martedì 21 maggio 2024
La giustizia internazionale torna alla ribalta. Il procuratore della Corte penale internazionale, Karim Ahmad Khan, ha chiesto i mandati di arresto per Benjamin Netanyahu e Yoav Gallant – rispettivamente premier e ministro della Difesa israeliani – nonché per i leader di Hamas. “Uno scandalo” secondo Bibi, colpito dal fatto che il tribunale dell’Aja abbia messo lui e il ministro sullo stesso piano dei terroristi che operano nella Striscia. Qualora la richiesta del prosecutor venisse accolta dal tribunale dell’Aja, il Primo ministro di Tel Aviv potrebbe figurare nella lista riservata a tiranni e dittatori accusati di aver commesso crimini di guerra e crimini contro l’umanità.
Da Mu’ammar Gheddafi a Vladimir Putin, passando per Slobodan Milošević, ecco i capi di Stato verso i quali sono stati veicolati, nella storia, mandati di arresto internazionali. A differenza dal presidente della Serbia, che è stato effettivamente arrestato e processato dal Tribunale penale internazionale per l’ex Jugoslavia (un organo delle Nazioni unite separato dall’Aja) – ma è morto prima della conclusione dell’iter giudiziario – non molte di queste iniziative della Cpi si sono poi concretizzate in una custodia cautelare. L’ultimo, in ordine temporale, ad essere accusato dall’Aja è stato Vladimir Putin. Al capo del Cremlino sono stati contestati alcuni crimini di guerra, tra cui “deportazione illegale” di bambini dalle zone occupate dell’Ucraina alla Russia. Insieme al presidente russo, è stata imputata anche Maria Lvova-Belova, commissaria per i diritti dei bambini di Mosca.
Poi, nel 2011, l’ex leader libico è stato accusato dal Cpi, e successivamente anche suo figlio Seif al Islam – insieme al capo dei servizi segreti di Tripoli Abdellah Senussi – è stato preso un provvedimento simile dal tribunale dell’Aja. Riavvolgendo le lancette di qualche anno si arriva al 2008. Al tempo, è stato il turno del presidente del Sudan Omar al Bashir. La Corte penale internazionale – guidata al tempo dal procuratore Luis Moreno Ocampo – ha accusato il leader di essere responsabile di genocidio e crimini contro l’umanità durante la guerra in Darfur. La storia ha preso una piega diversa per l’ex capo di Stato della Costa d’Avorio Laurent Gbagbo, che è stato condannato dall’Aja per poi essere assolto nel 2021.
Nel 2016 l’ex vicepresidente del Congo, Jean Pierre Bemba, è stato condannato dalla Corte internazionale per le atrocità che i suoi paramilitari hanno commesso tra il 2003 e il 2006 mentre era il vicepresidente del governo transitorio. Fermato nel 2008, è stato in carcere un totale di 10 anni salvo poi essere scagionato in appello. Visto che lo statuto su cui si basa il diritto internazionale non prevede un limite di tempo durante il quale un imputato aspetta in carcere di essere processato – nel caso di Bemba otto anni più due dopo il primo grado di giudizio – l’ex vicepresidente non è stato risarcito dall’Aja.
di Zaccaria Trevi