giovedì 13 giugno 2024
L’ufficio politico dei Républicains, all’unanimità, ieri ha espulso Eric Ciotti. Ma il presidente ha querelato i suoi dirigenti e, stamattina, ha aperto la sede del partito. Ciotti, poco dopo le 12 ha pranzato con Jordan Bardella, segretario del Rassemblement National. Incalzato dai cronisti sulla destituzione, Ciotti ha replicato convinto che è ancora lui alla guida dei Républicains. Ha poi annunciato di aver presentato una denuncia alla magistratura francese contro il colpo di mano dei suoi oppositori. È la prima volta che un presidente viene espulso nel partito dei Républicains. “Sono presidente del partito – ha detto Ciotti – vado nel mio ufficio. Ho presentato una denuncia al Tribunale di Parigi per contestare la validità di questa decisione senza alcun senso”. Il giorno dopo la tragicommedia neogollista l’atmosfera è elettrica. La base politica ieri si è rivoltata contro il capo che, a sua volta, ha fatto chiudere le porte del partito, riaperte poi con il doppione delle chiavi dalla segretaria generale Annie Genevard. Oggi i vertici dei Républicains hanno convocato una nuova riunione politica per convalidare l’esclusione di Ciotti. Gli oppositori in mattinata, attraverso un comunicato, hanno annunciato di aver affidato il nuovo incarico di presidente a Guilhem Carayon, che è già presidente dei giovani del partito.
D’altro canto, Ciotti si è appellato di nuovo allo statuto per opporsi alla legalità del voto. François-Xavier Bellamy, capolista e neoeletto tra i Républicains alle Europee 2024, ha detto che voterà “ovviamente” per il partito di Marine Le Pen se dovesse nascere un nuovo Fronte popolare anti-sinistra. Frattanto, la giornata politica è stata caratterizzata da incontri su possibili nuove alleanze, anti-destre, in vista delle elezioni legislative che si terranno in Francia il 30 giugno e il 7 luglio. Il premier Gabriel Attal ha incontrato i membri del Governo nel quartier generale del Renaissance per un vertice elettorale. “Sono io – ha detto Attal – a condurre questa campagna. È un’elezione legislativa e non è un referendum pro o contro il presidente Emmanuel Macron”. La sinistra francese è in fermento. Il senatore ambientalista Yannick Jadot assicura che i progressisti supereranno le loro divisioni interne aprendo un fronte di sinistra, moderato e repubblicano contro la destra come proposto da Macron.
di Ugo Elfer