martedì 16 aprile 2024
Gaza “fa parte di un sistema più grande”. Queste le parole del premier israeliano Benjamin Netanyahu, che ha spiegato alle nuove reclute dell’esercito di Tel Aviv come “dietro Hamas, dietro Hezbollah” ci sia l’Iran. “Siamo determinati a vincere lì e a difenderci in tutte le arene”, ha aggiunto il primo ministro. Gli obbiettivi di Israele restano, i soliti tre: “Eliminare Hamas, riavere i rapiti e garantirci che Gaza non costituisca più una minaccia per Israele”, ha fatto sapere l’ufficio di Bibi. Il discorso del premier ai nuovi soldati è arrivato insieme alla notizia dell’uccisione in Libano – da parte di alcuni agenti cooptati dai servizi segreti del Mossad – di Muhammad Srur, un importante finanziatore dei terroristi della Striscia vicino a Hezbollah.
Inoltre, è prevista in giornata l’ennesima riunione del gabinetto di guerra di Tel Aviv – la terza in tre giorni – per esaminare il nodo Iran. Il dossier sul tavolo dei vertici israeliani contiene le opzioni per una possibile risposta all’offensiva di Teheran di sabato scorso. Il summit del gabinetto di guerra sta avvenendo mentre l’opinione pubblica occidentale – nonché gli Stati Uniti e la comunità internazionale in genere – sono sempre più preoccupati dalla annunciata reazione militare. La pressione su Netanyahu è sempre di più. Israele “reagirà con saggezza”, ma intanto il Comitato avrebbe già esaminato diverse opzioni, ognuna delle quali rappresenterebbe “una risposta dolorosa” per gli iraniani. Il gabinetto di guerra ha rassicurato che nessun’operazione comporterebbe il rischio di scatenare “una guerra regionale”.
Nel frattempo, gli aiuti umanitari stanno provando a soccorrere la popolazione civile di Gaza. Negli ultimi due giorni, 553 camion di aiuti sarebbero entrati nella striscia, dai valichi di Nitzana e Kerem Shalom. Lo ha dichiarato il Cogat, l’ente governativo israeliano che coordina i rapporti con i territori palestinesi. Sempre secondo quest’unità del Ministero della Difesa di Tel Aviv, solo ieri circa 56 pacchi alimentari sarebbero stati lanciati sui punti di distribuzione lungo tutta la Striscia. Infine, altri 126 camion umanitari sarebbero entrati a Gaza dal nuovo valico settentrionale.
di Eugenio Vittorio