martedì 16 aprile 2024
Come sappiamo, all’interno della cornice dei conflitti esiste una molteplicità di tipologie di guerra. Nei due più importanti scontri che attualmente interessano il pianeta, si sta manifestando ogni tipo di belligeranza, da quella globale a quella globalizzata: l’uso del “grano” come arma di ricatto oppure l’utilizzo dell’acqua come fattore di aggressione e destabilizzazione. Eppure, sulla guerra dell’informazione, legata all’influenza e al condizionamento, si stanno aprendo fronti dal carattere decisamente invasivo. Infatti, si è avuta conferma in questi ultimi giorni delle influenze russe sul Parlamento europeo, finora sponsor numero due della “causa ucraina”. Inoltre, sarebbe emerso dalle indagini del Bis (Bezpečnostní informační služba) – Servizio sicurezza e informazioni, i servizi segreti della Repubblica ceca – che tramite il sito web denominato Voice of Europe, meglio specificato come la Voce di Mosca in Europa, il Cremlino avrebbe diffuso la propaganda filo-russa anche in Ucraina, criticando le politiche occidentali e l’appoggio a Kiev. Il tutto risulterebbe supportato da una capillare “rete monetaria” che avrebbe determinato pesanti ingerenze in vari ambiti informativi, sociali e politici.
Ma l’arma della propaganda russa non “batte” solo i diretti interessati ucraini e i vari cobelligeranti più o meno soft. Difatti, vista la globalizzazione bellica, colpirebbe – a suon di milioni di euro – anche una certa “tipologia” di deputati europei. Così, dopo le indagini degli agenti cechi, giovedì 11 aprile la Procura federale belga ha aperto un dossier per sospetta corruzione tra i deputati del Parlamento europeo. Venerdì scorso Alexander De Croo, primo ministro belga, ha annunciato che sarà presa ogni iniziativa per fare luce su questa operazione di Mosca. De Croo ha anche assicurato che il reato di corruzione, che potrebbe essere addebitato ad alcuni parlamentari europei, è perseguibile penalmente. È quindi stato reso noto che i pagamenti ai presunti deputati corrotti – denaro erogato in contanti da emissari russi – sarebbero avvenuti fuori dal Belgio, sede delle istituzioni europee. Mentre i contatti, propedeutici alla corruzione, si sarebbero verificati presumibilmente all’interno delle istituzioni comunitarie.
La linea di indagine ha avuto una svolta a fine marzo, quando l’Agenzia dei servizi segreti ceca Bis ha intercettato il percorso del denaro proveniente da Mosca e poi giunto ad alcuni deputati e rappresentati politici, i quali si sarebbero prodigati a diffondere critiche contro le azioni sanzionatorie decretate contro la Russia, esaltando le azioni di Mosca in un quadro generale di forti opinioni filo-russe. Tra questi, alcuni politici europei hanno manifestato la loro vicinanza a Mosca, facendo anche propaganda diretta sul sito La Voce dell’Europa. Accuse esplicitate da Nathalie Loiseau, eurodeputata di Renew Europe, partito liberale al Parlamento europeo, che ha biasimato i parlamentari che hanno fatto capolino a Voice of Europe, i quali appartengono alla destra europea, francese e tedesca. Tuttavia, Jordan Bardella, presidente del Rassemblement National e capolista del movimento di destra per le elezioni europee, ha affermato giovedì 4 aprile che nessun deputato del suo partito è stato contattato da “influenzatori” moscoviti.
Detto ciò, quale sarebbe l’obiettivo del Cremlino in questa battaglia delle “sfere d’influenza” nel Parlamento europeo ma anche negli Stati dell’Unione europea? Secondo quanto sostenuto dall’Avid/Sgrs – Servizio generale d’informazioni e sicurezza, servizi segreti belgi – Mosca punterebbe a fare eleggere nelle prossime elezioni europee – che si svolgeranno dal 6 al 9 giugno – più deputati filorussi possibili al Parlamento europeo. Quindi, tenterebbe di irrobustire quella corrente “ammaliata” da Mosca, già presente anche se malamente soffocata, all’interno del panorama parlamentare europeo.
Questo preoccupa fortemente molti leader europei e capi di Stato, poiché c’è la consapevolezza di quanto spesso una posizione ideologica sia in subordine a una “sensibilità economica” in alcuni “profili umani”. Anche perché la Russia risulterebbe prodiga nel voler erogare compensi importanti ai politici europei, al fine di raggiungere l’obiettivo di poter gestire voti nel Parlamento europeo. Alla luce di tutto ciò, è prevista per i prossimi mercoledì e giovedì la convocazione, in via d’urgenza, di un vertice dei capi di Stato e di governo dell’Ue a Bruxelles, e dell’agenzia di cooperazione giudiziaria dell’Unione europea, l’Eurojust. Il tema sarà la complessità del presunto sistema corruttivo russo nell’Ue.
Che la “nave” europea presenti falle importanti di ogni genere è cosa nota e degna di una serie considerazioni. Il Parlamento europeo era già stato scosso nel dicembre del 2022 dal cosiddetto Qatargate. Qui emersero sospetti di corruzione sui deputati coinvolti in operazioni non consone alla “missione”, con Qatar e Marocco. Ma nonostante lo scandalo, le norme adottate d’urgenza dal Parlamento europeo non avrebbero sortito effetti minimamente risolutivi del virus della corruzione tra i parlamentari. Innegabilmente, queste notizie vanno analizzate con attenzione: senza dubbio, il Cremlino agirebbe con lo scopo strategico di “avere i suoi uomini prezzolati” all’interno del Parlamento europeo, e magari a capo di qualche Stato della Ue. Inoltre, conoscendo le sempre più articolate sfaccettature della “guerra di Vladimir Putin”, non si esclude l’utilizzo del classico Cavallo di Troia, costruito a Mosca, e riempito di deputati e politici dell’Unione europea, accolto da Bruxelles come da Troia.
di Fabio Marco Fabbri