Trump e la Nato: “L’ho resa forte”

martedì 13 febbraio 2024


Dopo le dichiarazioni sugli alleati atlantici, Donald Trump è tornato a parlare di Nato. Il tycoon ha confermato e rivendicato il suo ragionamento, dopo che nei giorni scorsi ha “sfidato” (tra mille virgolette) la Russia ad attaccare quei Paesi che non pagano quanto dovrebbero all’Alleanza. Sul suo social network Truth, l’ex presidente ha ribadito di aver “reso la Nato forte. Quando ho detto ai 20 Paesi che non pagavano la loro quota che dovevano farlo, e ho detto loro che se non l’avessero fatto non avrebbero avuto la protezione militare degli Stati Uniti, i soldi sono arrivati. Dopo tanti anni in cui sono stati gli Usa a pagare il conto, è stato uno spettacolo bellissimo”, ha ricordato Trump. Ma nel 2020, quando Joe Biden è diventato presidente, gli alleati sono tornati ad essere negligenti. Il costo maggiore degli aiuti all’Ucraina – ha accusato il tycoon – è stato sostenuto prevalentemente da Washington. “Ora, senza di me a dire che devono pagare, lo stanno facendo di nuovo”, ha concluso Trump.

I repubblicani non voteranno gli aiuti a Kiev

Lo ha annunciato Mike Johnson, lo speaker della Camera dei rappresentanti, specificando che i deputati del Grand old party non si esprimeranno a favore del pacchetto di aiuti all’estero – sia per l’Ucraina che per Israele – proposto dal Senato. Il blocco degli aiuti a Kiev è nato come forma di protesta alla politica migratoria di Joe Biden. “La sicurezza nazionale inizia ai nostri confini”, ha spiegato il presidente della Camera con una nota su X, mentre “il disegno di legge sugli aiuti del Senato tace sulla questione più urgente che il nostro Paese deve affrontare”, ha sottolineato Johnson riguardo alla crisi di frontiera con il Messico. “L’America merita di meglio di quanto previsto dal Senato”, ha affermato lo speaker della Camera, affermando che la House of representatives “dovrà continuare a lavorare secondo la propria volontà su questioni importanti”, come ha “lavorato dieci mesi per fare passare una politica di cambiamento con il Secure Out Border Act”, ha concluso nella sua nota Johnson.


di Zaccaria Trevi