino. Inoltre, al fine di aggirare i controlli di X o Facebook, che scansionano le notizie utilizzando filtri per bloccare automaticamente queste pubblicazioni, Doppelgänger ha creato un sistema che si basa sulla sistematica acquisizione di decine di migliaia di domini, attivi solo per poche ore o pochi giorni. In pratica, il tempo necessario per reindirizzare gli utenti di Internet verso siti di propaganda, prima che questi vengano abbandonati perché intercettati.
All’interno di questo sistema di disinformazione è presente ogni tipo di strumento atto a interferire con siti ufficiali: software per installare virus o rubare identificatori, prodotti da società come la Gir-As, i cui servizi erano stati utilizzati in alcune operazioni da Primitive Bear o Gamaredon, un gruppo di spionaggio informatico, fortemente sospettato di essere legato ai servizi segreti russi. Ma anche società che Qurium ha ipotizzato appartenere a un insieme di fornitori di servizi segreti, come Aeza, hosting veloce utilizzato sia da Doppelgänger che da note strutture malware come Meduza e Lumma.
Quindi, il sistema Doppelgänger utilizzato dalla Russia nella semi-occulta guerra mediatica – la cui trattazione è qui estremamente sintetizzata – ha come campo di battaglia l’etere e agisce sulla disinformazione, che a sua volta opera su una platea di utenti annichiliti dal concetto di “verità eterea”. Il gemello maligno rappresenta il più manipolatorio ed efficace doping sociale oggi attivo. Una guerra usualmente complementare a quella tradizionale. E insieme fanno strage di verità e persone.
di Fabio Marco Fabbri