La propaganda russa mina le elezioni europee

venerdì 7 giugno 2024


Domani e dopodomani si vota per il rinnovo del Parlamento europeo. Per gli obiettivi di Mosca questa è un’occasione strategica per dirottare i consensi verso parlamentari europei che potranno assumere posizioni filorusse. Così, il 29 maggio la Procura federale belga ha dichiarato, con modalità altisonanti, che erano state svolte scrupolose perquisizioni nelle sedi del Parlamento europeo, sia a Bruxelles che a Strasburgo. Da queste indagini sono poi derivate delle ispezioni nell’abitazione di Guillaume Pradoura, ex assistente parlamentare dell’eurodeputato tedesco Maximilian Krah, capolista per le prossime elezioni ed esponente del partito di estrema destra Afd, Alternative für Deutschland. Il curriculum di Pradoura lo vede oggi assistente parlamentare dell’eurodeputato olandese Marcel de Graaff, componente del Forum per la democrazia, un partito euroscettico e conservatore olandese. In precedenza, ha rivestito lo stesso ruolo per l’eurodeputato transalpino Nicolas Bay, appartenente al partito Reconquête. Bay, nel 2019, si era distinto per le sue convinzioni antisemite.

Queste ispezioni si collocano nel quadro delle note interferenze strutturate su corruzione e cospirazioni, condotte dal sito d’informazione finanziato da Mosca, Voice of Europe. Secondo l’indagine della procura belga questo sito di notizie agevola contatti tra l’organizzazione definita dai belgi “criminale”, con eurodeputati o aspiranti tali, che con modalità di corruzione passiva vengono avvicinati e pagati per promuovere la propaganda russa all’interno del “labirinto europeo”, magari influenzando anche altri eurodeputati. L’assistente parlamentare Guillaume Pradoura, sarebbe, secondo prove concrete, un attore di primo piano su questo palcoscenico. Oltre all’attività svolta dalla giustizia, riguardante le indagini che hanno visto protagonista Voice of Europe, sono stati impiegati anche servizi di intelligence i quali avrebbero provveduto, il 28 marzo scorso, al sequestro di quasi centomila euro durante le perquisizioni svolte contro i sistemi legati alle operazioni di Mosca.

Inoltre, secondo ulteriori informazioni e indagini resi noti da varie fonti giornalistiche, sia della Repubblica Ceca che della Polonia, è emerso che l’operazione della procura belga si sia tenuta su ulteriori due siti di informazione: il Visegrád Post, sito fondato in Ungheria e riferimento dell’estrema destra francese, rappresentato da François Lavallou e Nicolas de Lamberterie e Golos.eu, registrato in Russia nel 2018, il quale afferma di lottare per gli ucraini filo-russi o di origine russa che sono perseguitati politicamente o esposti all’odio etnico. Pertanto, le elezioni europee si presentano come una data importante sia per la politica interna dell’Unione sia per la delicata politica estera. Anche se i rapporti con gli Stati extra Ue sono basati, prevalentemente, sulle individualità di ogni Stato membro, è innegabile che, in un frangente critico come quello attuale, una certa cooperazione, almeno sui servizi segreti, sia necessaria. Infatti, sette Paesi dell’Unione europea stanno indagando, dalla fine dell’anno scorso, proprio sulle operazioni che i servizi segreti moscoviti stanno svolgendo con il fine di destabilizzare le elezioni europee e rafforzare le forze politiche filo-russe all’interno del Parlamento medesimo.

Le operazioni di controspionaggio di alcuni Stati europei sono indirizzate, oltre che nell’intercettare le influenze russe sui parlamentari europei, anche sul controllo delle attività svolte da giornalisti e uomini d’affari che, inseriti sul libro paga del Cremlino, opererebbero per orientare i media e la finanza verso obiettivi antioccidentali. Le elezioni del Parlamento europeo sono iniziate ieri nei Paesi Bassi; nei prossimi giorni seguiranno gli altri 26 Stati membri, e domenica sera sarà definita la nuova immagine dell’emiciclo europeo. Tuttavia, intanto che gli europei esprimono il proprio pensiero politico, il più grande conflitto armato del continente dalla fine della Seconda guerra mondiale, sta devastando l’Ucraina. Un Paese confinante con quattro Stati membri e che si sta impegnando per fare l’ingresso nella politica dell’Unione europea. La guerra russo-ucraina ha messo in chiaro che in geopolitica tutto è possibile, anche che un gigante politico-economico come la Russia voglia riappropriarsi di un suo ex territorio con la forza e non è l’unico (vedi Cina-Taiwan). I governi dell’Ue, impegnati in un’emergenza non prevista, dovranno affrettarsi a trovare ulteriori risorse per rafforzare le loro capacità di difesa, abbandonando quel compiaciuto egocentrismo di impostazione occidentale che condividono con gli Stati Uniti.


di Domiziana Fabbri