martedì 30 aprile 2024
Il 17 aprile la polizia bavarese ha arrestato due persone sospettate di lavorare per i servizi segreti russi. Sono state accusate di aver cospirato per compiere sabotaggi e di essere coinvolte in attività sovversive contro la sicurezza delle strutture militari statunitensi in Germania. Secondo l’accusa, uno dei sospettati, in una conversazione con un ufficiale dell’Intelligence russa, ha espresso la volontà di appiccare il fuoco e far esplodere strutture militari e impianti industriali per ostacolare la spedizione di aiuti all’Ucraina. Secondo gli investigatori, ha sorvegliato le vie di trasporto utilizzate per la consegna di carichi militari e un importante campo di addestramento militare a Grafenwöhr. Inoltre, dal 2014 al 2016, gli imputati hanno combattuto in Ucraina per le forze separatiste russe come parte dell’esercito della cosiddetta “Repubblica popolare di Donetsk”.
Questo livello di pianificazione indica un cambiamento nella mentalità russa riguardo alle azioni di sabotaggio in Occidente e un potenziale incremento delle attività ostili in Ucraina. Non è certo il primo caso in cui agenti russi vengono arrestati in Europa. Nella maggior parte dei casi, tuttavia, si è trattato di quello che potrebbe essere considerato lo spionaggio “classico” o le uccisioni mirate di cittadini russi all’estero. Le accuse di piani russi di sabotaggio contro obiettivi stranieri sono state relativamente rare. Il caso più eclatante è stato quando le autorità ceche hanno accusato gli agenti della Direzione generale per le informazioni militari (Gru), Anatoly Chepiga e Alexander Mishkin, di aver fatto saltare in aria un deposito di munizioni nel 2014 nel villaggio di Vrbětice, nella Repubblica ceca orientale. Nel 2021, le autorità ceche hanno formalizzato l’accusa contro i due uomini, sospettati anche del tentato avvelenamento del disertore del Gru Sergei Skripal a Londra nel 2018.
Non sorprende che i propagandisti russi neghino l’esistenza di una rete di spionaggio in Europa. Secondo loro, la Germania sta deliberatamente fomentando la paranoia per accusare la Russia sia dell’incendio dell’anno scorso in una fabbrica di armi negli Stati Uniti sia dell’esplosione in una fabbrica di munizioni avvenuta nel Regno Unito. È un dato di fatto A giudicare che tanto i think tank quanto gli analisti militari russi confermino che Mosca considera seriamente l’Occidente come il suo principale avversario militare. Gli analisti politici russi hanno iniziato a spostare la loro attenzione dagli argomenti politici all’analisi militare. In particolare, il gruppo russo Valdai Discussion Club ha dedicato un intero articolo all’analisi della strategia promossa dalla Commissione europea per mobilitare la base industriale della difesa europea. Gli autori hanno elencato le varie tipologie di armamenti che i Paesi dell’Ue hanno già fornito all’Ucraina e hanno valutato le capacità di difesa di ciascuno Stato europeo. Gli analisti militari russi sono ancora più diretti circa i possibili sviluppi del conflitto.
Discutono apertamente della possibilità di uno scontro armato con la Nato. Alcuni hanno proposto apertamente un elenco di “obiettivi” occidentali per gli attacchi russi, comprese le navi statunitensi concentrate nel Golfo di Aden e nel Mar Rosso. Gli autori del sito web Military Review, strettamente connesso con il Ministero della Difesa russo, hanno affermato: “Il nostro obiettivo è infliggere il massimo delle perdite dolorose e sensibili, principalmente agli Stati Uniti, al Regno Unito e alla Francia. Hanno bisogno di vedere chiaramente le conseguenze della fornitura di armi all’Ucraina e della partecipazione “indiretta” alle operazioni di combattimento. In generale, la guerra deve arrivare a loro, inizialmente sotto forma di bare a strisce con i corpi dei loro equipaggi navali”. In particolare, gli analisti russi hanno ora dichiarato apertamente uno spostamento dell’attenzione dallo spionaggio “ordinario” e dalle “misure attive” al sabotaggio armato, una posizione a lungo promossa dai propagandisti che sostengono regolarmente attacchi nucleari contro i Paesi della Nato.
La discussione su un cambiamento nelle tattiche adottate da Mosca non significa che il Cremlino abbia abbandonato le operazioni di influenza, attuate attraverso campagne di disinformazione. Alla fine di marzo, ad esempio, il Governo ceco ha annunciato che una rete filorussa aveva tentato di effettuare un’operazione di disinformazione nel Paese. Il primo ministro Petr Fiala ha dichiarato che questa rete “potrebbe rappresentare una seria minaccia per la sicurezza della Repubblica ceca e dell’Unione europea”. Le autorità ceche si sono concentrate sul sito web Voice of Europe, che diffondeva informazioni in più lingue per influenzare l’opinione pubblica nei Paesi dell’Ue prima delle elezioni del Parlamento europeo. Secondo i giornalisti investigativi, il finanziamento della rete filorussa è avvenuto ad opera del politico filorusso ucraino Viktor Medvedchuk. Nonostante le crescenti tensioni, alcuni Paesi europei continuano a fornire alla Russia attrezzature per la produzione di armi. Date le minacce esistenti, i fornitori europei dovrebbero iniziare a riconsiderare seriamente la loro politica commerciale con Mosca. Queste esportazioni ignorano deliberatamente il cambiamento intervenuto nella strategia della Russia che è senza dubbio indice della volontà di Mosca di intensificare gli atti di sabotaggio e seminare il caos in Occidente.
(*) Docente universitario di Diritto internazionale e normative della sicurezza
di Renato Caputo (*)