Di chi è l’Onu? Del terzo mondo

venerdì 12 gennaio 2024


Conoscete il nuovo gioco delle “Tre carte”? No? Allora è presto spiegato: si chiama ribaltOnu che poi, come dice il neologismo, non è che un metodo perverso per il ribaltamento della realtà e, quel che è peggio, della verità. Qualche folgorante esempio chiarirà meglio di ogni altro il suddetto punto di vista. Chi è il “genocidiario” tra Hamas e Israele, com’è chiamata a stabilire la Corte internazionale di Giustizia dell’Aia, costola giudiziaria dell’Onu? E come mai, prima che Israele iniziasse le operazioni a Gaza per l’eradicazione del terrorismo fondamentalista di Hamas, le Nazioni Unite (solo in teoria super-partes) non hanno provveduto fin da subito a denunciare il principio genocida che sta alla base delle condotte di guerra dello stesso Hamas? Viene da chiedersi se António Guterres abbia preso atto dei filmati girati dai miliziani, visto la sua reticenza a denunciare pubblicamente al mondo intero lo stupro etnico, a seguito delle inaudite violenze commesse sulle donne israeliane.

E quale è stato il commento dello stesso segretario generale a proposito della persecuzione dichiarata contro gli ebrei da parte dei miliziani, che gridavano “ammazza il giudeo”? Almeno, dopo quasi due mesi, anche lo scetticissimo New York Times ha fatto marcia indietro tutta, con la pubblicazione della sua indagine giornalistica del 31 dicembre sugli stupri etnici di Hamas. E che cosa aspettano tutte le organizzazioni per i diritti umani operanti negli Stati democratici che hanno sottoscritto la Convenzione dell’Aia a denunciare alla Corte Criminale Internazionale i capi di Hamas per crimini contro l’umanità? D’altro canto, è giusto che Israele risponda in sede internazionale sui bombardamenti di insediamenti civili a Gaza, dimostrando che si trattava di legittimi obiettivi militari e di aver preso tutte le precauzioni possibili per evitare gli attuali, enormi “danni collaterali”, risarcendo adeguatamente le vittime palestinesi in caso contrario.

E che dire della missione Unrwa, che in teoria dovrebbe soccorrere i profughi di Gaza provvedendo, in particolare, alla scolarizzazione dei bambini, e invece collude con Hamas consentendo che nelle sue scuole e nei presidi sanitari si mimetizzino armi ed equipaggiamenti del gruppo terrorista? Come si fa da parte dei dirigenti dell’Unrwa a consentire che si adottino testi scolastici in cui si istiga all’odio e alla violenza contro Israele, manipolando pesantemente la verità storica? Dove sono le sanzioni contro l’Iran che finanzia i massacri degli Huthi sciiti contro la popolazione civile yemenita, in una guerra che ha fatto già 500mila vittime? E che cosa dire dell’impotenza dell’Onu a fermare l’altro terribile genocidio in Africa, con milioni di profughi in fuga dal Sudan a causa dei Signori della guerra? Non è forse vero che l’Onu è del tutto impotente contro la proliferazione delle armi di distruzione di massa (vedi nucleare iraniano) e il terrorismo internazionale, mentre le sue missioni di pace falliscono una dietro l’altra, con enorme dispendio di risorse? E che dire degli enormi scandali che hanno riguardato i suoi contingenti all’estero, in cui non pochi operatori sono stati coinvolti in reti di prostituzione minorile in Etiopia, Eritrea, Bosnia e Mozambico?

Ma la questione che sorprende veramente tutti è, in pratica, l’equiparazione formale all’interno dell’Onu tra Paesi in cui il voto non è libero o non esiste, e le democrazie dove i cittadini elettori decidono chi li debba governare, grazie a una stampa libera e a istituzioni indipendenti. Davvero, in questo caso, è giusto dire che “Uno-vale-Uno” nelle votazioni dell’Assemblea, mettendo così all’angolo l’intero Occidente democratico grazie al “terzomondismo” dilagante e autocratico del Global South? Come fa Guterres, al pari di chi l’ha preceduto, a stringere senza inorridire le mani insanguinate di così tanti despoti, dittatori e autocrati senza scrupoli, che hanno un seggio alle Nazioni Unite e dirottano su conti esteri incredibili fortune criminalmente sottratte ai loro popoli? Si confiscano i beni degli oligarchi di Vladimir Putin e non si muove un dito per recuperare quelle enormi somme illegali? Ma davvero se non ci fossero le Nazioni Unite bisognerebbe inventarle, come sostiene lo storico Stephen Schlesinger? Il tutto, senza nemmeno porsi il problema di denunciarne l’assetto anacronistico, per cui a oggi il suo aberrante funzionamento non consente di risolvere, né dirimere i conflitti internazionali, e nemmeno di tutelare la difesa dei diritti universali?

Che cosa ci fanno decine di agenzie che duplicano tra di loro le competenze, facendo le barricate per ottenere più fondi, colpevoli così facendo di generare la burocrazia più perversa e folle del mondo? Ma come si fa a mantenere in piedi una struttura di vertice che andava bene nel 1945, quando i suoi membri erano poche decine, confrontati al numero odierno dei Paesi rappresentati e al sistema di veto in Consiglio di sicurezza, dove ancora siedono di diritto i Paesi vincitori della Seconda guerra mondiale? E malgrado un timido allargamento del Consiglio, se nel 1945 l’organo collegiale decisionale di vertice rappresentava il 22 per cento dei membri dell’Assemblea fenerale, nel 2023 quel rapporto è sceso all’8 per cento! E mai come oggi Russia, Cina e Usa hanno interessi divergenti sui destini del mondo, per cui il Consiglio non è un luogo di mediazione ma un’arena di scontro geopolitico. Serve, quindi, qualcosa di meglio per far dialogare i nuovi Blocchi di oggi e quelli di domani. Onu delenda est, ora e sempre!


di Maurizio Guaitoli