Sudan: il fronte tra Russia e Ucraina

giovedì 23 novembre 2023


Ormai l’interesse sulla guerra in Ucraina è stato quasi spodestato dalla grave crisi in Israele. Tanto che le notizie sugli scontri tra ucraini e russi che si stanno sviluppando in Sudan attraggono sempre più maggiore attenzione. Il Sudan, dopo il colpo di Stato di aprile che ha scaturito una drammatica crisi sociale, incendiata dalla contrapposizione tra l’esercito regolare guidato dal generale Abdel Fattah al-Burhan e le Forze di supporto rapido (Rsf) comandate dal generale “Hemetti”, ovvero Mohamed Hamdan Dagalo, si trova coinvolto in una sequela di scontri tra i mercenari Wagner che appoggiano le Rsf, contro le forze speciali ucraine che sostengono militarmente l’esercito regolare del presidente del Consiglio di transizione del Sudan, al-Burhan. Gli scontri che si stanno verificando da alcune settimane sono essenzialmente tra le forze speciali ucraine, ormai permanentemente presenti in Sudan e i Wagner, che stanno allargando i loro tentacoli in tutta l’area sub sahariana. Quindi, il “pantano ucraino” si sta estendendo anche all’Africa? Ai primi di novembre, il Kyiv Post ha pubblicato un video – ripreso dalla stampa internazionale – dove a Omdurman, cittadina satellite di Khartoum, la capitale del Sudan, si vede un drone dotato di telecamera termica che riprende soldati forniti di visori notturni che sparano con lanciarazzi contro un edificio. Anche a settembre la Cnn aveva mostrato video simili, dove i servizi speciali ucraini attaccavano con operazioni di terra una milizia di combattenti Wagner.

Tali testimonianze della presenza di combattimenti tra forze speciali ucraine e Wagner russi sono state avallate dalla Ong Bellingcat. Questa è una rete di investigatori/giornalisti che analizza e verifica, con il sistema del fact-checking, la veridicità delle segnalazioni o delle informazioni circolanti. Inoltre monitora con la modalità dell’open source intelligence l’insieme dei dati provenienti anche da fonti segrete. Le osservazioni della Ong hanno quindi confermato l’identità degli attori degli scontri e degli atti di sabotaggio, comprese le azioni dei cecchini. In questa fase della guerra sul suolo ucraino, Kiev è impaludata nella sua controffensiva, ma da alcuni mesi sta sviluppando strategie e azioni politiche in varie aree geografiche, in particolare in Africa. L’obiettivo è quello di combattere i Wagner, quindi i russi, ovunque cerchino di stanziarsi. E l’area sub sahariana è una zona dove i mercenari sono meglio inseriti.

Quindi, l’obiettivo del presidente ucraino Volodymyr Zelensky è quello di sfidare la Russia sul suolo africano, non solo militarmente. Infatti, partenariati economici, l’apertura di una decina di ambasciate, le cooperazioni militari e gli interventi delle Forze speciali ucraine vengono spesi da Kiev sul suolo africano al fine di contrastare le ambizioni russe specialmente nell’area saheliana, visto che non si scorge all’orizzonte la fine delle ostilità. Tale articolata operazione della diplomazia ucraina è stata necessaria, alla luce del peso politico che gli Stati africani hanno anche nell’ambito delle Nazioni Unite. Cinquantaquattro nazioni africane sono membri Onu. L’Ua, Unione africana, da due mesi è membro permanente del G20, gruppo composto dalle prime venti economie del mondo. Una presa di coscienza, quella ucraina, data dal voto del 2 marzo 2022 all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, durante la quale dei cinquantaquattro Paesi africani solo 28 hanno condannato l’invasione russa, mentre Angola, Congo, Mali, Mozambico, Senegal, Sudan e Sud Sudan hanno espresso il voto contrario, quindi a favore dell’invasione. Questo “voto africano”, che è stato un complessivo sostegno all’azione di Vladimir Putin, un evidente premio per il lungo lavoro di Mosca nel Continente, ha allarmato l’Ucraina che adesso ha necessità di fronteggiare la crescente influenza russa in Africa.

Un contrasto – quello ucraino – al crescente peso della Russia che ha molti fronti, come quello legato all’economia e alla politica, ma soprattutto va verso la direzione della delegittimazione della superiorità militare data dai Wagner, contro i quali l’impegno delle Forze speciali ucraine è solo all’inizio. Ricordo che la Russia investe nei Paesi africani milioni di dollari per diffondere narrazioni e propaganda anti-ucraine e anti-occidentali, soprattutto attraverso il Rossotrudnichestvo, una articolata agenzia federale russa che nella fattispecie si occupa del sostegno ai compatrioti civili che vivono all’estero, e alla cooperazione umanitaria internazionale. Come sappiamo, la propaganda molto spesso è più letale delle azioni militari.


di Fabio Marco Fabbri