Energia nucleare, Aiea: “Sbloccare i finanziamenti mondiali”

sabato 2 dicembre 2023


È necessario sbloccare i finanziamenti mondiali in favore dell’energia nucleare. È l’auspicio formulato da Rafael Grossi. Il direttore generale dell’Aiea, l’Agenzia internazionale per l’energia atomica, in un’intervista a France Press a margine della Cop28 (la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici del 2023), ha detto che è “un errore rifiutare il nucleare, che consentirebbe una consistente limitazione del riscaldamento climatico e l’abbattimento dei gas serra”. La difficoltà maggiore, per Grossi, è il reperimento dei finanziamenti per l’energia nucleare: “Esistono disposizioni statutarie, a volte anche in alcune istituzioni di credito internazionali, che escludono il nucleare. Credo che ciò sia totalmente obsoleto e che non corrisponda ad alcun criterio scientifico o tecnologico. Si tratta piuttosto, penso, di cose del passato”. La Banca mondiale per esempio non ha finanziato progetti sul nucleare dal 1959. “Penso e spero che ci sarà una evoluzione” sui finanziamenti pubblici, aggiunge.

Il direttore dell’Aiea ha citato il caso degli Emirati Arabi Uniti: “Avevano zero nucleare una decina di anni fa e adesso contano su quattro reattori”, che producono un quarto dell’energia elettrica consumata nel Paese. Grossi mette in guardia chi considera i fallimenti di certi progetti per svalutare l’energia atomica. “È una domanda legittima, ma noi siamo stati creati per questo”, ha affermato riferendosi all’Aiea. “Un Paese che intenda sviluppare un programma nucleare deve fare tutto un certo percorso e avere un accordo comprensivo di garanzie con la nostra Agenzia. Ciò significa che in linea di principio rischi di proliferazione non dovrebbero esistere”. Il diplomatico argentino è tornato anche sulle tensioni che si sono manifestate per la sorte delle centrali ucraine a seguito dell’invasione russa: “Il problema è la guerra, non il nucleare”.

L’annuncio è stato fatto da John Kerry, inviato degli Stati Uniti per il clima, a Dubai, in compagnia di diversi leader tra cui il presidente francese Emmanuel Macron e il primo ministro belga Alexander de Croo. Anche se Cina e Russia, i principali costruttori di centrali nucleari del mondo, non sono tra i 20 Paesi convolti. Tra gli altri firmatari figurano Bulgaria, Canada, Repubblica Ceca, Finlandia, Ghana, Giappone, Moldavia, Mongolia, Marocco, Paesi Bassi, Polonia, Romania, Slovacchia, Slovenia, Svezia, Ucraina, Corea del Sud e Regno Unito. “Sappiamo dalla scienza, dai fatti e dalle prove che non possiamo raggiungere la neutralità delle emissioni di carbonio entro il 2050 senza l’energia nucleare”, ha dichiarato Kerry durante l’evento a Dubai. Il presidente rumeno Klaus Iohannis ha spiegato che l’energia nucleare rappresenta per il suo Paese “una fonte stabile di energia che contribuisce alla sicurezza energetica e alla decarbonizzazione”.


di Redazione