Usa abusati: rovinati dall’immigrazione

mercoledì 29 novembre 2023


Chi dice “l’immigrazione (illegale) è una risorsa?”. Risposta: tutti coloro che non la subiscono o che la sfruttano alla grande. E questi ultimi sono tanti, dai trafficanti di esseri umani ai politici della sinistra progressista nelle Nazioni libere dell’Occidente, per non parlare di interi settori dell’economia globale che ne sfruttano in nero il lavoro a bassa qualificazione e sottopagato. Ma, negli Usa, non la pensano più così le megalopoli come Chicago, in cui è stato sventato in zona Cesarini un tentativo da parte dell’opposizione repubblicana in Consiglio comunale di indire un referendum popolare per l’abrogazione di un’ordinanza municipale del 1985, che fa della metropoli una “città santuario”. In base a questa prerogativa, la polizia e i funzionari comunali non collaborano con l’Ufficio federale dell’immigrazione per il respingimento alla frontiera degli immigrati illegali. Segue a ruota New York, che ha uno statuto analogo (“New York City sanctuary policy”), per cui a chiunque ne abbia bisogno va assicurato un rifugio sicuro e un posto dove dormire. E proprio a causa di questa accoglienza illimitata la “città che non dorme mai” sta per andare in default, visto che l’arrivo di 110mila richiedenti asilo dai confini con il Messico le costerà nei prossimi tre anni qualcosa come 12 miliardi di dollari (pari all’attuale disavanzo municipale!) per finanziare i relativi servizi di accoglienza. Attualmente, almeno 60mila migranti sono ospitati negli ostelli comunali per senzatetto e occorrerà inserire ex novo nelle classi newyorkesi 20mila figli di migranti in età scolare. Più spese per gli immigrati significano meno assistenza e servizi per gli autoctoni. E, ovviamente, la questione migranti che affligge la più grande metropoli degli Stati Uniti è entrata ben presto nella competizione politica senza esclusione di colpi per le Presidenziali del 2024, con l’accusa all’Amministrazione Biden di aver perso il controllo del confine Sud.

Tanto è vero che esponenti repubblicani hanno spedito a New York pullman interi carichi di migranti per mettere in crisi il rapporto tra il sindaco democratico, Eric Adams, e il presidente Joe Biden. Quest’ultimo, finora, si è guardato bene dal sostenere finanziariamente le spese straordinarie della municipalità, per fronteggiare l’emergenza immigrazione e rendere più spedito l’iter del rilascio di permessi di soggiorno per motivi di lavoro, in modo da alleggerire notevolmente gli oneri a carico delle strutture di accoglienza cittadine. Naturalmente, a seguito delle politiche restrittive invocate dal sindaco Adams, si è sollevata contro di lui la sinistra progressista che lo ha accusato di razzismo, ricordandogli di Ellis Island, che ha rappresentato in passato la porta d’ingresso al sogno americano per molti milioni di immigrati. Simmetricamente, si sono avute proteste da parte della cittadinanza newyorkese più conservatrice, che vuole l’espulsione degli immigrati irregolari e la chiusura dei confini. Il problema vero è che, fino a poco tempo fa, l’aspetto della “città-santuario” veniva sostanzialmente sottaciuto ed era noto a pochi, nel timore che, come sta accadendo puntualmente oggi, divenisse di dominio pubblico e chiunque in stato di indigenza potesse approfittarne. Siccome vale sempre lo scarico circolare di responsabilità, la Casa Bianca punta il dito contro il Congresso per le mancate riforme di un sistema dell’immigrazione ormai al collasso.

E a Chicago non va certo meglio. Nel solo 2022 sono arrivati in città 20mila migranti provenienti dai confini del Texas, un numero tale da mettere in crisi i bilanci comunali e la fiducia dei cittadini nell’Amministrazione di sinistra, perché poi alla fine dei conti l’immigrazione è molto meno popolare tra i suoi elettori rispetto alle élite del partito. Ma la situazione non cambierebbe rimuovendo lo status di “città santuario”, qualora il governatore non accettasse di rispedire oltrefrontiera parte dei migranti irregolari ospitati nelle strutture cittadine. Il contrasto tra Consiglio comunale e sindaco risiede nella curiosa ripartizione dei poteri tra l’organo assembleare e quello monocratico, in cui il primo ha una sorta di diritto di veto sulle decisioni del secondo, cosa che fa dei singoli consiglieri dei reucci rinchiusi nei loro piccoli feudi elettorali. E in certe fasce più povere, si sente dire che l’immigrazione illegale viene utilizzata per “sostituire” i nativi afroamericani! Tanto più che il bilancio comunale di Chicago è in rosso per 538 milioni di dollari, mentre per l’alloggiamento e l’assistenza ai migranti è prevista una spesa per l’anno prossimo di 300 milioni di dollari. Denaro quest’ultimo che risulterà indisponibile per l’assistenza agli indigenti autoctoni e alle fasce economicamente svantaggiate dei cittadini di Chicago. Quindi: indovinate questi ultimi, compresi i cittadini newyorkesi a basso reddito, a chi daranno il voto alle prossime elezioni presidenziali?


di Maurizio Guaitoli