martedì 23 aprile 2024
“La disoccupazione è ai minimi storici, inferiore al 6 per cento. L’occupazione è ai massimi storici, oltre il 75 per cento. E l’inflazione è ormai vicina al nostro obiettivo del 2 per cento”. Lo ha detto la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen intervenendo stamattina all’ultima Plenaria del Parlamento europeo, l’ultima della legislatura, in un’Aula quasi vuota. Ad ascoltarla è presenta una pattuglia di eurodeputati, tra cui il presidente del gruppo Ppe Manfred Weber, nella seduta presieduta dalla vicepresidente, la dem Pina Picierno. La rivendicazione di von der Leyen assume gli evidenti contorni del discorso programmatico, in vista delle Europee di giugno. “Non ho dimenticato – ha detto – che nel 2020 molti prevedevano una disoccupazione di massa in Europa e una lunga recessione. Non è successo. Al contrario, oggi abbiamo più persone al lavoro che in qualsiasi altro momento della storia europea. Cari colleghi, abbiamo attraversato l’inferno e l’acqua alta. Ma per molti aspetti ne siamo usciti più forti di cinque anni fa”.
Secondo la presidente, “tuttavia, le onde d’urto di queste crisi hanno avuto ripercussioni sulla competitività dell’Europa. Il modello di business di molte industrie europee si basava sull’energia a basso costo proveniente dalla Russia e sul commercio con una Cina in crescita. Oggi ci troviamo di fronte a una Russia canaglia e a una Cina in difficoltà con la domanda interna”. Per von der Leyen, “oltre alla geopolitica, ci sono altre tendenze che influenzano la nostra competitività. Nell’ultimo decennio, la produttività del lavoro in Europa è aumentata solo dello 0,8 per cento all’anno, rispetto all’1,1 per cento degli Stati Uniti. Queste tendenze possono essere affrontate solo con uno sforzo concertato a livello europeo e nazionale. Pertanto, il ripristino del nostro vantaggio competitivo deve essere al centro dell’agenda economica dell’Europa nel 2024 e oltre. Sono assolutamente convinta che, con la spinta necessaria, possiamo dare il via a un nuovo slancio della competitività europea”.
Von der Leyen ha sottolineato che “i costi dell’energia continuano a incidere sulla nostra competitività. L’Agenzia internazionale per l’energia ci dice che potrebbe esserci un po’ di sollievo in vista. L’anno scorso, durante la crisi energetica, sono stati fatti molti investimenti. Una grande ondata di nuovi progetti di esportazione di Gnl (gas naturale liquefatto) sta arrivando sul mercato. E presto potremmo passare da una carenza globale di Gnl ad un’abbondanza di Gnl. Di conseguenza, ci aspettiamo un calo dei prezzi del gas”. Per von der Leyen, “un’altra priorità è affrontare la carenza di manodopera e di competenze che affligge la nostra economia. Dobbiamo formare il maggior numero possibile di giovani disoccupati. Ogni giovane ha un grande potenziale. Anche se si trovano a dover affrontare ostacoli di ogni tipo. Assicuriamoci che abbiano l’opportunità che meritano. Dobbiamo aumentare l’accesso delle donne al mercato del lavoro. Un’assistenza all’infanzia accessibile e conveniente, e buone scuole e orari di lavoro flessibili per i genitori sono un must assoluto”. Secondo la presidente, “possiamo offrire soluzioni più flessibili per i lavoratori di lungo corso per continuare la loro carriera. E dobbiamo attrarre i giusti talenti dall’estero. Stiamo investendo 65 miliardi di euro nelle competenze, attraverso NextGenerationEu e il Fondo sociale europeo. E le competenze devono continuare a essere al centro della nostra azione”.
Von der Leyen ha detto che “l’Europa è un continente commerciale e una parte significativa della nostra prosperità deriva dal commercio. La nostra Unione non è seconda a nessuno nel negoziare accordi commerciali. Abbiamo la più grande rete di accordi commerciali al mondo, con un totale di 74 Paesi. Il valore del commercio dell’Ue attraverso questi accordi ha superato per la prima volta i duemila miliardi di euro nel 2022”. A suo avviso, “il commercio deve essere equo. Abbiamo bisogno di condizioni di parità a livello globale. E dobbiamo affrontare i rischi che l’apertura comporta. Abbiamo bisogno, ad esempio, di strumenti per affrontare i problemi di sovracapacità produttiva al di fuori dell’Ue. Mi riferisco alla sovrapproduzione strutturale, ottenuta in gran parte con i sussidi. Da qualche parte deve andare. Altri stanno chiudendo i loro mercati. Quindi il nostro mercato è una destinazione attraente e i nostri produttori rischiano di essere costretti a uscire dal mercato. E dobbiamo anche coinvolgere le economie in via di sviluppo di tutto il mondo, perché la loro industrializzazione è minacciata direttamente”.
Secondo von der Leyen, “è giunto il momento di trovare una soluzione sistemica che mobiliti l’immenso capitale privato europeo. E una parte essenziale di questa soluzione è il completamento dell’Unione dei mercati dei capitali”, che potrebbe portare alla raccolta di 470 miliardi di investimenti privati aggiuntivi. “Ora abbiamo un mandato chiaro per andare avanti su tre questioni vitali. Primo, armonizzare le norme nazionali su temi come l’insolvenza. Questo darà agli investitori la prevedibilità che Secondo, progetteremo e creeremo prodotti di risparmio transfrontalieri per gli investitori al dettaglio. Terzo, la Commissione è stata incaricata di rafforzare la supervisione a livello europeo dei più importanti operatori del mercato. La strada da percorrere è quindi chiara. Se vogliamo finanziare la nuova rivoluzione industriale dobbiamo mobilitare il capitale privato europeo. È giunto il momento di trasformare la volontà politica in azione”.
di Ugo Elfer