venerdì 3 maggio 2024
Il Dipartimento di Stato ha affermato che la Russia ha utilizzato la cloropicrina, un gas velenoso ampiamente utilizzato durante la Prima guerra mondiale, contro le forze ucraine, un atto che violerebbe la Convenzione sulle armi chimiche, un trattato sul controllo degli armamenti ratificato da oltre 150 Paesi, inclusa la Russia. Gli Stati Uniti hanno accusato Mosca di utilizzare armi chimiche “come metodo di guerra” contro le forze ucraine, in violazione del divieto globale sull’uso di tali armi. Mercoledì, il Dipartimento di Stato ha dichiarato in un comunicato che la Russia aveva utilizzato la cloropicrina, un “agente soffocante” ampiamente utilizzato durante la prima guerra mondiale, così come i gas lacrimogeni, contro le truppe ucraine. “L’uso di tali sostanze chimiche non è un incidente isolato ed è probabilmente guidato dal desiderio delle forze russe di rimuovere le forze ucraine dalle posizioni fortificate e ottenere vantaggi tattici sul campo di battaglia”, ha affermato il Dipartimento di Stato. Il Dipartimento di Stato ha inoltre affermato che gli Stati Uniti imporranno sanzioni a tre entità statali legate ai programmi di armi chimiche e biologiche della Russia e a quattro società che li sostengono.
Il portavoce del gruppo delle forze ucraine di Tavriisk, colonnello Oleksandr Shtupun, ha riferito che le forze russe stanno usando armi chimiche contro le posizioni ucraine nella direzione di Tavriisk, nella regione di Kherson. Le autorità ucraine hanno segnalato circa 1.400 casi di sospetto utilizzo di armi chimiche sul campo di battaglia da parte della Russia dall’inizio dell’invasione su vasta scala nel febbraio 2022, specificando che il loro impiego sarebbe progressivamente aumentato mentre Mosca prosegue con gli attacchi lungo la linea del fronte. Il maggiore Anastasiia Bobobvnikova, delle Forze di supporto dell’Esercito ucraino, ha affermato che a marzo sono stati segnalati 371 casi di sospetto uso di armi chimiche da parte delle forze russe. Secondo diversi medici e soldati, l’uso di agenti tossici spesso coincide con periodi di intenso combattimento in cui le forze russe tentano di espugnare posizioni ucraine ben fortificate.
Quest’inverno, mentre la battaglia intorno alla città di Avdiivka, nell’Ucraina orientale, era particolarmente virulenta, ma la Russia non riusciva a fare progressi significativi, ecco che le forze di Mosca hanno fatto ricorso agli armamenti chimici per imprimere una svolta alle operazioni militari. I medici ucraini in un punto di stabilizzazione in prima linea hanno riscontrato che le forze russe avevano usato la cloropicrina, che irrita gravemente il naso, la gola e i polmoni se inalata. Olena, 38 anni, capo infermiera della stazione, ha affermato che gli effetti sono stati orribili, con i soldati che hanno sperimentato ustioni alla pelle, vomito e altri effetti debilitanti che rendono loro impossibile combattere. Il maggiore Bobobvnikova ha affermato che la maggior parte delle sostanze chimiche utilizzate negli attacchi sono state identificate come gas lacrimogeni. Secondo l’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche l’utilizzo di questi gas è proibito in quanto considerato un’arma chimica quando viene utilizzato in guerra. I soldati nelle trincee non hanno altra scelta che fuggire sotto il fuoco nemico per non rischiare di restare soffocati.
Il maggiore Bobobvnikova ha detto che le sostanze chimiche erano solitamente contenute nelle granate che le forze russe lanciavano contro le posizioni ucraine, costringendo i soldati a lasciare le loro posizioni fortificate. Gyunduz Mamedov, viceprocuratore generale dell’Ucraina, ha dichiarato la settimana scorsa che l’esercito russo ha utilizzato gas lacrimogeni contro le truppe ucraine almeno 900 volte negli ultimi sei mesi. L’Istituto per lo studio della guerra di Washington, ha riferito a dicembre che le forze russe che combattevano vicino alla città meridionale di Kherson avevano affermato sui social media che stavano lanciando dai droni granate aerosol K-51 piene di gas lacrimogeni sulle posizioni nei territori ucraini. Il Dipartimento di Stato ha affermato che il mancato rispetto da parte della Russia dei suoi obblighi ai sensi della Convenzione sulle armi chimiche è parte “dello stesso schema” adottato da Mosca per uccidere coloro che si contrappongono al potere del Cremlino. Basti ricordare il caso di Sergei Skripal e sua figlia, che gli uomini dei servizi segreti russi tentarono di uccidere con l’agente nervino Novichok. Niente di nuovo, dunque, sotto questo cielo. I ministri degli Esteri riuniti nel vertice del G7 dello scorso mese hanno affermato in una dichiarazione congiunta che “qualsiasi uso di armi chimiche, biologiche o nucleari da parte della Russia avrebbe gravi conseguenze”.
(*) Docente universitario di Diritto internazionale e normative sulla sicurezza
di Renato Caputo (*)