Francia: ora che succede? La road map per le elezioni anticipate

lunedì 10 giugno 2024


Emmanuel Macron ha convocato le elezioni anticipate. Lo scioglimento delle Camere. Un’ultima mossa disperata, per contrastare la sconfitta rifilatagli dal partito di Marine Le Pen alle elezioni Europee. “Non posso far finta di nulla”, ha detto il presidente transalpino commentando il pessimo risultato del suo partito, République En Marche! Quindi, fiducia nei cittadini francesi che faranno la “scelta più giusta” nella prossima tornata elettorale che si terrà fra il 30 giugno e il 7 luglio. Il sistema francese a due turni, valido per le Legislative, è progettato per assicurare un forte sostegno ai vincitori delle elezioni, riducendo di conseguenza la frammentazione politica e la stabilità dell’Esecutivo. Quindi, una rappresentanza equa in Parlamento (Assemblea nazionale e Senato) coadiuvata da una stabilità del sistema politico.

Per vincere le elezioni al primo turno, c’è bisogno della maggioranza assoluta delle preferenze, con un’affluenza minima del 25 per cento degli aventi diritto. Nel caso in cui questo scenario non si realizzi, allora il ballottaggio avviene tra tutti i candidati che hanno superato la soglia di sbarramento del 12,5 per cento al primo turno. Questo sistema a due tornate elettorali favorisce l’emergere di diverse forze politiche, più eterogenee rispetto all’ecosistema votante e inoltre un numero più gestibile di partiti politici dominanti. Al secondo turno possono partecipare, quindi, due o più candidati e forze politiche, il che facilita la formazione della maggioranza in Parlamento. Anche in coabitazione – nel caso la maggioranza di governo sia diversa dal partito del presidente – con il capo dell’Eliseo.

Inoltre, i candidati possono negoziare, formare e perfino sciogliere alleanze tra il primo e il secondo turno delle elezioni, per consolidare il proprio sostegno. In questo modo, la cooperazione politica viene incentivata, e di conseguenza il governo che si andrà a formare sarà più coeso e con mandato forte, visto l’ingente consenso che i partiti vincitori avranno dovuto ottenere. C’è da capire se la mossa – azzardata certo, ma forse l’ultima rimasta nel suo arsenale – di Macron porterà i frutti sperati, o si andrà verso la coabitazione.


di Zaccaria Trevi