Putin firma un decreto che viola i diritti dei bambini ucraini

martedì 9 gennaio 2024


Il 4 gennaio 2024, il presidente della Federazione Russa ha firmato il decreto “Sulla definizione di alcune categorie di cittadini stranieri e apolidi che hanno il diritto di richiedere la cittadinanza della Federazione Russa”. Il documento stabilisce che gli orfani e i bambini lasciati senza cure parentali e che sono cittadini dell’Ucraina possono ricevere la cittadinanza russa per decisione personale del presidente della Federazione Russa, indipendentemente da tutti o singoli requisiti della legislazione federale. I capi delle organizzazioni russe in cui vengono detenuti con la forza i bambini ucraini possono presentare una domanda per la cittadinanza russa. Questo “atto normativo”, oltre al suo obiettivo di soddisfare le esigenze demografiche del Paese aggressore a spese dei diritti dei bambini ucraini, viola gravemente anche la legislazione ucraina e le norme del diritto internazionale. Questi giovanissimi cittadini ucraini, durante l’offensiva su larga scala della Federazione Russa, furono trasferiti con la forza nel territorio dello Stato aggressore. Tali azioni violano le norme del diritto umanitario internazionale, sono nulle e non creano alcuna legittima conseguenza legale. L’introduzione della nuova legislazione sulla cittadinanza da parte della Federazione Russa mira a privare i bambini ucraini rapiti dell’opportunità di tornare in patria.

Il Ministero degli Affari esteri dell’Ucraina sottolinea ancora una volta che tutti i bambini, cittadini ucraini, trasferiti con la forza nel territorio della Federazione Russa con il pretesto inventato della cosiddetta “protezione umanitaria”, rimangono cittadini ucraini. Le autorità ucraine continuano ad adottare tutte le misure possibili per proteggere i loro diritti e le loro libertà legali. Il vero valore di questo decreto sta solo nel fatto che servirà come ulteriore prova dei crimini della Federazione Russa contro l’Ucraina, dell’assimilazione forzata dei bambini ucraini e del tentativo di privarli della propria Patria. Il ministro degli Affari esteri dell’Ucraina, Dmytro Kuleba ha così commentato questo fatto gravissimo: “Chiediamo alla Corte penale internazionale di tenere conto di queste azioni della leadership della Federazione Russa volte a trasferire i bambini ucraini da un gruppo nazionale a un altro, anche concedendo loro con la forza la cittadinanza russa, che è uno dei segni del genocidio, e la comunità internazionale ad attuare quanto prima il mandato d’arresto emesso dalla Cpi su Vladimir Putin, dopo aver adottato le misure necessarie per trattenerlo e consegnarlo agli organi di giustizia internazionale”.

Lo scorso anno, un rapporto redatto dai ricercatori della Yale University School of Public Health ha individuato almeno 43 campi e altre istituzioni russe in cui sono tenuti minori, molti dei quali hanno genitori o tutori che rimangono in Ucraina. “Lo scopo principale delle strutture che abbiamo identificato è la rieducazione politica”, ha detto Nathaniel Raymond, uno degli autori del rapporto. Raymond ha sottolineato che il bambino più piccolo portato fuori dall’Ucraina aveva appena quattro mesi. In alcune regioni, risulta che i bambini dall’età di 14 anni abbiano ricevuto un addestramento militare. La Quarta Convenzione di Ginevra fornisce linee guida specifiche per il trattamento dei bambini che sono stati separati dalle loro famiglie durante la guerra, compresi coloro che sono stati evacuati dalle loro case a causa dei combattimenti. I membri della famiglia devono essere in grado di comunicare tra loro, devono essere istituiti sistemi per identificare e registrare i bambini separati e l’evacuazione temporanea dei bambini dovrebbe essere sempre in uno Stato neutrale con il consenso dei genitori.

Gli Stati devono garantire che i bambini non siano separati dai loro genitori contro la loro volontà, se non in conformità con il giusto processo e laddove ciò serva per il loro interesse superiore. Tutti aspetti che, come dimostra il Rapporto, sono stati intenzionalmente violati dalle autorità russe. Il rapporto evidenzia come il Governo federale russo stia operando su larga scala, attraverso una rete sistematica di campi e altre strutture che detengono migliaia di bambini ucraini all’interno della Crimea occupata e nella Russia continentale. Questa attività criminale avviene in totale violazione delle Convenzioni internazionali. La Corte penale internazionale ha emesso a marzo 2023 un mandato di arresto contro Vladimir Putin, per il crimine di deportazione illegale di bambini. Nella nota diffusa in occasione dell’emissione del mandato di arresto veniva specificato che “la Camera preliminare II ha ritenuto, sulla base delle istanze dell’accusa del 22 febbraio 2023, che vi siano fondati motivi per ritenere che ciascun sospettato sia responsabile del crimine di guerra di deportazione illegale di popolazione e di trasferimento illegale di popolazione dalle aree occupate dell’Ucraina alla Federazione Russa, in pregiudizio dei bambini ucraini”. La Camera aveva inizialmente previsto “che i mandati fossero segreti al fine di proteggere vittime e testimoni e anche per salvaguardare le indagini”.

Tuttavia, “consapevole che le condotte contestate nella fattispecie sarebbero in corso, e che la conoscenza pubblica dei mandati può contribuire a prevenire l’ulteriore commissione di reati, la Camera ha ritenuto che sia nell’interesse della giustizia autorizzare la cancelleria a rendere pubblica l’esistenza dei mandati, il nome degli indagati, i reati per i quali sono stati emessi i mandati e le modalità di responsabilità stabilite dalla Camera”. Questo ulteriore atto normativo adottato da Putin è di inaudita gravità e rientra del medesimo disegno criminale per il quale è stato già emesso nei suoi confronti il mandato di arresto.

(*) Docente universitario di Diritto internazionale e normative sulla sicurezza


di Renato Caputo (*)