Sánchez, presidente del Governo per la terza volta

giovedì 16 novembre 2023


Si sapeva fosse una questione di ore, ma ormai è ufficiale. A Madrid, Pedro Sánchez è salito per la terza volta di fila alla guida del Governo spagnolo. Nonostante le forti proteste di questa notte, il premier è rimasto inamovibile sulla sua decisione di chiedere la fiducia al Parlamento, che si è espresso con 179 voti favorevoli e 171 contrari. Per Sánchez, è la terza volta in assoluto che si trova in capo al Governo iberico. Per riuscire a ottenere abbastanza preferenze, il premier 51enne è dovuto scendere a patti con diverse forze politiche. Primi fra tutti, gli indipendentisti catalani di Junts, che hanno chiesto in cambio del loro benestare l’amnistia per i leader dei separatisti.

Davanti alla sede del Partito socialista operaio spagnolo (Psoe) la polizia ha arrestato, nella notte, dodici manifestanti. Le forze armate hanno sparato con proiettili di gomma e caricato con i manganelli coloro che manifestavano contro l’amnistia concessa da Sánchez per raggiungere la vittoria alla prima votazione in Parlamento. Sono stati registrati anche qualche razzo e altri oggetti contundenti lanciati dalla folla che protestava.

È dal 2018 che il premier resta alla guida del Governo di Spagna, sotto l’egida del re Filippo VI, da quando ha sostituito il popolare Mariano Rajoy, destituito da una mozione di sfiducia. Seppur gli accordi del primo ministro con i separatisti sono stati visti dai detrattori come un via libera per un “colpo di Stato”, Sánchez ha rassicurato l’elettorato sul fatto che essi siano legali e conformi alla Costituzione di Madrid. Intanto, hanno votato “no” alla fiducia i deputati di Vox, del partito Navarro e i popolari. D’altronde la sua candidatura, secondo il leader del Psoe, porterà “stabilità” in tutto il Paese. Come hanno dimostrato le violente manifestazioni davanti alla sede del suo partito.


di Zaccaria Trevi