Washington, abbiamo un problema

venerdì 28 giugno 2024


Il dibattito tra i due candidati per le Presidenziali ha lasciato più domande che risposte. Il faccia a faccia tra Donald Trump e Joe Biden, andato in onda sulla Cnn ieri sera, ha gettato i democratici nel panico. Da una parte, il Tycoon ha recitato a memoria il suo solito copione orgoglioso, patriottico e autoreferenziale. Dall’altra, c’è stato il vuoto più totale. E pensare che le regole d’ingaggio sono state studiate a puntino dai team dei due candidati assieme all’emittente all news per proteggere le peculiarità di entrambi gli sfidanti (ma soprattutto del capo di Stato). Il dibattito è stato strutturato per evitare che uno dei due contendenti vincesse con la forza. Ma probabilmente, nessuno si aspettava una resa incondizionata (metaforicamente parlando) del presidente Biden.

L’inquilino della Casa Bianca è apparso spaesato, barcollante, in difficoltà e debole. Ha mostrato una palese difficolta nell’eloquio, come se le parole andassero da una parte ma il cogito in tutt’altra direzione. Trump, dal canto suo, non ha dovuto fare niente di più che ripetere la sua solita tiritera, che tanto piace ai suoi sostenitori. È vero, questo dibattito è servito principalmente a “ufficializzare” la corsa alle Presidenziali del 5 novembre, visto che i due candidati sono probabilmente gli uomini più famosi d’America. Insomma, nessuno ha teso le orecchie per ascoltare attentamente programmi, progetti e provocazioni dei due contendenti. Tutto questo si conosce già. Non c’è stata nessuna novità su questo frangente.

Il grande problema evinto dal dibattito della Cnn è che il presidente Biden non è pronto, ne fisicamente ne mentalmente, a sostenere – qualora venisse eletto – un secondo mandato. I primi ad accorgersene, sono stati proprio gli esponenti dell’area democratica. C’è perfino qualche donatore, come Nadia Ahmad – membro del Democratic national committe – chiede che il presidente faccia un passo indietro per lasciare che il partito scelga un altro candidato. “Biden deve ritirarsi dalla corsa”, ha ammesso il premio Pulitzer Thomas Friedman sulle colonne del New York Times. L’editorialista ha ricordato ai lettori dell’amicizia che lo lega con il presidente, ma il dibattito “lo ha fatto piangere. Non riesco a ricordare un momento più straziante nella campagna presidenziale americana nella mia vita”, ha aggiunto Friedman.

L’ex presidente invece, è uscito sconfitto solamente sul fronte del fact-checking, visto che secondo il quotidiano della Grande mela “Trump ha mentito 26 volte”. In un’ora e mezza. A parte questo, il primo dibattito se l’è portato a casa il Tycoon, viste le varie riflessioni che stanno avvenendo sul fronte democratico ancor prima delle convention. La paura è che, essendosi palesata la necessità di un cambio di candidato, non ci siano i tempi tecnici per fare in modo che ciò possa accadere.

Tanto tempo fa, Winston Churchill ha detto che “il successo è l’abilità di passare da un fallimento all’altro senza perdere l’entusiasmo”. Allora, se la mettiamo così, Trump e Biden hanno già vinto.


di Zaccaria Trevi