lunedì 18 dicembre 2023
Anche se il tema Evgenij Prigožin – ovvero la questione del gruppo Wagner – è tutt’oggi aggiogato nei naturali “misteri moscoviti”, buona parte dell’Africa centrale, fronte di sostegno determinante per le geostrategie russe, è sotto il mantello statale della “rete” conosciuta come “Russafrica”. In questa “ragnatela” marcata Cremlino, che ha soppiantato la guida dei Wagner, essendo di natura statale, le sue figure sono diventate abbastanza note. Infatti, sono espressione del Ministero della Difesa russo e dei servizi di intelligence/segreti esterni (Svr, Služba vnešnej razvedki). Soprattutto nella Rca, Repubblica centrafricana – dove i Wagner negli ultimi anni sono diventati gli attori della sicurezza, della formazione militare e di molte strategie governative – i servizi segreti russi hanno ristrutturato la loro operatività, penetrando ancora più a fondo nelle dinamiche gestionali e politiche del Governo.
Ora, i profili degli attori russi in Africa sono più identificabili rispetto all’era di Prigožin. Numerose indagini multilaterali sono state avviate al fine di identificare con esattezza questi nuovi punti di riferimento per i Governi africani. Una di queste inchieste è stata condotta da Radio Free Europe/Radio Liberty, media finanziato con fondi del Congresso Usa, in cooperazione con il sito indipendente Aeow-All Eyes on Wagner. L’indagine, pubblicata il 7 dicembre, rivela nomi e mostra foto di alcuni dei principali funzionari russi responsabili del coordinamento delle azioni di Mosca nella Repubblica centrafricana, in Burkina Faso e in Mali. Quindi, risulta che il dopo Prigožin è rappresentato adesso da un uomo di Stato, fedele e autorevole, presente a Bangui, capitale della Repubblica Centrafricana, il diplomatico, perfettamente francofono, Denis Pavlov. In realtà, lo pseudo diplomatico è un ufficiale dei Servizi segreti esterni russi, Srv. La sua recente nomina all’ambasciata russa a Bangui lo ha fatto distinguere per la grande empatia con i leader politici e militari, risultando l’artefice del partenariato di sicurezza stipulato con la Direzione generale della Polizia centrafricana.
A esaltare il livello dello “007” Pavlov è la sua assenza tra i nominativi delle ventuno spie russe espulse dal Belgio e tra quelle diciassette cacciate dai Paesi Bassi nel 2022. Resta comunque un personaggio noto. Secondo l’indagine, l’agente dell’Svr ha operato tra il 2006 e il 2007 a Parigi, poi tra il 2011 e il 2012 all’Onu, a Ginevra e ultimamente all’Unione europea a Bruxelles. Incarico, questo, interrotto non a caso circa sei mesi fa. Inoltre, sotto copertura, era infiltrato anche nelle missioni russe all’Unesco. L’operazione russa nella Repubblica Centrafricana è particolarmente strategica. Secondo l’Aeow, l’agente segreto Pavlov ha ora il controllo logistico dell’aeroporto di Bangui, divenuto la base operativa per gli affari nell’Africa centrale.
I mercenari Wagner sono presenti nella Repubblica centrafricana dal 2017. Dopo “l’eclissi” di Prigožin, il capo delle operazioni del gruppo Wagner era Vitali Perfilev, anche con il ruolo di consigliere per la sicurezza del presidente Faustin-Archange Touadéra. Dalle indagini risulta che Perfilev cooperava costruttivamente sia con il capo dell’intelligence della presidenza, Henri Wazet-Lingussara, che con il capo della polizia, Bienvenu Zokoué. Un passaggio di consegne da un mercenario a un agente segreto? Pare proprio di sì: il Wagner Vitali Perfilev in uscita, sostituito dall’agente segreto Denis Vladimirovich Pavlov, nuova pedina russa a Bangui.
I mercenari sono diventati necessari per la difesa, per la formazione e per i contatti extra Stato. Al momento, la loro “gestione” è sotto il Cremlino. L’affidabilità dei Wagner di Prigožin è servita ai servizi segreti russi per radicarsi maggiormente nel sistema di sicurezza del Paese. Molte fonti confermano che i referenti dell’Svr si sono integrati perfettamente nel sistema già impostato dai Wagner, relazionandosi con autorevolezza sia tra la polizia che l’esercito. È noto che i Wagner esercitavano, anche con violenza, una forte supremazia decisionale sulle forze armate del Paese. Ora, l’inchiesta sottolinea che i servizi segreti russi partecipano, ma soprattutto coordinano, le azioni dell’esercito centrafricano e delle forze di sicurezza interna del Paese.
Ricordo che Vladimir Putin aveva rassicurato direttamente il presidente Touadéra sulla continuità delle missioni del gruppo Wagner dopo l’ammutinamento di Prigožin alla fine dello scorso giugno. Forse, asserire che i servizi segreti russi nella Repubblica Centrafricana siano uno Stato nello Stato può sembrare eccessivo. Tuttavia, affermare che “governano” la spina dorsale del Paese, cioè l’esercito, non è errato.
di Fabio Marco Fabbri