Papua Nuova Guinea, oltre duemila persone sepolte da una frana

lunedì 27 maggio 2024


Uno smottamento ha travolto un intero villaggio. Sono più di duemila le persone rimaste sepolte da un’enorme frana che si è staccata da una montagna nella notte tra giovedì e venerdì in una zona montuosa e quasi inaccessibile della Papua Nuova Guinea. Il disastro è avvenuto nella remota provincia di Enga, a 600 chilometri dalla Capitale, Port Moresby. “La frana ha sepolto più di duemila persone vive e ha causato gravi distruzioni”, ha dichiarato il centro nazionale disastri del Paese all’ufficio Onu di Port Moresby. Ieri sera Serhan Aktoprak, un funzionario dell’agenzia Onu per l’immigrazione con sede a Port Moresby aveva parlato di 150 case distrutte e 670 morti. Il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres si è detto “profondamente rattristato” dalla notizia delle centinaia di vite perse nel gigantesco smottamento che ha colpito un villaggio in Papua Nuova Guinea. “Le Nazioni Unite – ha aggiunto Guterres, attraverso il portavoce – e i suoi partner stanno sostenendo gli sforzi del Governo. Siamo pronti a offrire ulteriore aiuto in questo difficile momento”.

Frattanto, oltre mille uomini sono giunti in soccorso da numerosi dai Paesi vicini. A partire dall’Australia. Stanno lavorando in una lotta contro il tempo per cercare di trovare ancora qualche sopravvissuto. Ma stanno affrontando grandi difficoltà. Port Moresby e l’autostrada principale della provincia, unica via d’accesso alla zona, è ancora coperta di detriti per circa 150 metri. I primi aiuti stanno arrivando solo per via aerea, con gli elicotteri mentre a terra si scava nel fango, a mani nude, con piccole vanghe o strumenti di fortuna. Inoltre, la terra delle montagne vicine continua a scivolare e a muoversi, e questo rende ovviamente tutto molto pericoloso. Le autorità locali parlano di “un disastro senza precedenti”. Un abitante di un villaggio vicino, ancora traumatizzato, ha detto che quando è arrivato sul luogo della tragedia, “non c’era più nulla”. Alla tivù australiana Abc, ha detto tra le lacrime che era tutto “semplicemente piatto e pieno di terra”. “C’erano solo rocce e terra: niente persone, niente case”.

Il presidente cinese Xi Jinping ha dichiarato di essere “rattristato” dalla notizia e ha offerto aiuto alla nazione insulare del Pacifico. “La Cina è pronta a fornire assistenza”, ha aggiunto Xi in una lettera. L’Onu ha invitato i Paesi membri a una riunione sugli aiuti di emergenza tramite Zoom alle 10 di domani ora locale (le due di notte in Italia), ha detto l’ambasciata francese a Port Moresby. Il presidente Joe Biden ha annunciato che gli Stati Uniti sono pronti a fornire assistenza, e ha definito la Papua Nuova Guinea uno “stretto partner e amico” degli Usa. Washington da tempo ha rafforzato i legami con questo Stato oceanico soprattutto dopo che la Cina ha firmato un accordo di sicurezza con le vicine Isole Salomone nel 2022 che consente a Pechino di dispiegare personale di polizia e militare nel Paese. L’anno scorso, in particolare, gli Stati Uniti hanno siglato un’intesa analoga, di difesa, con la Papua Nuova Guinea, una realtà che si trova a sud di Guam, territorio Usa, ed ormai è considerato un importante hub militare nel Pacifico.


di Redazione