venerdì 5 luglio 2024
Dall’inizio dell’invasione su vasta scala della Russia, il Cremlino ha identificato il vasto e strategicamente vitale settore agricolo dell’Ucraina come un obiettivo prioritario. Questa offensiva contro gli agricoltori ucraini ha compreso di tutto, dal blocco dei porti marittimi del Paese alla distruzione sistematica dei prodotti agricoli e delle infrastrutture. Alla vigilia dell’invasione, nel febbraio 2022, la Marina russa ha iniziato a bloccare i porti ucraini sul Mar Nero, tagliando le rotte commerciali di lunga data che portavano il grano ucraino e altri prodotti agricoli verso i mercati internazionali. Ciò ha rappresentato un colpo devastante per l’economia ucraina, aumentando allo stesso tempo la minaccia di carestia nei Paesi del Sud del mondo dipendenti dalle forniture alimentari ucraine. Da più di due anni l’attacco al settore agricolo ucraino continua ad accelerare. Da Odesa al delta del Danubio, le strutture portuali dell’Ucraina meridionale, così cruciali per l’esportazione dei prodotti agricoli, sono state sottoposte a bombardamenti incessanti. Secondo il capo dell’amministrazione militare di Odesa, Oleh Kiper, ciò ha reso impossibile accumulare grandi quantità di grano nei magazzini e sta costringendo gli esportatori agricoli del Paese ad operare sotto costante minaccia di attacco. Anche le infrastrutture agricole dell’Ucraina vengono sistematicamente prese di mira in tutto il Paese, con regolari attacchi russi contro attrezzature, strutture di stoccaggio e snodi di trasporto. Secondo una recente ricerca, il valore totale dei beni agricoli distrutti ammonta a più di dieci miliardi di dollari.
Nel frattempo, circa due miliardi di dollari di prodotti agricoli ucraini sono stati distrutti o rubati e spediti agli alleati del Cremlino come Siria e Iran. La portata dei danni arrecati ai terreni agricoli ucraini è sconcertante. Più di un terzo dei terreni agricoli ucraini dedicati alla produzione di cereali sono stati direttamente colpiti dalla guerra, con circa quattro milioni di ettari attualmente inutilizzabili a causa delle attività minerarie, delle munizioni o delle ostilità in corso. Altri otto milioni di ettari di terreno agricolo ucraino sono attualmente sotto l’occupazione russa. Al di là delle linee del fronte, la Russia è anche accusata di aver deliberatamente dato fuoco ai campi di grano ucraini. L’obiettivo del Cremlino è chiaro: la Russia mira a infliggere danni irreparabili all’industria agricola ucraina, portando al collasso economico e allo spopolamento. L’Ucraina è stata storicamente conosciuta come il granaio d’Europa, con il settore agricolo del Paese che funge da motore chiave dell’economia nazionale. Bloccando le esportazioni agricole, distruggendo le infrastrutture agricole e impedendo agli agricoltori di coltivare i raccolti, Mosca spera di minare le basi economiche dello Stato ucraino e aprire la strada alla sottomissione del Paese. La campagna della Russia contro l’industria agricola ucraina ha anche una dimensione internazionale più ampia. Il Cremlino sta usando il cibo come arma per espandere la sua influenza in tutto il Sud del mondo, impiegando una combinazione di ricatto e corruzione. Mosca cerca di impedire all’Ucraina di esportare prodotti alimentari verso i Paesi dell’Africa e dell’Asia, cercando allo stesso tempo di “sostituire il grano ucraino” con forniture russe.
Nell’estate del 2022, c’erano speranze di un certo sollievo per il settore agricolo ucraino dopo che la Russia aveva firmato l’accordo sui cereali, attraverso la mediazione delle Nazioni Unite. Questa apparente svolta aveva inizialmente suscitato ottimismo, salvo poi evidenziare la volontà del Cremlino di sfruttare le preoccupazioni relative alla sicurezza alimentare globale. L’accordo sul grano sostenuto dalle Nazioni Unite consentiva esportazioni limitate di grano dai porti ucraini del Mar Nero, ma divenne presto evidente che Mosca vedeva l’accordo principalmente come un’opportunità per assicurarsi ulteriori concessioni. Il Cremlino ha costantemente sabotato l’attuazione dell’accordo sul grano, prima di ritirarsi unilateralmente un anno dopo, quando le sue crescenti richieste non furono soddisfatte. L’Ucraina ha ottenuto alcuni notevoli successi nella difesa del settore agricolo del Paese. A partire dall’agosto 2023, Kyiv è riuscita a sbloccare parzialmente i porti ucraini sul Mar Nero e a riprendere le consegne di grano attraverso la creazione di un nuovo corridoio per la navigazione mercantile. I volumi delle esportazioni agricole marittime sono ora vicini ai livelli prebellici, sottolineando la notevole resilienza dell’Ucraina in tempo di guerra.
La ripresa delle esportazioni agricole attraverso i porti ucraini del Mar Nero rappresenta una delle vittorie più significative del Paese dall’inizio dell’invasione su vasta scala da parte della Russia. Ciò è stato reso possibile dall’uso innovativo delle tecnologie dei droni ucraini e dall’efficace dispiegamento dei missili forniti dai partner internazionali, consentendo all’Ucraina di ridurre significativamente l’efficacia della Marina russa nel Mar Nero. Nonostante questi progressi, c’è ancora molto da fare per salvaguardare le rotte marittime e consentire il libero passaggio dei prodotti agricoli attraverso il Mar Nero verso i mercati globali. Dato che le rotte commerciali prese di mira dalla Russia si trovano in acque internazionali, questo non è un problema solo per l’Ucraina. Ci sono invece implicazioni per la più ampia comunità internazionale, in particolare per gli altri Paesi della regione del Mar Nero. È importante ritenere la Russia responsabile di aver messo a repentaglio la sicurezza di rotte commerciali marittime vitali e di aver intrapreso una condotta che potrebbe essere classificata come pirateria. L’Ucraina ha dimostrato di poter contrastare efficacemente la Russia anche con risorse limitate. L’esercito ucraino ha danneggiato o distrutto circa un terzo della flotta russa del Mar Nero e ha costretto Putin a ritirare la maggior parte delle sue navi da guerra rimanenti dalla Crimea occupata alla stessa Russia. L’Ucraina ha ora urgentemente bisogno di ricevere aerei da combattimento, missili a lungo raggio e difese aeree dai partner internazionali. Con gli strumenti giusti, l’Ucraina sarà in grado di proteggere i suoi porti e le infrastrutture agricole, far rispettare il diritto internazionale nel Mar Nero e salvaguardare il granaio dell’Europa da ulteriori attacchi russi.
(*) Docente universitario di Diritto internazionale e normative per la sicurezza
di Renato Caputo (*)