lunedì 5 febbraio 2024
All’Iran interessa e molto l’America Latina, l’area a poche miglia dal “Grande Satana”, gli Stati Uniti d’America. A giugno del 2023, il presidente Ebrahim Raisi ha effettuato un tour in tre nazioni dell’America Latina, inclusa una posizionata a soli 90 miglia dal confine degli Stati Uniti. L’obiettivo principale del viaggio era rafforzare i legami strategici ed economici dell’Iran nell’emisfero occidentale, sfidando apertamente gli Stati Uniti. Durante la visita, che ha toccato Venezuela, Nicaragua e Cuba, il presidente iraniano ha elogiato questi Paesi “per la loro resistenza alle pressioni statunitensi e per la condivisione di valori contrari all’ordine internazionale” basato su principi democratici.
Durante il viaggio Raisi ha sottolineato l’evoluzione dell’America Latina, in passato considerata “il cortile degli americani”, verso un recupero dell’indipendenza da parte di ciascun Paese. Ha enfatizzato una crescente “armonia” tra gli iraniani e il popolo latinoamericano dopo la Rivoluzione islamica del 1979, citando uno spirito e ideali comuni. Tuttavia, gli sforzi iraniani per penetrare nella regione non si limitano alle relazioni diplomatiche.
Secondo uno studio condotto dall’Istituto internazionale per l’Antiterrorismo (Ict), l’Iran riceve il supporto di organizzazioni terroristiche e gruppi filo-iraniani per espandere la sua influenza ideologica in America Latina. Hezbollah è profondamente coinvolto in operazioni di raccolta fondi, propaganda e contrabbando, mentre altre organizzazioni come Al-Tajammu giocano un ruolo significativo nell’espansione dell’influenza iraniana attraverso Internet e i social media. L’influenza mediatica di Hezbollah è evidente nel suo potente apparato mediatico internazionale, come riportato dal think tank spagnolo Osservatorio Internazionale sugli Studi sul Terrorismo (Oiet).
Attraverso la sua stazione televisiva al-Manar e altre piattaforme come HispanTv e al-Mayadeen, Hezbollah promuove la propria ideologia e i valori della rivoluzione islamica iraniana, raggiungendo un pubblico internazionale, compreso quello latinoamericano. L’Iran utilizza una “guerra psicologica su larga scala” attraverso social network, satelliti e media in lingua spagnola per promuovere gli interessi iraniani e attaccare l’Occidente e l’America Latina. Jorge Serrano, membro del team di consulenti dell’Iran alla Commissione d’intelligence del Congresso peruviano, ha sottolineato il ruolo chiave del Ministero dell’Intelligence iraniano (Vevak) dietro queste attività. Rispetto alle ambizioni iraniane in America Latina, già discusse su questo stesso giornale nel 2018 nell’articolo Narcos e Jihad, le bugie sull’estremismo in Brasile, si evidenziano attualmente legami tra l’Iran, i suoi proxy Hezbollah e Hamas, e attività destabilizzanti in America centrale e Sudamerica.
In particolare, il coinvolgimento di Hezbollah in attività illegali, come il traffico di droga, e i collegamenti con organizzazioni criminali come il Primeiro Comando da Capital in Brasile, la più grande organizzazione criminale del Paese, con circa 11mila membri, presente soprattutto nelle aree di San Paolo e della Triple Frontera: l’area di confine tra Argentina, Brasile e Paraguay, a lungo identificata come un centro nevralgico per una vasta gamma di attività criminali che spaziano dal traffico di droga e armi, al contrabbando di merci, al furto di proprietà intellettuale, alla falsificazione di documenti e al riciclaggio di denaro.
L’area è riconosciuta come un importante hub per il riciclaggio di capitali destinati a sostenere le attività della criminalità organizzata e delle reti terroristiche, con conseguenze finanziarie significative e implicazioni sulla sicurezza regionale, generando un giro d’affari di circa 43 miliardi di dollari annuali. Le attività illegali sono documentate da oltre 40 anni. E organizzazioni terroriste come Hezbollah hanno trovato nella Triple Frontera l’ambiente adatto dove, grazie ad alleanze con organizzazioni criminali, possono contare sull’accesso alle risorse finanziarie per sovvenzionare gli attentati; sull’indipendenza dalla sponsorizzazione statale; sulla possibilità di costituire un potere economico compensando la mancanza del sostegno pubblico; all’accesso a competenze specifiche (riciclaggio di denaro, contraffazione di documenti); alla facilitazione nei movimenti transfrontalieri (utilizzo delle rotte del traffico di esseri umani); all’entrare in contatto con un’ampia gamma di potenziali reclute già appartenenti al mondo dell’illecito.
Sin dalla sua creazione negli anni Ottanta, Hezbollah ha ricevuto un sostegno significativo da parte dell’Iran, sia a livello economico che militare. Oltre a questo sostegno, il gruppo ha finanziato le proprie attività attraverso diverse attività illegali su scala globale. In America Latina, diverse indagini hanno evidenziato i forti legami tra Hezbollah e organizzazioni di narcotrafficanti, tra cui le Farc colombiane e i cartelli messicani Los Zetas e Sinaloa. Questi legami hanno facilitato lo scambio di armi tra Hezbollah e i cartelli messicani, nonché l’insegnamento di tecniche di tunneling simili a quelle utilizzate tra Libano e Israele.
Hezbollah è stato coinvolto in diverse attività illecite, tra le quali il contrabbando di sigarette, il traffico di droghe e il commercio illegale di diamanti provenienti dall’Africa occidentale, in particolare dalla Sierra Leone. Nel caso del contrabbando di sigarette, l’operazione antiterrorismo americana Smokescreen ha svelato un’attività che ha fruttato tra 1,5 e 2,5 milioni di dollari, investiti in attrezzature militari e altre necessità del gruppo. Negli anni è anche emerso che, nonostante le attività criminali di Hezbollah, nel 2017 l’Amministrazione Obama avrebbe ostacolato le indagini sulla rete internazionale del narcotraffico del gruppo per preservare gli accordi sul nucleare iraniano.
L’inchiesta nota come Cassandra Project e condotta dalla Drug Enforcement Administration (Dea) ha rivelato un vasto network di traffico di cocaina gestito da Hezbollah, ma le richieste di mandati di arresto da parte della Dea sarebbero state ostacolate o ritardate per non compromettere gli accordi con l’Iran. Attraverso varie intercettazioni telefoniche, operazioni sotto copertura e informatori, e con l’aiuto di altre 30 agenzie di intelligence americane e straniere, la Dea avrebbe scoperto una vasta rete di traffico di cocaina a opera di Hezbollah che andava dal Sudamerica all’Europa e al Medio Oriente, oltre ad altre vie che partivano dal Venezuela e dal Messico per arrivare negli Stati Uniti.
Tuttavia, l’Amministrazione Obama, dopo l’Accordo sul nucleare iraniano del 17 gennaio 2016, ha ostacolato il proseguimento delle indagini e delle azioni contro Hezbollah per non compromettere le relazioni con l’Iran. Gli sforzi del Progetto Cassandra sono stati delegittimati gradualmente, con gli agenti della Dea che hanno incontrato resistenza e ritardi nelle richieste di autorizzazioni per indagini, azioni penali e arresti. Questo ha impedito il blocco delle attività dei terroristi libanesi, dimostrando una intenzionale limitazione delle azioni investigative nei confronti di Hezbollah da parte dell’Amministrazione Obama.
Secondo le indagini della Dea, Hezbollah si è rifornito di droghe sintetiche dai cartelli della droga messicani per venderle inizialmente soprattutto in Medio Oriente – dove una volta appreso i processi chimici ha istallato numerosi laboratori per la produzione delle amfetamine – così da finanziare le proprie operazioni e la propria economia, trovando anche nel regime di Assad un socio e un alleato nel traffico e nella produzione di narcotici.
In particolare, di pasticche psicostimolanti di fenetillina, un composto derivato dal raddoppiamento molecolare tra metamfetamina e caffeina, conosciute con il nome di Captagon, Biocaptagon e Fitton, ma anche come Capitan Courage, Abu Hilalain (Padre di Due Mezzelune, ndt) per le due lettere C (iniziale di Captagon) incise sulle pillole, “cocaina dei poveri” e “la droga dello jihad”, a causa del suo ampio utilizzo da parte dei combattenti in Siria, compreso l’Isis. La Siria, scrivono le analiste Carmit Valensi e Orna Mizrahi del centro studi Institute for National Security Studies (Inss), è diventata un narco-Stato per il quale i proventi della droga sono tra le principali fonte di reddito: nel 2022 le esportazioni di droga dalla Siria hanno fruttato circa 25-30 miliardi di dollari; al contrario, le entrate annuali derivanti dalle esportazioni legali sono di circa 800 milioni di dollari (la produzione di una pillola costa al massimo 3 centesimi di dollaro).
In alcuni casi, la droga viene trasportata attraverso la Siria e in altri casi attraverso porti e aeroporti libanesi. Secondo il Centro per la ricerca e l’analisi operativa (Coar), un’azienda di consulenza con sede a Cipro, nel 2020, le autorità di diversi Paesi hanno sequestrato droghe siriane per un valore nel mercato dello spaccio non inferiore a 3,4 miliardi di dollari. Hezbollah ha costruito pazientemente una rete globale di attività finanziarie illecite e complotti terroristici, colpendo ripetutamente obiettivi in Occidente e non solo, in collaborazione con lo Stato iraniano.
La particolare preoccupazione per l’America Latina è motivata dal fatto che molti Paesi della regione non considerano Hezbollah un’organizzazione terroristica, limitando così l’azione delle autorità locali. Il sostegno aperto dei regimi autoritari locali allineati con Teheran, come il Venezuela di Nicolás Maduro, ha trasformato quest’area in una base operativa avanzata dell’Iran. Hezbollah e i fronti iraniani si mescolano con attivismo radicale filo-palestinese, guadagnando accesso ai leader politici e copertura per le loro attività. La lunga associazione di Hezbollah con la criminalità organizzata fornisce ampi collegamenti con sindacati criminali locali, facilitando l’accesso ad armi, esplosivi e funzionari pubblici corrotti. Eppure, a designare il partito di Dio organizzazione terrorista, senza distinzioni tra “ala politica” ed “ala militare”, si fa ancora fatica.
(*) Tratto da La Nuova Bussola Quotidiana
di Souad Sbai (*)