Elezioni in Francia: Le Pen passa al primo turno, Mélenchon invoca la desistenza

lunedì 1 luglio 2024


È partito il gioco delle rinunce. All’indomani del primo turno delle elezioni legislative in Francia, il partito di Marine Le Pen è indicato dai sondaggi come vincitore. Anche se i numeri non sono chiarissimi, Rassemblement National (Rn) ha ottenuto circa il 33,5 per cento delle preferenze, il Nouveau Front Populaire (Nfp) circa il 28 per cento e la maggioranza presidenziale – la vera sconfitta al primo round – solo il 20 per cento (circa) dei voti. C’è chi festeggia, come Jordan Bardella, al momento candidato numero uno per diventare il prossimo premier francese. Poi, c’è chi inizia a organizzarsi, come il campo progressista. E infine, chi constata la sconfitta, ovvero la coalizione presidenziale di Ensemble e Horizons. Il blocco del capo dell’Eliseo è stato “praticamente spazzato via” al primo turno, ha spiegato Le Pen dal suo feudo di Hénin-Beaumont. “Non era mai successo che decine di candidati del Rassemblement National venissero eletti già dal primo turno delle elezioni politiche”, ha aggiunto la deputata conservatrice.

È la prima volta che Rn assapora la possibilità di ottenere una maggioranza relativa al Governo, nonché la possibilità (non troppo remota ma neanche così vicina) di governare il Paese con la maggioranza assoluta. In questo caso, la coabitazione avverrebbe tra il presidente Emmanuel Macron, centrista, e Bardella come presidente del Consiglio. Il capo dell’Eliseo, se Rassemblement ottenesse i 289 seggi, nominerebbe come premier il candidato di Rn. Nel caso in cui il partito di destra ottenesse una maggioranza relativa, è stato lo stesso Jordan a confermare che non avrà “gli strumenti per guidare la Francia al cambiamento”. In quel caso, il capo di Stato avrà una bella gatta da pelare, perché dovrà trovare un presidente del Consiglio degno di ottenere la fiducia della nuova Assemblea, pur rispettando l’esito delle Legislative. Se così fosse, probabilmente, Macron darà mandato esplorativo a Bardella.

Invece, nel caso (remoto?) in cui la gauche ottenesse la maggioranza, anche relativa, la nomina di un premier sarebbe decisamente più facile, poiché anche Ensemble e Horizons potrebbero votare la fiducia in Parlamento. La scelta, se si verificasse questo scenario, ricadrebbe su François Ruffin de La France Insoumise, figura più moderata e meno divisiva di Jean-Luc Mélenchon. Ed è per questo che il leader dell’Nfp ha invocato in tutte le circoscrizioni in cui si presenti una triangolazione la desistenza dei “terzi partiti”. Lui stesso ha dichiarato che, qualora Lfi fosse la terza compagine in una gara a tre, si ritirerà al secondo turno per favorire il candidato più forte del fronte progressista e della coalizione presidenziale. “Nel caso in cui Rn arrivasse primo e noi arrivassimo terzi, ritireremo la nostra candidatura. In ogni caso, le nostre istruzioni sono semplici, dirette e chiare: né un voto, né un seggio in più per il Rassemblement”, ha chiosato Mélenchon.

Nel frattempo, tra chi protesta in piazza per l’ascesa del partito di Le Pen, e chi festeggia l’esito del primo turno, si prevede una settimana di fuoco per il Paese transalpino, alla presa con una delle tornate elettorali più importanti della sua storia recente.


di Zaccaria Trevi