lunedì 19 febbraio 2024
Goldman Sachs prevede che nel 2024 l’India si posizionerà prima tra i Paesi con la crescita economica più elevata, con un aumento del Pil reale, quindi al netto dell’inflazione, del 6,2 per cento. Questa tendenza ascendente è sostenuta da una combinazione di politiche interne e da un contesto globale favorevole, che include un ingente trasferimento di investimenti dalla Cina verso l’India. Quest’ultima, infatti, sta diventando un polo attrattivo per i capitali in grado di promettere sicurezza e opportunità di espansione. Nel maggio del 2024 i cittadini di quella che viene definita da alcuni la “democrazia più grande del mondo” saranno chiamati a votare per le elezioni generali. L’India si trova a un punto di svolta che potrebbe definire la sua traiettoria economica e il suo posizionamento internazionale per gli anni a venire.
Il Governo attuale, presieduto da Narendra Modi, ha adottato misure per sostenere l’economia con incentivi al consumo e agli investimenti, pur affrontando la sfida di mantenere l’inflazione sotto controllo. Sotto il profilo internazionale, l’India si propone come un’alternativa attraente alla Cina, soprattutto agli occhi degli investitori europei e statunitensi. Questo contesto favorevole non offre vantaggi solamente economici, ma rafforza anche le sue alleanze, aprendo il Paese nuove prospettive di influenza nelle dinamiche globali.
Come potenziale, il ruolo che lo Stato dell’Asia meridionale potrebbe ricoprire nel panorama economico e politico mondiale dei prossimi anni si regge su fondamenta solide: una costante crescita della produzione, un aumento degli investimenti diretti esteri e il rafforzamento di industrie manifatturiere e servizi ad alta intensità di capitale umano. A tali elementi si aggiungono una bassa età mediana (28,2 anni nel 2023) e riforme governative mirate che mantengono l’India su una traiettoria di crescita che, secondo molti analisti, potrebbe permettere al Paese di superare economie consolidate come la Germania e il Giappone nell’arco di un decennio.
L’interesse internazionale crescente nei confronti dell’India non si manifesta soltanto negli afflussi di capitale, ma anche in iniziative geopolitiche. In occasione del vertice dei leader del G20 tenutosi a Nuova Delhi nel settembre scorso, il primo ministro Modi ha annunciato l’accordo per la costituzione di un corridoio economico tra India, Medio Oriente ed Europa. L’iniziativa, che ricorda sotto molti aspetti la Nuova via della seta già presentata dal Governo cinese, cerca di riconfigurare il commercio tra i Paesi dell’Asia meridionale, del Golfo Persico e dell’Europa, riducendo il tempo di trasporto delle merci tra queste regioni. L’ambizioso progetto ha già ottenuto la firma di un memorandum d’intesa da parte dei soggetti coinvolti, ossia India, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Italia, Germania, Francia, Unione europea e Stati Uniti.
Le politiche che l’India intraprenderà nei prossimi anni, sia a livello nazionale che in collaborazione con i partner internazionali, saranno cruciali nel ridefinire il suo ruolo dall’interno dell’ordine economico e politico mondiale. Allo stesso modo, per i Governi occidentali è fondamentale mantenere un impegno costante nel garantire rapporti stabili e duraturi con l’India, nel rispetto degli interessi delle parti coinvolte.
di Riccardo Cantadori