lunedì 12 febbraio 2024
L’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che sta cercando la nomination repubblicana alle presidenziale del 2024, ha affermato di aver minacciato che gli Stati Uniti non avrebbero protetto i Paesi della Nato se fossero stati attaccati dalla Russia, laddove non avessero adempiuto ai loro obblighi finanziari nei confronti dell’Alleanza Atlantica. “La Nato stava andando in pezzi finché non sono arrivato io. Ho detto: Tutti pagheranno. Loro hanno detto: Se non paghiamo, ci proteggerete comunque. Ho detto: Sicuramente no. Non potevano credere alla mia risposta”, ha detto Trump. Fin qui, solo cose note. Trump è stato presidente dal 2017 al 2021. Ha ripetutamente invitato gli alleati americani della Nato a destinare almeno il 2 per cento del Pil alla difesa, sottolineando che gli Stati Uniti non dovrebbero pagare per la loro sicurezza. Molti Paesi della Nato hanno effettivamente aumentato la spesa per la difesa negli ultimi anni, principalmente a causa delle preoccupazioni per le politiche aggressive della Russia. Tuttavia, la maggior parte dei Paesi dell’Unione assegna ancora meno del 2 per cento del Pil alla difesa. Tuttavia, è stato scioccante sentire Trump affermare: “In effetti, li incoraggerei (la Russia) a fare quello che diavolo vogliono. Devi pagare. Devi pagare i conti”, ha detto Trump.
Lo Stato della Carolina del Sud, dove Trump ha parlato in una grande manifestazione, terrà le primarie repubblicane tra due settimane. Nei sondaggi l’ex presidente degli Stati Uniti è nettamente avanti rispetto alla rivale in corsa per la nomination, Nikki Haley. La Casa Bianca ha definito le dichiarazioni dell’ex presidente “terribili e folli” e ha osservato che mettono a repentaglio la sicurezza nazionale degli Stati Uniti. Secondo il portavoce dell’Amministrazione Joe Biden, Andrew Bates, le parole di Trump “incoraggiano le incursioni di regimi sanguinari” nel territorio dei più stretti alleati degli Stati Uniti. “Così si mette in pericolo la sicurezza nazionale americana, la stabilità globale e l’economia”, è stato il commento a caldo del portavoce della Casa Bianca. “La Nato resta pronta a difendere tutti i suoi alleati. Ogni affermazione in cui si parli della possibilità che i Paesi membri non si difenderanno reciprocamente mette a rischio la sicurezza di noi tutti, inclusa quella degli Usa, ed espone i soldati americani ed europei a rischi crescenti”: così il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha replicato alle controverse dichiarazioni di Donald Trump. Il Burden sharing (condivisione degli oneri) prevede lo sforzo di ciascun Stato membro a tendere, entro il 2024, al raggiungimento di 3 obiettivi: 1. Il 2 per cento delle spese per la difesa rispetto al Pil (“cash”); 2. Il 20 per cento della quota del budget della Difesa da destinare agli investimenti; 3. Il contributo a missioni, operazioni ed altre attività. Oltre agli Stati Uniti (3,49 per cento), sono in linea con l’obiettivo del 2 per cento la Polonia (3,9 per cento), la Grecia (3,01 per cento), l’Estonia (2,73 per cento), la Lituania (2,54 per cento), la Finlandia (2,45 per cento), la Romania (2,44 per cento), l’Ungheria (2,43 per cento), la Lettonia (2,27 per cento), il Regno Unito (2,07 per cento) e la Slovacchia (2,03 per cento). In Italia, il rapporto tra spese militari e Pil – nel 2023 – è pari all’1,46 per cento del Pil. Nel 2022 era dell’1,51 per cento, nel 2020 all’1,59 per cento. La questione dell’adeguamento delle spese militari alle crescenti minacce internazionali è al centro anche del dibattito politico in Italia.
Un documento della Camera dei deputati dello scorso ottobre analizza quali siano i Paesi che nel 2023, secondo le stime della stessa Nato, hanno raggiunto la soglia del 2 per cento del Pil. Sono soltanto undici su trentuno. Il Documento programmatico pluriennale della Difesa per il triennio 2023-2025 prevede per il budget della Difesa 2023 una spesa di 29,7 miliardi di euro, in aumento rispetto al periodo precedente. Quanto all’obiettivo del 2 per cento, il documento fa presente che l’obiettivo nazionale è di centrare la percentuale del 2 per cento nel 2028, cioè tra 5 anni. È emblematico il messaggio inviato a Mosca: l’America di Trump non interverrebbe più nel teatro ucraino e non fornirebbe più un’assicurazione ai Paesi europei contro le sempre possibili aggressioni russe. Le parole shock di Donald Trump gelano la Casa Bianca e gli alleati, confermando l’avversità mai nascosta dell’ex presidente nei confronti della Nato e facendo temere per l’Ucraina nel caso in cui il tycoon conquistasse la presidenza.
(*) Docente universitario di Diritto internazionale e normative sulla sicurezza
di Renato Caputo (*)