La partita degli Usa in Medio Oriente

lunedì 6 novembre 2023


A un mese dal feroce attacco dei terroristi di Hamas verso Israele, le bombe di Tel Aviv continuano a piovere su Gaza, isolando sempre di più – con l’aiuto dell’esercito di terra – la piccola striscia di terra palestinese. Inoltre, un nuovo taglio delle linee di comunicazione e l’ennesima chiusura del valico di Rafah al confine con l’Egitto non sta lasciando scampo a chi vuole abbandonare il territorio. I militari israeliani hanno dichiarato di aver circondato Gaza City, e conseguentemente Hamas ha accusato Tel Aviv di colpire gli ospedali e i civili senza distinzione. Inoltre, i leader dei terroristi palestinesi hanno respinto le accuse israeliane di aver utilizzato un centro ospedaliero come “scudo” per proteggere armi e miliziani. Ed è in questo contesto di botta e risposta, dove le poche informazioni certe sono avvolte dalla coltre del fumo della disinformazione, che gli Stati Uniti provano ad operare, per tentare di risolvere al meglio la crisi in corso.

Il segretario di Stato Antony Blinken ha incontrato a Ramallah il capo dell’autorità palestinese Abu Mazen, e ora si trova ad Ankara, in Turchia. Qui, il massimo esponente degli Esteri proverà ad aprire un dialogo con il presidente Recep Tayyip Erdoğan, che attribuisce a Israele gran parte delle colpe nel conflitto. Nel frattempo, Blinken ha visitato anche Baghdad, poiché in Iraq è presente un contingente militare statunitense, attualmente sotto il tiro delle milizie sciite pro-iraniane. La priorità numero uno di Washington sembrerebbe quella di liberare gli ostaggi ancora prigionieri a Gaza. Nella trattativa tra le due controparti si parlerebbe di circa 240 civili, di cui circa una cinquantina sarebbero, nel frattempo, caduti sotto le bombe. Per questo motivo (ma non solo) è arrivato in Israele il capo della Cia, William Burns. L’alto dirigente statunitense è volato alla volta di Tel Aviv per proporre un approccio di attacco più mirato a colpire Hamas e intervallato da più pause, per consentire gli aiuti umanitari. Dalla madrepatria, il ministro della Difesa Usa Lloyd J.Austin ha comunque ribadito l’appoggio americano a Israele.


di Redazione