venerdì 23 febbraio 2024
I servizi segreti spagnoli non hanno dubbi che si celi la lunga mano del Cremlino dietro l’omicidio avvenuto ad Alicante, in Spagna, di Maxim Kuzminov, il capitano russo che ha disertato lo scorso agosto ed è andato in Ucraina con il suo elicottero da combattimento Mi8. Pubblicamente, il Governo spagnolo è stato molto cauto riguardo alla possibile paternità dell’omicidio. “Dobbiamo lasciare che la Guardia Civil faccia il suo lavoro e che le indagini procedano”, ha detto martedì la portavoce del governo Pilar Alegría, dopo il Consiglio dei ministri. Tuttavia, fonti diplomatiche riconoscono che si tratta di una questione “molto seria” e, se il coinvolgimento delle autorità russe verrà confermato, la Spagna darà una “risposta forte”. Non è la prima volta che inviati di Mosca uccidano un dissidente in Europa (il caso più famoso è quello di Alexander Litvinenko, avvelenato con plutonio nel 2006 nel Regno Unito), ma questa è la prima volta che lo fanno in Spagna. A differenza di altre occasioni, Mosca non si è nascosta. Anzi, ha espresso la propria soddisfazione. Quando la sua identità non era stata ancora confermata, i media russi sono stati i primi a dare notizia della morte di Kuzminov.
Il capo del Servizio informazioni estero russo (Svr), Sergei Narishkin, ha dichiarato che la vittima era “un criminale traditore” e “un cadavere morale” poiché aveva abbandonato il suo Paese. Mosca ha pubblicizzato l’omicidio di Kuzminov perché sia un monito per chi fosse tentato di imitarlo. Nell’ottobre scorso la televisione pubblica russa aveva mandato in onda un servizio in cui tre presunti membri del Gru affermavano di aver ricevuto l’ordine di eliminare il disertore. “Non vivrà abbastanza a lungo per essere giudicato”, disse uno di loro. L’unico dubbio che hanno gli investigatori è se l’operazione sia stata opera del Servizio informazioni estero (Svr), del Servizio federale per la sicurezza della Federazione Russa (Fsb), erede del Kgb; o del Servizio di intelligence militare (Gru), poiché Kuzminov era un capitano e, quindi, rientrava nella sua giurisdizione. Fonti dei servizi segreti spagnoli ammettono però che è molto difficile che le indagini trovino una risposta per questa specifica domanda.
Viene ipotizzato che il delitto possa essere stato commesso da sicari arrivati dall’estero e che ormai sarebbero nuovamente all’estero. Il corpo, crivellato di colpi, è stato ritrovato nel garage dell’edificio dove viveva, a Villajoyosa (Alicante). Dopo avergli sparato, gli assassini lo hanno investito con la loro stessa auto, che è stata ritrovata bruciata nella vicina località di El Campello. Inizialmente la Guardia Civil aveva creduto che si trattasse di un regolamento di conti tra bande criminali. Gli esperti dell’intelligence spagnola ritengono che molto probabilmente l’ambasciata della Federazione Russa in Spagna sia stata tenuta fuori dall’operazione per evitare che la stessa potesse essere messa a repentaglio. Peraltro, sebbene di agenti, Svr e Gru, in servizio nella legazione russa a Madrid con incarico di copertura diplomatico, fossero una ventina prima dell’invasione dell’Ucraina, la maggior parte di loro venne espulsa nell’aprile 2022. Senza dubbio, il delitto ha richiesto un’operazione preventiva di sorveglianza: gli agenti russi dovevano verificare l’identità della vittima e monitorarla per conoscere i suoi orari e le sue abitudini. Alcuni esperti in materia di servizi segreti di Mosca assicurano che questi organismi fanno spesso ricorso, per raggiungere i propri obiettivi, alla collaborazione di cittadini russi residenti (in Spagna, per esempio, sono più di 80mila) e di organizzazioni mafiose.
La decisione di stabilirsi in un quartiere prevalentemente popolato da russi e ucraini è stato sicuramente un primo grave errore di valutazione commesso dalla vittima. Alicante è la provincia spagnola con la più grande popolazione russa (17.500). Se Kuzminov pensava di poter passare inosservato tra i 600 russi e gli oltre 300 ucraini residenti a Villajoyosa (secondo i dati del censimento 2022), questi erano quelli che più facilmente potevano riconoscerlo o sospettare che fosse russo. Aveva documentazione falsa, a nome di un cittadino ucraino di 33 anni, ma nessuna tutela, nonostante la minaccia che pesava su di lui. Fonti governative spagnole hanno spiegato che gli oltre 4mila soldati ucraini addestrati in Spagna e le decine di feriti curati all’ospedale militare di Saragozza sono sotto la protezione delle autorità spagnole, ma non è stato così per Kuzminov, che si era trasferito sulla costiera di Alicante, senza che i servizi segreti spagnoli fossero stati ufficialmente informati del suo arrivo. Anche il comportamento del giovane capitano, non particolarmente discreto, è stato un secondo elemento che ha favorito le ricerca dell’intelligence russa. Secondo alcune fonti, l’indizio che ha portato i servizi segreti russi a lui è stata una chiamata fatta alla sua ex fidanzata, rimasta in Russia, che avrebbe invitato a fargli visita. “Ha deciso di trasferirsi in Spagna invece di restare qui (in Ucraina). Da quello che sappiamo, ha invitato la sua ex compagna nel luogo in cui si trovava e in seguito è stato trovato ucciso”, hanno confermato fonti dell’intelligence ucraina.
In ogni caso, la Spagna non può voltarsi dall’altra parte di fronte ad un evento di gravità senza precedenti come questo. D’altronde i servizi segreti russi hanno già una lunga storia di omicidi sul suolo europeo. Senza voler elencare i vari uomini d’affari russi che, fuggiti all’estero, hanno perso la vita nei modi più disparati, sono state davvero tante le uccisioni palesi di ex agenti e dissidenti da parte dei sicari di Mosca. L’ex agente del Kgb Litvinenko venne avvelenato nel 2006 a Londra con polonio-210 da due agenti russi. Sempre nel Regno Unito, altre due spie tentarono di avvelenare l’ex agente russo Sergei Skripal e sua figlia, a Salisbury, nel 2018. I giudici tedeschi hanno condannato all’ergastolo una spia russa per l’omicidio di un ribelle ceceno in un parco nel centro di Berlino, nel 2019. Altri due esuli ceceni sono stati assassinati in Austria nel 2009 e nel 2020. Fino a questo momento, le esecuzioni extragiudiziali di Mosca avevano lasciato la Spagna in disparte, ora non è più così. La sfrontatezza di Mosca, che pensa di poter agire impunemente sul territorio di Stati sovrani, deve trovare una ferma risposta.
(*) Docente universitario di Diritto Internazionale e normative sulla sicurezza
di Renato Caputo (*)