mercoledì 8 maggio 2024
Le relazioni tra Israele e Marocco hanno percorso spesso binari nascosti. Ufficialmente, la “normalizzazione dei rapporti” tra i due Stati si è stabilita a fine 2020, nel quadro degli Accordi di Abramo, dove gli Stati Uniti hanno avuto un ruolo negoziale determinate, e da quella data gli scambi commerciali, di ogni genere, si sono incrementati anche grazie alla “trasparenza” permessa dagli accordi stessi. Tuttavia, anche in precedenza agli “accordi” del 2020, lo Stato israeliano e la laica monarchia marocchina avevano legami in ambito strategico coperti da segretezza. Rabat ha dedicato alla difesa della nazione risorse importanti soprattutto per i difficili rapporti con l’Algeria. La “questione” è riferita al Sahara occidentale, sulla quale i due Stati hanno posizioni inconciliabili. In breve, su questo conflitto grava una eredità pesante che demarca la divisione tra Marocco e Algeria. Il fatto si innesca quando la Spagna, nel 1973, si è ritirata da questo territorio, che viene annesso dal Marocco. Ne nasce un conflitto che ha portato a una profonda e cronica crisi, dove il Marocco rivendica la sovranità sul Sahara occidentale, mentre l’Algeria sostiene con forza l’indipendenza del popolo Saharawi e il diritto all’autodeterminazione, supportando il movimento del Fronte Polisario, organismo politico e armato che lotta per ottenere l’indipendenza di questa regione. Che i rapporti tra Rabat e Algeri si stiano continuamente deteriorando lo dimostra la recente richiesta del Marocco, al Ministero della Difesa israeliano, di una ulteriore fornitura di sistemi di difesa aerea dotati di tecnologia avanzata.
Il Marocco ha quindi necessità di avere un arsenale di difesa e di attacco di ultima generazione. E le relazioni tra i due Stati, già solidi in ambito militare, si stanno sviluppando molto rapidamente. Infatti, la società israeliana BlueBird Aero Systems – già presente in India dove produce aerei senza pilota, Asp, in joint venture con la multinazionale indiana specializzata in alta tecnologia, la Cyient – aprirà a breve una fabbrica di droni nel Paese islamico. La comunicazione dell’insediamento di questo sito di costruzione di velivoli senza pilota in Marocco è stata data il 13 aprile, alla rivista argentina Zona Militar, dal direttore della BlueBird, Ronen Nadir, che ha assicurato che è stata già individuata la localizzazione dell’impianto di produzione, e che a breve inizieranno le operazioni di costruzione per poter fabbricare gli strategici aerei senza pilota. Tuttavia, quanto dichiarato da Nadir non ha avuto commenti ufficiali da parte dei referenti marocchini, ma corrisponde a quanto annunciato, nel novembre del 2023, da Abdellatif Loudiyi, ministro della difesa del Marocco, il quale aveva suggellato la nascita di un progetto di industria militare che avrebbe dato il via alla produzione degli Asp.
Ricordo che l’Iai, Industrie aerospaziali israeliane, società statale, una delle più importanti aziende di difesa del Paese, è in possesso del cinquanta per cento delle azioni della società BlueBird. Così, dopo Sudafrica, Nigeria ed Egitto, anche il Marocco sarà nel gruppo dei Paesi africani produttori di droni militari.
Il Marocco quali droni potrebbe produrre? Il direttore per Israele dell’Abraham Accords Institute for Peace (“for Peace” appare fuori luogo), Asher Fredman, ha dichiarato che, ufficialmente, saranno fabbricati i modelli ThunderB e WanderB. Questi droni non hanno specifiche caratteristiche di attacco, ma sono destinati soprattutto a missioni di intelligence, di ricognizione e rilevamento di bersagli. Inoltre, circa un anno fa, Israele e Marocco hanno sancito un contratto del valore di circa cinquecento milioni di dollari per la fornitura a Rabat del sistema di difesa aerea e missilistica Barak Mx di produzione Iai. Nel 2022 Rabat aveva acquistato da Israele circa centocinquanta droni Vtol, che ora potrebbero, anche questi, essere costruiti in Marocco. Inoltre, l’esercito dello Stato nordafricano ha acquistato recentemente da Blue Bird anche il drone SpyX, un modello kamikaze che ha un raggio di azione di cinquanta chilometri e un tempo di missione di un’ora e mezzo: adesso potrebbe rientrare tra i velivoli Asp costruiti direttamente nel Paese. Nel 2021, il Marocco ha acquistato da Israele anche il sistema anti-drone Skylock Dome.
Quale è il costo di questi velivoli? Come è noto, la concorrenza anche in questo ambito è altissima, visto il business che porta il commercio di prodotti da guerra in un contesto e in un periodo storico dove i conflitti prolificano. Così, mentre la BlueBird ancora non ha comunicato i prezzi di vendita di questi Asp, la sua concorrente diretta, l’israeliana Elbit Systems Ltd, che si occupa dello sviluppo di tecnologie nel settore della difesa, già operativa in Europa, Stati Uniti, Brasile e Australia, quotata, oltre che alla Borsa di Tel Aviv anche al Nasdaq, ha da tempo un ufficio a Rabat. E ha dichiarato, nel 2023, di voler aprire due centri di produzione di droni in Marocco. Comunque, circa i costi di questi prodotti bellici, possiamo fare riferimento a quanto comunicato dalla società emiratina Edge – inaugurata nel 2019 dallo sceicco Mohamed bin Zayed Al Nahyan, principe ereditario di Abu Dhabi e vicecomandante supremo delle Forze Armate degli Emirati Arabi Uniti – che nel 2023 aveva stabilito in oltre un milione di dollari il prezzo per un modello Istar, Intelligence surveillance target acquisition and reconnaisance, e in quasi trentamila dollari il prezzo di un drone kamikaze.
Ricordo che l’istituto Sipri, Stockholm International Peace Research Institute, aveva classificato nel 2019 la Edge tra le venticinque maggiori società di produzione di armi al mondo. Come possiamo notare, il mercato dei droni bellici ha un andamento trasversale ed è in forte ascesa, in quanto utilizzato pesantemente nei conflitti in atto; inoltre, questi prodotti “spopolano” – da tutti i punti di vista – in ogni ambito dove esiste o è minacciata una crisi.
di Fabio Marco Fabbri